Sono tre gli attacchi condotti nelle ultime ore contro il contingente di pace dell’Unifil di stanza in Libano. A comunicarlo è il portavoce della missione Onu, con una nota diramata in inglese e in arabo.
«Le forze di pace e le strutture dell’Unifil sono state prese di mira oggi in tre distinti incidenti nel sud del Libano, con quattro soldati feriti in uno degli incidenti», si legge.
Quattro caschi blu ghanesi «in servizio sono rimasti feriti quando un razzo – lanciato molto probabilmente da attori non statali in Libano – ha colpito la loro base “UNP 5-42” a est del villaggio di Ramyah. Le forze di pace hanno riportato ferite e tre di loro sono stati trasferiti in un ospedale di Tiro per cure».
L’altro episodio riguarda il contingente militare italiano, guidato dalla Brigata Sassari a Shama: «Il quartier generale del settore ovest dell’Unifil stato colpito da cinque razzi, che hanno colpito l’officina di manutenzione. Sebbene abbia causato gravi danni all’officina, nessun peacekeeper è rimasto ferito». Ma cinque soldati sono stati assistiti in infermeria.
E non è un caso isolato: «Questa è stata la seconda volta che questa base è stata colpita dagli scontri in corso nell’area in meno di una settimana. Un proiettile di artiglieria da 155 mm ha centrato la base il 15 novembre».
Infine, «mentre una pattuglia Unifil stava attraversando una strada a nord-est del villaggio di Khirbat Silim, una persona armata ha sparato direttamente contro la pattuglia. Nessun ferito è stato segnalato tra le forze di pace in questo incidente».
Sono state avviate indagini su ciascuno di questi incidente e la missione ne ha informato anche le forze armate libanesi.
Per il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, i razzi contro il contingente italiano sarebbero stati sparati da Hezbollah (QUI LA NOTIZIA).
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