La corte è stata sottoposta a forti pressioni e minacce da parte degli Stati Uniti affinché rinunciasse ad autorizzare ordini di arresto contro Netanyahu e il suo ex capo della difesa.
Il 21 novembre la Corte penale internazionale (CPI) ha emesso mandati di arresto nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e del suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant per crimini di guerra a Gaza, in una decisione storica che giunge diversi mesi dopo che il procuratore capo della corte aveva presentato richiesta di arresto.
“Oggi… la Camera preliminare I della Corte penale internazionale (‘Corte’), nella sua composizione per la situazione nello Stato di Palestina, ha emesso all’unanimità due decisioni che respingono le contestazioni dello Stato di Israele (‘Israele’) presentate ai sensi degli articoli 18 e 19 dello Statuto di Roma (lo ‘Statuto’). Ha inoltre emesso mandati di arresto per il signor Benjamin Netanyahu e il signor Yoav Gallant”, ha affermato la corte in un comunicato stampa .
“La Camera ha trovato fondati motivi per credere che il signor Netanyahu… e il signor Gallant… abbiano ciascuno la responsabilità penale per i seguenti crimini in quanto co-autori per aver commesso gli atti congiuntamente ad altri: il crimine di guerra della fame come metodo di guerra; e i crimini contro l’umanità di omicidio, persecuzione e altri atti disumani”, ha aggiunto.
Affermava inoltre che “ciascuno di loro, in quanto superiore civile, ha la responsabilità penale per il crimine di guerra di aver diretto intenzionalmente un attacco contro la popolazione civile”.
I leader dell’opposizione israeliana Yair Lapid e Avigdor Liberman hanno commentato i mandati. Lapid ha condannato la corte e ha detto che Israele sta “lottando per la sua vita”(sic!), mentre Lieberman ha accusato la CPI di “doppi standard e ipocrisia”.
Il ministro della Sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben Gvir l’ha definita “una vergogna senza precedenti”.
“L’Aja dimostra ancora una volta di essere antisemita fino in fondo. Questa è una follia di sistema totale. Io sostengo il primo ministro nella guerra giusta”, ha aggiunto. Ben Gvir (foto sotto) ha anche detto che Israele dovrebbe rispondere annettendo la Cisgiordania, ristabilendo gli insediamenti a Gaza e tagliando i legami con l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP).
“Questo è un giorno buio per la giustizia. Un giorno buio per l’umanità. Presa in malafede, la scandalosa decisione della CPI ha trasformato la giustizia universale in uno zimbello universale”, ha affermato il presidente israeliano Isaac Herzog.
Il movimento della Jihad islamica palestinese (PIJ) ha accolto con favore l’emissione dei mandati in una dichiarazione, ma ha affermato che “sono arrivati molto tardi”.
Anche Hamas ha accolto con favore la decisione nella sua stessa dichiarazione e ha affermato che segna “un importante precedente storico”.
Anche l’ufficio di Netanyahu ha commentato la mossa: “Israele respinge con disgusto le azioni assurde e false e le accuse mosse contro di esso dalla Corte penale internazionale, che è un organo politico fazioso e discriminatorio”.
Il procuratore capo della CPI Karim Khan ha annunciato a fine maggio che la corte aveva richiesto mandati di arresto per i due funzionari israeliani. Le richieste includevano anche mandati per i leader di Hamas Yahya Sinwar e Mohammad Deif.
La decisione è stata presa mesi dopo che la Corte internazionale di giustizia (ICJ) aveva stabilito a gennaio che Israele deve porre fine a tutte le azioni genocide nella Striscia di Gaza dopo che Tel Aviv era stata accusata di genocidio in un caso presentato dal Sudafrica.
Khan ha affermato che vi sono fondati motivi per ritenere che tutti siano penalmente responsabili per crimini di guerra e crimini contro l’umanità almeno a partire dal 7 ottobre 2023.
Prima della richiesta dei mandati, è stato annunciato che i legislatori statunitensi stavano preparando una legislazione per colpire la CPI per aver perseguitato i leader israeliani. Mike Johnson, presidente repubblicano della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, ha affermato tre giorni dopo l’annuncio della richiesta dei mandati che Washington “dovrebbe punire la CPI e rimettere Karim Khan al suo posto”.
Il procuratore della CPI ha confermato all’inizio di settembre che i leader mondiali avevano effettivamente fatto pressione su di lui affinché non richiedesse i mandati di cattura.
A maggio, il Guardian ha riferito che Tel Aviv ha condotto una campagna intimidatoria durata anni contro la CPI – che includeva lo “stalking” e le “minacce” dei suoi funzionari – nel tentativo di soffocare le indagini sui crimini di guerra israeliani.
Nota: A tutti gli effetti adesso il mondo può conoscere il vero volto di Netanyahu e del suo staff come quello di criminali di guerra, specialisti nel massacro di civili e omicidi di massa. Significativo l’atteggiamento dio Washington che adotta il comportamento dei gangster mafiosi che ricattano ed intimidiscono i giudici. Una vergogna che ricade su tutti gli Stati Uniti. Sarà interessante vedere le reazioni dei governi complici europei se tenderanno a minimizzare o svalutare il giudizio della Corte.
Fonte: The Cradle
Traduzione e nota: Luciano Lago
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