C’è anche l’università di Salerno tra gli atenei campani destinatari dei nuovi fondi stanziati dal ministero dell’Università e della Ricerca per 3,4milioni di euro, dedicati all’attivazione o al potenziamento di servizi di supporto, tra cui anche gli sportelli antiviolenza.
In relazione al decreto ministeriale pubblicato lo scorso agosto, il Mur ha ufficializzato le risorse destinate ai singoli atenei finalizzate ad interventi a favore degli studenti e all’inclusione. In particolare, Unisa, oltre alla quota standard di 125mila euro, beneficia di ulteriori 537.755 per un importo totale di 662.755 euro. Una “cassetta degli attrezzi” per affrontare le situazioni di disagio in maniera tempestiva, secondo il Ministro Anna Maria Bernini: «Preveniamo le emergenze e assicuriamo a tutti un percorso di crescita personale, non solo una gara di performance».
Le misure adottate dall’ateneo risponderanno ad una programmazione sistemica degli interventi per il diritto allo studio. «Nella visione dell’ateneo la dimensione dello studente occupa da sempre il suo ruolo centrale – sottolinea il rettore, Vincenzo Loia – Il nostro compito è quello di garantire ai giovani la massima attenzione prima, durante e dopo il percorso di studio.
Dal diritto allo studio, alle tematiche della disabilità, fino al progetto di supporto psicologico di base promosso grazie all’Asl Salerno: sono tanti i programmi concreti a favore dell’inclusione e che trovano abbinamento con le altrettante azioni di ‘equal oppurtunities’ che teniamo a realizzare proprio con il coinvolgimento diretto della nostra comunità studentesca».
Un decretoimportante, in tempi di tagli delle risorse alle Università, per la professoressa Angela di Stasi, delegata del rettore alle Pari Opportunità di ateneo e Ordinario di Diritto Internazionale. «Interventi a favore degli studenti per promuoverne l’inclusione con il potenziamento dei servizi di supporto, compresi gli sportelli antiviolenza, non in maniera prescrittiva, per consentire agli atenei un adattamento alle diverse situazioni di contesto e alle loro esigenze specifiche», spiega la docente.
La promozione di una cultura che garantisca la parità di genere è, da anni, uno dei valori di riferimento dell’università di Salerno. «Il nostro ateneo, in sinergia con altri soggetti pubblici e privati, è promotore – in una prospettiva di breve, medio e lungo periodo – di percorsi culturali rispettosi di tutte le differenze identitarie, atti a individuare gli ostacoli suscettibili di rallentare, anche al proprio interno, il superamento delle disparità di genere e a individuare azioni positive per la soluzione delle perduranti criticità – insiste la prof Di Stasi – Alle vecchie “sfide” (come, ad esempio, il permanente divario tra uomini e donne nell’accesso alle professioni STEM o la disparità di genere in senso “verticale” in ambito universitario) si aggiungono nuovissime “sfide”: si pensi all’uso sostenibile dell’Intelligenza Artificiale e al suo delicato rapporto con il gender gap, mentre la violenza contro le donne continua a costituire una drammatica emergenza.
Entro il 14 maggio 2027, l’Italia, come gli altri Paesi dell’UE, dovrà dare attuazione alla direttiva adottata lo scorso maggio sulla lotta contro la violenza sulle donne, che costituisce un quadro generale in materia aggiornato alle nuove forme di violenza digitale».
Proprio alla cyberviolenza sarà dedicata la giornata del 25 novembre in Aula Cilento. Negli ultimi due anni è stata realizzata la “Roadmap Unisa Pari Opportunità”: un programma che coinvolge tutti i dipartimenti. Attivato inoltro il servizio di Psicologia di Base: «Accompagniamo lo studente. Lavoriamo per garantire il benessere fisico, psicologico ed educativo – aggiunge la professoressa Giulia Savarese, coordinatrice del progetto – Unisa è stata pioniera nel counceling. È fondamentale questo investimento del Mur: le statistiche ci raccontano criticità della salute mentale, con aumenti del 40% nel post Covid. Possiamo sostenere i giovani con interventi mirati».
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