Con la Manovra 2025 ormai prossima all’approvazione, il dibattito pubblico si infiamma su quelli che sono i suoi effetti attesi per l’economia italiana. La legge di bilancio, che come sempre cerca di bilanciare obiettivi di crescita economica, giustizia sociale e sostenibilità dei conti pubblici, opera in un contesto in cui l’inflazione e la stagnazione economica degli ultimi anni hanno inciso fortemente sulla capacità di spesa del Paese.
Spesa per la Sanità: Una Risposta Inadeguata all’Inflazione?
Il Fondo Sanitario Nazionale (FSN) è una delle voci centrali della manovra, con uno stanziamento di 132 miliardi di euro. Questo rappresenta un leggero incremento rispetto ai 128 miliardi del 2024. Tuttavia, se confrontiamo la crescita degli stanziamenti con l’inflazione cumulata negli ultimi cinque anni – stimata al 15% – risulta evidente che l’aumento reale della spesa sanitaria sia inferiore all’incremento del costo della vita. Questo implica un ridotto potere d’acquisto per il settore sanitario, con conseguenze prevedibili sulla qualità dei servizi pubblici. L’obiettivo dichiarato è potenziare il personale e la digitalizzazione del sistema, ma, considerando i dati, ciò sembra essere più una risposta a necessità impellenti che una reale progettualità di lungo periodo.
Pensioni: Rinnovo delle Indicizzazioni e Ape Sociale
Nel capitolo previdenziale, la Manovra 2025 prevede un rinnovo dell’indicizzazione delle pensioni, adeguando gli assegni alla crescita del costo della vita; e la conferma dell’Ape Sociale, l’anticipo pensionistico per categorie fragili. Rispetto al 2020, la spesa pensionistica complessiva è passata da 307 a 327 miliardi di euro, con un incremento che appare, almeno sulla carta, sufficiente a coprire l’inflazione. Ciò nonostante, il dibattito resta aperto sull’adeguatezza delle misure per contrastare il rischio di povertà degli anziani, considerando l’impatto negativo che l’aumento dei prezzi delle materie prime e dei servizi ha avuto soprattutto sui pensionati con assegni più bassi.
Reddito di Inclusione: Un Sostegno in Evoluzione
La Manovra introduce un nuovo schema di Reddito di Inclusione, sostituendo in parte il Reddito di Cittadinanza con un intervento mirato alle famiglie più fragili. Con uno stanziamento di 9 miliardi di euro, l’obiettivo è quello di supportare circa un milione di famiglie, privilegiando le situazioni di maggiore disagio economico. L’importo è inferiore rispetto ai 10,5 miliardi del 2023 dedicati al Reddito di Cittadinanza, e non è ancora chiaro se l’impatto reale riuscirà a coprire adeguatamente i bisogni delle fasce più vulnerabili. Questo, anche alla luce dell’inflazione, implica una riduzione dell’intervento in termini reali, con possibili ricadute negative sul potere d’acquisto delle famiglie più povere.
Bonus e Agevolazioni per le Famiglie dei Lavoratori Dipendenti
La Manovra 2025 introduce e rinnova diversi bonus e agevolazioni fiscali, con l’obiettivo di sostenere le famiglie dei lavoratori dipendenti. Le principali misure saranno:
Bonus Lavoratori Dipendenti: Confermato e reso strutturale, prevede una riduzione dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori, incrementando il netto in busta paga. L’aliquota di esonero varia dal 4,8% al 7,1% per redditi tra 8.500 e 20.000 euro annui, mentre per redditi tra 20.000 e 40.000 euro sono previste detrazioni fiscali decrescenti per evitare un effetto “scalone” che ha penalizzato fino ad ora i redditi immediatamente superiori alla soglia dei 35.000 euro lordi annui. Questo meccanismo permette di attenuare la perdita di benefici man mano che il reddito aumenta fino ad una certa soglia.
Bonus Mamme Lavoratrici: Introdotto per sostenere le madri lavoratrici, sia dipendenti che autonome, con due o più figli fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo. Le madri lavoratrici devono avere un contratto di lavoro attivo al momento della richiesta per accedere al bonus. L’importo e le modalità di erogazione saranno definiti nei decreti attuativi, ma si prevede un sostegno mensile di importo variabile in base al reddito e alla composizione del nucleo familiare.
Carta per i Nuovi Nati: Introdotta una carta del valore di 1.000 euro per ogni nuovo nato, destinata alle famiglie con un ISEE fino a 40.000 euro. Questo supporto economico è pensato per aiutare i genitori a far fronte alle prime spese legate alla nascita di un bambino.
Bonus Asili Nido: Potenziato il bonus destinato a supportare la frequenza di asili nido, con l’esclusione delle somme relative all’assegno unico dal computo dell’ISEE. Confermate e potenziate anche le misure sui congedi parentali, con l’introduzione di una maggiore flessibilità per i genitori lavoratori. È stato esteso a tre mesi (nel 2024 erano due) il periodo di congedo facoltativo con retribuzione all’80%, al fine di incentivare una maggiore partecipazione dei padri alle responsabilità familiari. Questa misura mira a promuovere un miglior equilibrio tra vita lavorativa e familiare, in particolare per le famiglie con figli piccoli.
Bonus Ristrutturazioni: Prorogato per il 2025, con una detrazione al 50% per le prime case e al 36% per le seconde. Il limite di spesa è fissato a 96.000 euro per unità immobiliare.
Bonus Mobili: Confermato per il 2025, consente una detrazione Irpef al 50% per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici, con un tetto massimo di 5.000 euro. È necessario che gli acquisti siano destinati a un immobile oggetto di ristrutturazione.
Bonus Elettrodomestici Green: Previsto uno sconto del 30% fino a 100 euro senza limiti di ISEE per l’acquisto di elettrodomestici green. La cifra sale a 200 euro per le famiglie con ISEE al di sotto di 25.000 euro. L’incentivo sarà applicabile al momento della dichiarazione dei redditi, con la necessità di conservare fatture e ricevute.
Queste misure mirano a sostenere le famiglie dei lavoratori dipendenti, offrendo incentivi per l’acquisto di beni e servizi essenziali e supporto per la cura dei figli. In particolare, l’esonero contributivo e l’attenzione ai congedi parentali rappresentano un segnale positivo verso un miglior equilibrio tra vita lavorativa e familiare.
Gli Investimenti in Infrastrutture
Un altro punto importante riguarda gli investimenti in infrastrutture, che vedono uno stanziamento di 42 miliardi di euro. Il valore è leggermente superiore ai 39 miliardi del 2023, ma anche qui l’inflazione gioca un ruolo decisivo nel ridurre l’efficacia reale della spesa. La priorità è stata data alla manutenzione della rete stradale e ferroviaria, ma molti esperti evidenziano come gli importi previsti non siano sufficienti a sostenere un reale ammodernamento del sistema infrastrutturale nazionale, che soffre di carenze croniche.
I tempi sono ancora immaturi per giudicare appieno la ricaduta della Manovra, perché il Parlamento ha ancora più di 1 mese per assestare gli ultimi emendamenti, tuttavia con le informazioni ad oggi disponibili già possiamo farci un’idea del futuro che ci aspetta.
La Manovra 2025 da un lato cerca di rispondere ai bisogni più urgenti del Paese, attraverso il potenziamento di alcune misure di sostegno sociale e con investimenti mirati nelle infrastrutture. Dall’altro, l’adeguatezza di queste misure appare limitata dal contesto inflazionistico, che riduce in termini reali il potere d’acquisto e la capacità di intervento dello Stato.
Le famiglie a reddito medio-basso, nonostante i bonus previsti, potrebbero trovarsi a fronteggiare difficoltà crescenti, con un sistema di welfare che fatica a tenere il passo con le necessità reali.
Fonti:
ISTAT, “Indice dei prezzi al consumo” (2020-2024).
Ministero dell’Economia e delle Finanze, “Documento di Economia e Finanza 2025”.
INPS, “Rapporto annuale sulla spesa previdenziale”.
Arera, “Bonus Energia e Bollette: Relazione annuale”.
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