Pubblicati i risultati dell’indagine Eduscopio che valuta gli istituti in base agli esiti dei percorsi universitari o degli sbocchi professionali. Sul podio degli scientifici il Pascal di Manerbio, al top delle Scienze umane il Capirola di Leno
Le scuole superiori della provincia (e della Val Camonica in particolare) battono la città e le pubbliche, salvo poche eccezioni, vanno meglio delle private. Lo conferma la nuova edizione online da oggi di Eduscopio (eduscopio.it) l’indagine che viene realizzata dalla Fondazione Agnelli che valuta le scuole in base agli esiti dei percorsi universitari degli studenti diplomati o degli sbocchi professionali. L’obiettivo in realtà non è tanto fare classifiche — in non pochi casi peraltro le differenze di punteggio tra una scuola in prima posizione e un’altra in quinta sono relativamente ridotte — ma dare indicazioni di massima sulla scelta degli istituti superiori.
Non per caso Eduscopio viene pubblicato in prossimità dell’avvio delle iscrizioni degli studenti alle scuole superiori e magari può essere utile raccogliere informazioni aggiuntive tra due scuole che hanno lo stesso indirizzo e che entrambe non troppo difficili da raggiungere. «Eduscopio è diventato da tempo un appuntamento importante e atteso — afferma infatti il direttore della Fondazione Agnelli, Andrea Gavosto — dagli studenti e studentesse che sono in terza media e dalle loro famiglie, alle prese con la delicata scelta della scuola superiore. Anche quest’anno la nostra piattaforma, completamente gratuita, offre un’enorme mole di informazioni e dati, insieme a strumenti facili da usare che permettono confronti fra le scuole di uno stesso indirizzo di studio».
L’indagine conferma peraltro che la pandemia ha avuto effetti piuttosto negativi per gli esiti universitari dei diplomati di quegli anni, con una preoccupante crescita della percentuale di chi non ha dato esami al primo anno. Più confortanti, invece, i dati sull’occupazione di quanti non hanno proseguito all’università , ritornati per i diplomati del 2021 negli istituti tecnici e professionali a livelli pre-Covid. Un dato, quest’ultimo, che ovviamente molto dipende anche dalle esigenze occupazionali del territorio di riferimento.Â
Entrando nel dettaglio dei dati bresciani, per quanto riguarda i licei e gli esiti nei primi anni di università dei diplomati bresciani, il primo dato che balza all’occhio è sicuramente la buona performance delle scuole della provincia. Al Classico il Bagatta di Desenzano si conferma primo (così come il podio, formato dal cittadino Arnaldo e dal Fermi di Salò), allo scientifico primo si conferma il Blaise Pascal di Manerbio, seguito dal Meneghini di Edolo e dal Golgi di Breno (il Calini è nono). Conferma anche delle Scienze Umane (primo il Capirola di Ghedi), anche nella opzione economico sociale, dove il De Andrè non solo è primo ma è anche l’unico liceo cittadino che svetta in una classifica per indirizzi. Al Linguistico primo è il Golgi di Breno, sia all’istituto tecnico economico che al tecnico tecnologico in cima al podio c’è il Meneghini di Edolo (così come allo sportivo).
Infine lo scientifico Scienze applicate, dove primo è l’Antonietti di Iseo (mentre il Leonardo è ottavo), e l’artistico, che vede primo di nuovo il Golgi di Breno. Per quanto riguarda gli indici di occupazione dei diplomati, il Don Milani di Montichiari svetta tra i tecnici economici, il Marzoli di Palazzolo tra i tecnologici mentre tra i servizi professionali pari merito tra Mantegna di Brescia e Perlasca di Idro. Nel professionale industria e artigianato in cima c’è il Beretta di Gardone.
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