L’Aula Cannizzaro dell’Università di Messina ha ospitato la presentazione del libro “A cosa serve il ricordo” curato dal dott. Andrea Apollonio, Sostituto Procuratore della Repubblica di Patti. Il volume raccoglie 14 intensi discorsi pronunciati dal Capo dello Stato in occasione del plenum del CSM per commemorare i magistrati vittime di mafia e terrorismo. Ciascun discorso rappresenta una traccia indelebile di episodi complessi e dolorosi del Nostro Paese. Tra i vari discorsi, ci sono quelli di Sandro Pertini, il Presidente partigiano che affrontò le emergenze parallele di mafia e terrorismo, quello del Presidente Francesco Cossiga all’indomani dell’agguato omicida al giudice “ragazzino” Rosario Livatino e quello di Giovanni Spadolini, Presidente del Senato e Capo provvisorio dello Stato.
Dopo i saluti della Rettrice, prof.ssa Giovanna Spatari e del prof. Giovanni Moschella (Presidente del Centro Studi sulle Mafie), il dott. Giuseppe Santalucia (Presidente dell’ANM) e la dott.ssa Antonella Ferrara (Direttrice di Taobuk) hanno dialogato con il curatore dott. Apollonio, rivelando le varie sfaccettare di un libro che rappresenta un’operazione di memoria che ritorna per stimolare alla riflessione concreta sia sulla società civile che sulle Istituzioni.
“Il libro che presentiamo oggi – ha esordito la Rettrice – è un’occasione importantissima per ribadire l’importanza ricoperta dalla memoria di fatti che hanno segnato il nostro Paese e che non vanno mai dimenticati. I discorsi commemorativi dei magistrati vittime della criminalità organizzata, pronunciati dal Presidente della Repubblica nel plenum del Consiglio Superiore della Magistratura, permettono ad una Istituzione come quella universitaria di stimolare i propri studenti e di motivarli in vista del loro futuro. Il ricordo di magistrati così straordinari, paladini di giustizia e legalità che in parte sono riusciti a modificare le sorti della nostra nazione, è vivo ancora oggi”.
“È con grande piacere – ha aggiunto il prof. Moschella -che il Centro Studi sulle Mafie ha accolto l’opportunità di patrocinare questa presentazione. Il libro curato dal dott. Apollonio si inserisce all’interno di una lunga fase di tensioni tra politica e magistratura che, ormai, perdura da diverso tempo. In quest’ottica mi piace rammentare alcune parole attraverso cui l’allora Presidente della Repubblica Giovanni Leone ribadiva l’indiscussa necessità di dare ‘alla magistratura quel clima di fiducia o di rispetto che consente ai magistrati di operare con serenità’. Inoltre, è importante valorizzare la memoria, non come mero esercizio di retorica ma, come stiamo cercando di fare quest’oggi, come opera di profonda riflessione capace di lasciare un segno tangibile”.
“È un onore per me sedere a questo tavolo – ha aggiunto la dott.ssa Ferrara – in occasione della presentazione di un libro che ci consente di rimarcare quanto sia importante il legame che unisce giustizia e democrazia. I sacrifici delle vittime di mafia e terrorismo sono cicatrici ancora vive che la curatela del dott. Apollonio riporta al centro di una riflessione che oltre alle istituzioni coinvolge anche la società civile in generale. Mi piace ricordare che nell’ambito del Festival Taobuk una sezione è interamente dedicata al tema della giustizia”.
“L’incontro odierno – ha dichiarato il dott. Santalucia – è un momento importante che riguarda non solo la magistratura, ma anche tutte le Istituzioni democratiche. Trarre lezioni e riflessioni dal passato ci consente di agire meglio nel presente e per tutto il tempo che siamo chiamati a vivere. La drammaticità di tutti quei momenti citati nel libro, ancora oggi, ci richiama ad una compartecipazione emotiva che si può e deve concretizzare in azioni a vantaggio della legalità. Gli ultimi anni per la magistratura non sono stati facili e nonostante il diritto alla critica sia giusto non deve mai mancare la fiducia. Anche la giustizia, come il resto delle Istituzioni, vive se è credibile. Bisogna mettere da parte tutto ciò che può generare ostilità, per allontanare la confusione e riprendere il dialogo con la società civile per il bene del Paese”.
Oggi – ha commentato il curatore Apollonio – seppur ci troviamo in un’Aula ricca di storia stiamo uscendo dal palazzo per riallacciare le fila di un dialogo con la società civile ormai spezzato da tempo, sin dai tempi delle stragi e di Tangentoli. Il libro risponde alla necessità di ricostruire il legame con la società e può essere uno strumento per stimolare un riavvicinamento reciproco. Non si tratta solo di una operazione di archivio, bensì è un viaggio sentimentale per ripercorrere il cammino che spinge la magistratura a servire, in qualità di fedele amica ed alleata, il proprio Paese”.
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