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Manovra, le audizioni in Prima commissione della Provincia di Trento | Gazzetta delle Valli #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


Trento – Manovra, iniziate le audizioni in Prima commissione della Provincia di Trento. Hanno preso il via questa mattina nella Prima commissione permanente, presieduta da Carlo Daldoss (FdI), le consultazioni sui disegni di legge 45, 46 e 47 che costituiscono il “pacchetto” della manovra finanziaria della Provincia autonoma di Trento. In mattinata sono intervenute le associazioni di rappresentanza delle categorie agricole e i rappresentanti del Coordinamento provinciale imprenditori. Per il pomeriggio sono previsti gli interventi della Camera di commercio e delle organizzazioni sindacali (seguirà una nota). Le categorie agricole Confagricoltura – Unione agricoltori: manovra equilibrata Il presidente Diego Coller ha affermato che la manovra è buona, equilibrata e prende in considerazione tutte le necessità, anche se i mesi sono abbastanza complicati. Per il settore agricolo ha indicato alcuni temi a cui prestare attenzione: l’acqua (non per quest’anno piovoso, ma pro futuro), il settore zootecnico (bene l’attenzione prestata soprattutto nel rapporto zootecnia-ambiente), attenzione ulteriore servirebbe per frutticoltura e viticoltura (dopo il Covid si sono create una serie di problematiche con inflazione e aumento dei costi). Ha espresso preoccupazione per la stagnazione del mercato, il riposizionamento dei consumi e il discorso internazionale. Fondamentale per Coller è investire in formazione e promozione; da sfruttare la sinergia tra turismo e agricoltura. Sul rischio: bisogna sollevare il costo degli agricoltori per proteggere il loro lavoro, bene anche questo apporto. Federazione provinciale Coldiretti: serve un fondo di rotazione per l’agricoltura Il presidente Gianluca Barbacovi ha iniziato trattando questioni di carattere generale: quella idrica (fondamentale, nonostante le perturbazioni di quest’anno, con la creazione di invasi), delle gelate, della terra (sarebbe importante mettere in campo un’azione come quella della banca della terra). Ci si dovrebbe dotare, ha aggiunto, di un fondo di rotazione per l’agricoltura, uno strumento che si alimenta e supera una contribuzione in conto capitale: serve una dotazione importante con uno strumento strutturato bene, come accade in Friuli e in Calabria. Sugli investimenti per le zone agricole Barbacovi ha detto che servirebbe un aumento di budget per i prossimi anni. Importante anche la promozione, ha proseguito, bisognerebbe riuscire anche a incentivare gli esercizi quali ristoranti e bar a usare sempre più prodotti locali. Ricerca: si sono visti aumenti dei costi di produzione, il mercato sta premiando mercati eccellenti, ma di recente c’è un forte aumento delle fitopatie (flavescenza dorata e scopazzi del melo). Le malattie vanno monitorate e si dovranno fare ragionamenti sul contenimento, ha aggiunto. Sulla questione zootecnica: una volta attivato il tavolo bisognerà fare una fotografia del settore e poi pensare al ricambio generazionale e a come sezionare gli investimenti. Oltre ai fondi per le annate 2021-2023, ha concluso, sul rischio si devono trovare risorse anche per contrastare la grandine e le patologie come la cimice asiatica. Confederazione italiana agricoltori: bene le semplificazioni procedurali (documento in allegato sul sito) Il direttore Massimo Tomasi ha sottolineato il tentativo di semplificazione portato dalla manovra su usi civici, contratti di affitto: interventi che muovono nel senso delle esigenze delle aziende. Ha parlato di una burocrazia che attanaglia il settore: le aziende sono sempre più in affanno sempre e ogni segnale di miglioramento delle procedure è ben visto, si auspica si prosegua sulla strada delle semplificazioni procedurali. Importanti sono per la Cia la gestione del rischio e un ragionamento sull’acqua: sono momenti straordinari e servono risorse straordinarie, si deve essere più pragmatici e meno idealisti. Non si ha il tempo che si pensa di avere, perché la stagionalità condiziona le attività. Per Tomasi serve un progetto per la zootecnia e che si estenda su tutto il settore dell’agricoltura: drammaticamente troppe aziende lamentano l’incapacità di tenere aperte. Poi la preoccupazione per il ricambio generazionale. Imis: siamo l’unica provincia in cui si paga su terreni non coltivati. Gli interventi dei consiglieri, le risposte Su quest’ultimo punto relativo all’Imis Carlo Daldoss (FdI) ha descritto l’assunzione della norma come di una sua responsabilità, una questione di equità sociale, ha affermato e ha detto di ritenerla ancora oggi una norma equa. Ha chiesto approfondimenti sugli scopazzi: non sono una cosa nuova (risalgono al 2000). Ha anche posto la questione della grandezza delle imprese in relazione all’organizzazione. Paola Demagri (Casa Autonomia) si è detta contenta di sentire che c’è stato un lavoro corale, ha detto di aver apprezzato l’intervento di Barbacovi che parla di prevenzione (invasi) e anche quello sulla banca della terra. Sulla zootecnia ha posto l’accento sulle difficoltà che emergono, soprattutto da parte dei giovani, che hanno la volontà in agricoltura e zootecnia di riappropriarsi di queste professionalità. Sugli scopazzi ha ricordato la domanda fatta a Zanotelli che ha assicurato di dedicare uno spazio per questo. Per il contenimento c’è un obbligo di estirpazione delle piante o una sollecitazione? ha chiesto. Vanessa Masè (La Civica) ha chiesto ai presenti, rispetto alla zootecnia di montagna, se sappiano se ci sono state a livello nazionale considerazioni ulteriori per dare più contributo al livello rispetto all’agricoltura di pianura. Ha indicato la necessità di fare cultura sul mondo contadino. Sulla gestione attiva sul rischio (reti antigrandine e anti-insetto): nelle misure rientrano anche le reti e dovrebbe uscire un nuovo bando? A dicembre hanno risposto i rappresentanti di categoria. Stefania Segnana (Lega) ha descritto come positivo il fatto che venga riconosciuta la sinergia con il turismo. Ha parlato di una continuità importante con la scorsa legislatura, sottolineato le risorse messe a disposizione per le patologie, il tavolo zootecnia è stato proposto dall’assessore e dovrebbe partire a breve. Su quanto messo in atto negli anni ha chiesto come stanno andando avanti le cose, si sono affrontati temi quali Srd 01 e 02. Maria Bosin (Patt) ha chiesto un approfondimento sulla banca della terra: può rientrare in un ragionamento più ampio che veda anche gli enti pubblici coinvolti? Coller ha risposto che a livello di ricerca sulle piante il settore frutticolo è molto attenzionato, con il lavoro della Fem. Il problema purtroppo è che non si riescono a replicare le varietà esistenti, ad esempio Pinot Grigio e Chardonnay. Pro futuro servirebbero piante più resistenti anche nel senso della strada futura dell’agricoltura biologica, il genoma editing è un tema da affrontare, ha spiegato. Sulle malattie ha detto che anche lì si stia facendo qualcosa, ma molto conta la prevenzione. Sulla flavescenza, ha aggiunto, gli ultimi interventi fatti stanno dando risultati; servono ricerca e attivazione da parte degli agricoltori. Ha indicato la necessità di intervenire sulla burocrazia; ottima la banca della terra. Sulla gestione del rischio la Provincia ha abbattuto i costi, ha detto, lo Stato ha abbattuto i fondi, si deve lavorare anche in questo senso e la parte della lotta attiva diventa fondamentale. Barbacovi sull’Imis ha detto che la terra è un bene strumentale che serve per produrre, una tassa in più è assurda. L’esenzione scatta dalla domanda, la norma è chiara, ha precisato Daldoss. Sugli scopazzi Barbacovi ha detto che l’attività fatta 20 anni fa ha funzionato e la malattia è stata debellata, ma le piante stanno invecchiando e ci si ritrova ad affrontarla anche perché il tasso di ricambio è basso in Trentino, bisognerebbe raddoppiarlo per abbassare l’incidenza della malattia. Ha parlato dell’obbligo di estirpo delle piante malate e di prevenzione, quel che non funziona è il tasso di rinnovo che andrebbe incentivato. Le aziende si stanno ingrossando, è vero, ha aggiunto, ma la media non arriva nemmeno ai due ettari e c’è molta incidenza sul part-time. Rispondendo a Demagri ha parlato della necessità di creare progetti di filiera per valorizzare i prodotti; c’è poi la questione dei carnivori che preoccupa molto gli agricoltori, ha detto. Ha ribadito poi la necessità di ragionamenti importanti sulla difesa attiva. A Segnana ha risposto che negli ultimi anni diverse attività sono state fatte con l’assessorato, bene, maggiore concertazione servirebbe sui tavoli verdi. Fondamentale per Barbacovi la banca della terra. L’assessore Giulia Zanotelli, in collegamento da remoto, ha proposto alcune specifiche: si è riusciti con il lavoro fatto con la Provincia autonoma di Bolzano a portare a casa le deleghe che servivano ai territori di montagna. Su flavescenza e scopazzi si è intervenuti dalla scorsa legislatura, ha dichiarato, e si vedono i risultati, si pone poi un tema sull’estirpo coatto (la flavescenza è una malattia di quarantena, non gli scopazzi). Sulla zootecnia ha detto che il tema non è di risorse, ma trovare una strategia di comparto: il tavolo che sarà attivato a breve mira a fare chiarezza alla raccolta dei dati puntuale fatta con le strutture di riferimento e si spera di trovare un’unione di intenti in un momento non semplice, ha affermato. Infine ha accennato all’aumento dei costi: si è messo in campo un intervento molto positivo con Cooperfidi nella scorsa legislatura, non mancheranno ulteriori valutazioni. Coordinamento provinciale imprenditori Coordinamento imprenditori: parere favorevole e apprezzamento sui ddl (documento allegato sul sito) Il presidente Andrea Basso ha parlato di un passaggio importante. Alcuni aspetti puntuali vanno poi approfonditi, ha detto, basta poco per inserire una parte tecnica o no in una norma che cambia il senso della stessa. Il ragionamento proposto da Roberto Pallanch ha preso le mosse dall’aumento del Pil e dalle attese di un rallentamento dell’economia. L’ammontare complessivo delle risorse a disposizione della finanza provinciale, ha dichiarato, dà una certa tranquillità. Da dire, ha aggiunto, che ci sono settori che soffrono più di altri, mentre alcuni vanno piuttosto bene: ciò consente di dire che il sistema economico trentino si regge su più gambe che sono ugualmente necessarie e bisogna evitare contrapposizioni e polemiche. Nella manovra ci sono diverse progettualità strategiche rispetto alle quali il Coordinamento si esprime in parere favorevole, ha dichiarato, tra cui sostegno al credito, internazionalizzazione, crescita del terziario, investimenti in infrastrutture, sostegno alle famiglie. Ha citato l’intervento sui giochi olimpici 2026 come importante stimolo all’economia e per la visibilità che darà alla provincia. Ha rilevato il bisogno di investire nella costruzione di un ecosistema digitale amministrativo; ha ribadito che il sistema di infrastrutture va potenziato, vanno completate quelle strategiche per valorizzare la competitività del territorio. Bisogna investire in modo equilibrato sulla mobilità, vanno risolte le questioni anche sulle due arterie chiave di Valsugana e Valdastico. Pallanch ha citato anche le ciclabili. Le risorse sull’Università e sulla ricerca a bilancio, ha affermato, sono importanti per stimolare la crescita del sistema economico Ha ricordato però che a fronte di parecchi interventi sostanziosi del pubblico per la ricerca, la risposta da parte delle imprese è relativa ed è soprattutto da parte di imprese strutturate: bisogna insomma cercare di strutturare il collegamento tra la ricerca e le micro-imprese. Bene per Pallanch le agevolazioni Irap anche graduate sull’applicazione dei contratti (Pallanch ha sottolineato che il patto è stato firmato e costruito dal Coordinamento assieme ai sindacati). Ha posto la questione della grande sfida demografica che richiede il supporto alla natalità tramite un contesto di sostegno alle famiglie, non solo economico: garantire una casa accessibile ai giovani è fondamentale, c’è poi il tema della residenzialità dei lavoratori. Ha scorso quindi i commenti all’articolato riportati nella relazione allegata sul sito (a cui si rimanda per il dettaglio). Confindustria: manovra positiva, stimolare la produttività (documento allegato sul sito) Il direttore generale Roberto Busato ha fatto riferimento al documento (in allegato sul sito). In generale ha espresso giudizio positivo sulla manovra. L’auspicio, ha aggiunto, è che vista la disposizione di risorse si affrontino situazioni che non si erano mai pensate. Sul Nadefp si legge che dal Covid l’economia è sempre cresciuta, dai dati della Camera di commercio emerge un’incertezza delle aziende, con un fatturato in calo dell’1%. Alcuni settori, come il manifatturiero, vedono un calo del 4% con un calo del 21% sugli ordinativi. Ciò merita per Busato una riflessione, se poi si guarda al dato dell’export si vede che già nel 2023 era iniziato un calo che sta arrivando al 2% nel primo semestre 2024. In testa ai Paesi di sbocco delle aziende trentine c’è la Germania, ha ricordato. Per Busato, a fronte del rallentamento indicato e di un’attesa rispetto alla situazione internazionale, nel bilancio la Giunta è andata ad analizzare i punti di forza: un ragionamento condiviso da Confindustria che ritiene fondamentale investire sulla qualità. Oltre ai bandi, ha auspicato, bisognerebbe fare più attenzione a stimolare la produttività delle imprese. Investire su ciò per poter garantire stipendi più alti ai lavoratori a beneficio del Trentino che riuscirà così a essere un territorio attrattivo. Ha citato il problema di denatalità e di lavoro che non si riesce a trattenere nelle aziende: servono nuove idee per fare in modo che il tessuto imprenditoriale diventi più attrattivo. Il problema casa è per Busato importante: ha ringraziato per l’attenzione degli ultimi anni e ha affermato che forse bisogna fare qualcosa di più anche nel senso di alloggi per lavoratori. Servono per il direttore in questo senso misure strutturali e sistemiche a sostegno anche delle famiglie e sull’occupazione femminile e sulla disparità di compensi. Associazione Artigiani: bene le risorse per l’artigianato, ne servono di più Il responsabile Ufficio studi Claudio Filippi ha ribadito la soddisfazione per le risorse destinate alla promozione dell’artigianato: sono cresciute, ma sono ancora insufficienti per un settore che ha bisogno di promozione per rinnovarsi e rigenerare imprenditorialità artigiana. Ha ribadito l’importanza delle politiche abitative: RiUrb è importantissimo per fornire ai lavoratori opportunità di insediarsi in Trentino e la misura sarebbe da rivolgere non solo ai lavoratori temporanei, ma anche a quelli con un contratto a tempo indeterminato. Confcommercio: commercio in crisi, serve un master per manager Il vicepresidente Massimo Bonvicin ha focalizzato il suo intervento su due punti. Il primo relativo al capo terzo dell’articolo 13 della legge di stabilità, il secondo all’articolo 15 legge collegata: c’è una grave crisi del commercio di prossimità, ha rilevato, soprattutto nelle valli dovuto a diversi fattori (affitti, caro parcheggi, ricambio generazionale ed e-commerce) e ha proposto alla Provincia la realizzazione di un master di formazione di manager dei luoghi storici del commercio. Ance: bene la semplificazione, rinegoziazione dei prezzi automatica Il presidente Andrea Basso ha chiesto uno sforzo tecnico che porti al riuso degli edifici abbandonati. Bene la semplificazione, ha detto. Ha proposto una valutazione molto positiva dell’estensione al 2025 per la rinegoziazione dei prezzi che ha auspicato divenga una misura automatica: bene una rinegoziazione, ma potrebbe essere utile riportare l’analisi dei prezzi nel terziario in modo da non dover procedere a una rinegoziazione. Bene per Basso anche gli interventi per la velocità per le opere per i giochi olimpici; ha auspicato l’accorciamento dei tempi che servono per sapere alle aziende per sapere se le aziende hanno vinto o meno una gara (servirebbe almeno dopo 30 giorni una specifica che dica se si ha vinto). Federazione della Cooperazione: coop sociali, servono risorse per i contratti Il presidente Roberto Simoni ha posto l’accento sul settore socio-assistenziale e affini. Nel contesto servono risorse, ha detto: in sede di assestamento sono state stanziate risorse non sufficienti per coprire gli adeguamenti contrattuali, sono in corso con la Giunta (che ha dato disponibilità a coprire la parte mancante, ha precisato) conteggi che saranno disponibili a breve. C’è un tema normativo relativo al passaggio delle risorse dal bilancio provinciale agli enti territoriali. Simoni si è detto favorevole alla costituzione di un fondo immobiliare chiuso da affidare con gara a Sgr. Le professionalità sono adeguate, ha detto, bisogna modificare la normativa perché siano indicati come soggetti che possono prestare servizi socio-assistenziali le cooperative. Associazione albergatori: bene le olimpiadi, serve assistenza sanitaria per turisti Il presidente Giovanni Battaiola si è detto favorevole alle misure legate alle olimpiadi. Produttività: ci si ragiona da tempo nel settore, ha detto, lo stipendio è dopo la pandemia un tema su cui le imprese hanno dovuto accettare le richieste dei lavoratori. L’aspetto per Battaiola passa anche per alcune questioni che si trovano positivamente nell’aggiornamento del Defp e danno la possibilità di ragionare sulla stabilità dei lavoratori, un’esigenza espressa dal mercato. Favorevoli gli albergatori anche alle misure sul tema casa. Sulla sostenibilità ha ricordato il progetto della riorganizzazione del marchio Trentino che conterrà valori importanti: una scelta che si condivide in senso assoluto, se questa è la scelta però il ragionamento va inserito in un progetto più ampio per non avere doppioni. Ancora, Battaiola ha parlato degli stanziamenti in finanziaria per le infrastrutture: bisogna aumentare le parti legate alla mobilità. Infine la questione sanitaria: per gli ospiti che arrivano sul territorio l’assistenza è affidata ai medici di base, ma il sistema non sta funzionando. Il Trentino non può permettersi di non soddisfare l’esigenza sanitaria puntuale sul momento degli ospiti. Confesercenti: digitalizzazione, welfare, chiarezza sul marchio Esg Il presidente Mauro Paissan ha descritto la digitalizzazione non più come un’opzione, ma come un pilastro per un Trentino competitivo. Ha richiamato il processo in corso sulla fibra veloce: ci sono ancora dei rallentamenti rispetto ai tempi che si erano dati. In questo senso ha richiesto rassicurazioni, non tanto sull’implementazione della fibra, ma anche sulle azioni che ne derivano per l’implementazione del servizio. Sul tema dei contributi Paissan ha espresso favore rispetto al richiamo al patto siglato tra mondo datoriale e il mondo dei lavoratori in ambito contributivo; irricevibile vincolare le imprese più piccole. Sul welfare ha espresso la necessità di un territorio attrattivo per famiglie e imprese. Su assegno di natalità e congedi parentali: bene, ma l’approccio sembra ancora spot e non consente di affrontare ancora in modo strutturale e coraggioso il tema della famiglia. Infine ha ribadito la richiesta di attenzione della Giunta e dei consiglieri al comparto del commercio: la preoccupazione è nota, ha detto. Ha quindi chiesto chiarezza sul marchio Trentino, come la proposta contenuta nella manovra con la certificazione Esg si collochi per evitare sovrapposizioni. Confermato ai ddl da parte di Confesercenti un sostanziale parere favorevole. Gli interventi Francesco Valduga (Campobase) è intervenuto parlando delle audizioni: un momento importante, ma non il luogo per avviare un dibattito. Si sono ascoltati ragionamenti svariati, ha dichiarato, ma pare che, al di là di puntualizzazioni fatte, ci sia un giudizio positivo. Sul bisogno della salute dei turisti: se si costruisce un sistema di continuità ospedale-territorio per cui i residenti trovano risposte altrove rispetto ai punti di primo soccorso, questi ultimi potrebbero servire per gli ospiti del turismo. Valduga ha anche auspicato una riflessione profonda nel senso delle infrastrutture e dell’innovazione sulla mobilità. Vanessa Masè ha proposto tre domande: a Busato ha chiesto delle aggregazioni aziendali, ha ricordato il suo emendamento della scorsa legislatura e chiesto un aggiornamento. Ha chiesto un punto sul tema del rinnovo della deroga dei plateatici e una stima sulle risorse indicate da Simoni. Mariachiara Franzoia (Pd) ha chiesto le tempistiche dei conteggi in merito (la risposta è stata che si arriverà a febbraio). Su RiUrb invece ha chiesto se c’è una preoccupazione sui servizi aggiuntivi e di contorno complementari alla costruzione di alloggi. Poi una riflessione sul marchio: si capisce che non è stato concertato, ci sono stati tavoli? Ha auspicato un confronto in merito. Michela Calzà (Pd) ha ripreso i dubbi sul marchio Esg: risulta che fosse una necessità delle società quotate, non si capisce a livello territoriale come possano adeguarsi le aziende di calibro minore e quale sia la riconoscibilità sui mercati. Si è detta preoccupata per l’andamento industriale nei settori meccanico, dell’automotive, della carta. Paolo Zanella (Pd) ha sollevato il tema del sociale riferendo, in merito all’Alta Valsugana, casi di ricorso ad una voucherizzazione con liste aperte: le cooperative sociali non possono programmare investimenti, ciò mette a rischio il sistema. Inoltre sul tema casa ha precisato che le case previste dal progetto sono anche per i lavoratori temporanei; non si sta facendo abbastanza, ha detto. Il fondo chiuso produrrà risultati tra 4-6 anni, ha aggiunto, si vogliono prendere lavoratori in Argentina, servono altre leve. Ha chiesto infine il ruolo della grande impresa in ciò citando il caso Olivetti. Paola Demagri ha chiesto se c’è una situazione predominante che ha permesso la crescita del Pil in Trentino. Busato ha risposto che sul tema delle aggregazioni di imprese si era chiesto un aiuto perché era strettamente legato alla competitività delle imprese trentine: si continua a chiedere che vengano destinate risorse. Ha poi ricordato la filiera manifatturiera e detto che in Trentino si deve investire sulle nuove tecnologie perché sono le aziende che sono andate bene soprattutto all’estero quelle che hanno aumentato il Pil.







Ha poi parlato della crisi dell’automotive e delle crisi delle cartiere che perdura da un anno, della crisi del settore della moda e del calzaturiero, del vetro e della chimica. Ci si troverà per Busato di fronte a mesi con licenziamenti e casse integrazioni che non si vedevano dal 2018. Ci sono però anche aziende che stanno andando bene, ha precisato, e sono quelle che hanno investito e continuano a investire. Sul tema casa ha ricordato che le grandi aziende stanno cercando di fare qualcosa, ma si deve sempre stare attenti perché Olivetti è stato un visionario, ma è anche fallito. Il direttore della Federazione della Cooperazione Alessandro Ceschi ha risposto alla domanda relativa alle risorse per il rinnovo dei contratti delle cooperative sociali dicendo che, viste le previsioni a bilancio, si registrerà un esubero per 1,5 milioni sul 2024 e sugli anni successivi un’insufficienza di risorse per circa 5 milioni di euro all’anno. Non sono state allocate queste risorse, in accordo con la Giunta, perché i conteggi per verificare puntualmente sono piuttosto articolati, ha spiegato. Vanno fatte verifiche puntuali che si immagina di riuscire a concludere per febbraio. Ha posto poi il tema normativo di allocazione delle risorse che passano, con un doppio salto, dalla Provincia alla Comune o Comunità e poi dall’ente gestore o alla cooperativa. Rispondendo a Zanella sul caso dell’Alta Valsugana ha parlato di una minaccia: il costo per la gestione del servizio è quantificabile tra i 38-39 euro con un paniere di 100.000 ore. L’importo messo a base dei voucher è di circa 37,10 euro, comunque sotto al conteggio fatto per rendere sostenibile il servizio. Il meccanismo dei voucher con liste aperte è pericoloso, ha aggiunto. Battaiola ha ricordato che il marchio parla la stessa lingua delle certificazioni, ma non è una certificazione, si avvicina a quella che diventerà a breve una necessità. Paissan ha riproposto un invito a Consiglio e Giunta a fare una riflessione di medio e lungo termine in tema di welfare, della famiglia dei collaboratori. Sul marchio ha ricordato che non si sapeva nulla, si è letto in legge e si dice che la scatola va bene, ora bisogna capire quale è il contenuto. Infine ha imputato la crescita del Pil a un combinato di fattori e concluso che un Trentino forte in futuro potrà essere solo il risultato di un sostegno trasversale dell’intero sistema. Nel ringraziare i presenti, Daldoss si è detto convinto che al Trentino più di un marchio serva un brand, non è facile, ma il territorio deve essere percepito come un territorio di qualità.

Audizioni in prima Commissione: sentiti Camera di Commercio e Sindacati

Nel pomeriggio la prima Commissione permanente di Carlo Daldoss, impegnata nell’esame della manovra finanziaria della Provincia, ha ospitato le audizioni della Camera di Commercio, industria e artigianato e delle organizzazioni sindacali (documenti allegati nel giornale online). I lavori di audizione della Prima Commissione si concluderanno lunedì mattina con l’ascolto del Consiglio delle autonomie locali. Nei giorni successivi seguirà la discussione dell’articolato e il voto sui disegni di legge. Nella giornata di domani si riuniranno le Commissioni legislative per esprimere ciascuna il parere sugli articoli di competenza.

Camera di Commercio: manovra pragmatica e incentrata sulla concretezza

Per la Camera di Commercio, industria e artigianato sono intervenuti Andrea De Zordo e Massimo Pavanelli, che hanno esaminato le linee di impostazione della manovra, inquadrandola preliminarmente in un contesto generale. L’economia reale sta crescendo in maniera meno rapida rispetto alle attese, hanno premesso, mentre sul versante dell’inflazione il percorso di rientro sembra completato. Nel frattempo stanno emergendo dei problemi strutturali: il nostro ambito locale deve rapportarsi ad una situazione di piena occupazione, ma al contempo con la difficoltà di trovare occupazione nuova e fresca per agevolare l’economia. Dobbiamo constatare l’inasprimento e peggioramento delle politiche tariffarie, sintomo del peggioramento del quadro politico internazionale. Per quanto riguarda la nostra Provincia il quadro non è dissimile: nei primi sei mesi dell’anno il fatturato delle imprese è diminuito dello 0,8% rispetto al corrispondente trimestre dell’anno precedente ed abbiamo evidenziato la contrazione dei ricavi nel manifatturiero e nell’edilizia, mentre per i trasporti abbiamo potuto apprezzare una situazione anche molto positiva. Come prevedibile, terminata la stagione dei super incentivi è mutato il trend anche nel settore dell’edilizia che presenta una contrazione dei ricavi. Si può in generale parlare di una sostanziale stagnazione, seppur con un lieve miglioramento rispetto ad inizio anno.

Su queste premesse De Zordo ha espresso una sostanziale condivisione rispetto all’impianto della manovra, pragmatica e incentrata sulla concretezza. Bene i 450 milioni destinati alle opere pubbliche e anche i 200 milioni per la ricerca e i 35 in conto capitale a favore delle imprese. Apprezzato anche lo sforzo per confermare le agevolazioni Irap, Imis e, seppur modificata, l’addizionale Irpef in vigore. Il Presidente di Camera Commercio si è poi soffermato su tre temi in particolare. In primis la minor disponibilità di forza lavoro, per fronteggiare la quale occorre aumentare la produttività, che in Trentino risulta diminuita del 7,6% rispetto al 2001, mentre regioni europee simili alla nostra hanno continuato a crescere e sono oggi al +30%. Per recuperare il terreno perduto, stando al rapporto Ocse, servirebbe una maggiore internazionalizzazione, la promozione dell’alta tecnologia, la capacità di attrarre e formare lavoratori qualificati e il sostegno all’occupazione femminile. Un aiuto importante potrebbe derivare anche dall’intelligenza artificiale, a condizione che possa essere gestita in maniera consapevole come uno strumento da governare, anche grazie all’università di Trento (bene la disponibilità economica messa in campo dalla Pat). Per guadagnare attrattività del territorio per i lavoratori, occorre considerare non solo le retribuzioni, ma anche l’annosa questione della casa, un tema sul quale si dovrebbe osare di più, introducendo strumenti capaci di restituire equilibrio nella destinazione dei patrimoni immobiliari.

Antonella Brunet (Lista Fugatti) si è chiesta se il Superbonus possa essere responsabile del calo descritto: serve rendere attrattivo il territorio e a suo avviso in questo bilancio ci sono spunti in questa direzione, non ultime le ristrutturazioni dei centri storici e il recupero edilizio che potrebbe incrementare il lavoro per il settore.

Paola Demagri (Casa Autonomia) si è compiaciuta che siano usciti spunti su due questioni, ovvero la partecipazione femminile e delle giovani generazioni nel tessuto imprenditoriale trentino. Ha chiesto se ci sia un trend che possa influire rispetto al Pil.

Vanessa Masè (Civica) ha chiesto maggiori informazioni sul settore dei trasporti descritto come non particolarmente penalizzato.

Lucia Coppola (AvS) ha chiesto se, con riferimento alla forza lavoro, collegato all’aumento della produttività, ci si sia interrogati sulla componente migranti.

Maria Bosin (Patt) ha chiesto se siano stati fatti dei ragionamenti sul tema della filiera del legno perché la sensazione raccolta sul territorio è quella di una grande preoccupazione.

De Zordo ha confessato la preoccupazione per il tema filiera del legno, anche se il confronto con il periodo pre Covid è positivo. La capacità delle nostre aziende è sicuramente cresciuta per l’esperienza maturata dopo Vaia e dopo il Covid ed adesso ci si trova con molti investimenti che vanno aldilà del mercato.

Il trend economico trasmette una situazione che parla di risparmi in crescita, spesso identificati come elemento di forza, ma nella realtà sintomo di una scarsa voglia di investire. Sul tema della forza lavoro apprezziamo lo strumento in via di definizione proposto dalla Giunta per la ricerca di personale fuori dai confini nazionali, a patto che abbia caratteristiche ben precise di formazione in loco dal punto di vista linguistico, pratico e della sicurezza. Per quanto riguarda i trasporti la crescita del settore va interpretata nel complesso e non bisogna trascurare le problematiche del trasporto verso l’Austria e la possibile catastrofe qualora non venisse interrotto il folle piano di ridurre il traffico su gomma. Le micro imprese hanno particolare valore per la loro componente sociale, per garantire che il Pil generato rimanga sul territorio, oltre che per mantenere vivi i territori: è dunque fondamentale alimentarle anche per invertire il trend cui stiamo assistendo. Quanto al Superbonus, occorre fare un ragionamento complessivo anche tenendo conto degli altri incentivi: si tratta di misure necessarie per uscire da una situazione di difficoltà, anche se poi la gestione è sfuggita di mano. Stiamo cercando di cambiare la mentalità dei giovani che vanno valorizzati in tutti i contesti: non tutti al liceo, per capirci, ha detto. Servirà la salvaguardia del lavoro femminile, introducendo maggiore flessibilità.

Sindacati: tre posizioni distinte

I Sindacati sono intervenuti con tre documenti distinti. In sintesi si potrebbe dire che la Cisl ha espresso una valutazione sostanzialmente positiva della manovra, la Uil intermedia e la Cgil molto negativa.

Michele Bezzi (CISL) ha espresso la grossa preoccupazione per la situazione economica ed occupazionale. Le risorse del Pnrr sono cruciali in questo senso e l’auspicio è che i lavori siano completati in tempo utile. Positive le volontà espresse nell’area salute e benessere, mentre per le Rsa assistiamo ad un aumento dei posti letto che dovrebbe andare di pari passo con l’aumento dell’organico: lo slogan deve essere “prendiamoci cura di chi ci cura”. Bene gli investimenti in strutture fisiche ma affinché la ricaduta sul territorio sia positiva serve prima di tutto rendere attrattivo il lavoro in sanità e nell’assistenza. La centralità del sistema sanitario è necessaria, ma valorizzando tutte le professionalità che ci lavorano, tecnici e amministrativi inclusi: rimarchiamo la preoccupazione sull’esternalizzazione ed auspichiamo una gestione diretta che possa offrire un servizio migliore e al contempo rappresentare un risparmio. Positiva l’attenzione alla transizione ecologica e digitale, anche se deve andare di pari passo con la formazione e con l’attenzione ai cittadini. Quanto al piano casa siamo contenti ci siano nuove risorse e tanti progetti che auspichiamo vegano definiti in tempi brevi per dare risposte. Siamo convinti che il turismo e il commercio siano prioritari, ma serve un miglioramento. Bene le risorse per investimenti e sviluppo, rimane il tema del ridotti investimenti delle imprese private che andrebbero spinte verso il potenziamento della formazione all’interno dell’azienda. Sulle politiche industriali abbiamo visto poco, mentre servirebbe maggiore attenzione. Positiva la salvaguardia del territorio e la prevenzione per quanto possibile.

Riteniamo assolutamente un ottimo risultato quanto ottenuto con l’accordo sulla nuova legge 6: l’inserimento della clausola rispetto l’applicazione dei contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni maggiormente rappresentative va nel verso da noi auspicato di tutela delle lavoratrici e lavoratori come di tutela delle imprese responsabili che investono. Va definito un patto per la crescita degli investimenti alle imprese con il trasferimento del valore aggiunto ai lavoratori con promozione del tavolo dei salari e il superamento di alcune resistenze del settore produttivo e il raggiungimento di un accordo-protocollo per la crescita di imprese e salari. Condividiamo la scelta della detrazione Irpef ma non la riduzione dell’esenzione per chi non ha figli a carico: auspichiamo si possa introdurre un correttivo in questo senso e chiediamo l’adeguamento dell’indicatore Icef all’inflazione.

Infine, spiace la totale assenza di un riferimento ai migranti: per elevare la coesione sociale serve una maggiore assunzione di responsabilità.

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Delibera veloce

Walter Alotti (UIL) ha detto di aver trovato soddisfacente nella precedente manovra l’elevazione dell’esenzione Irpef che qui è purtroppo saltata. Era molto più equo aggiungere risorse alzando la soglia dei 30.000 euro. Riguardo all’Imis si è messo mano a quella delle aziende mentre non si è toccata quella delle famiglie: chiediamo che si incida sulle tariffe per quanto riguarda le famiglie in modo che gli alloggi lasciati sfitti vengano penalizzati.

In tema fiscale da rivedere poi per la UIL la politica provinciale della tassazione IMIS, a cui si mette mano per le imprese, ma non si prevedendo un innalzamento della tassa per chi non affitta appartamenti ed alloggi sfitti per gli immobili residenziali. Inconcepibile l’immobilismo della Giunta riguardo all’Irap delle aziende. La conferma del taglio generalizzato per tutte le imprese e non selettivo a favore di chi investe e aumenta la propria dimensione o che concede aumenti retributivi, gioca contro la buona concorrenza fra imprese e premia la pigrizie dei tanti imprenditori trentini abituati ad essere coccolati da mamma Provincia.

Relativamente al tema “casa”, non si è provveduto all’istituzione del Fondo per la morosità incolpevole o di un Fondo di garanzia per l’affitto degli alloggi privati sul mercato e si rimanda a fine 2025 la rimessa in circolo e riassegnazione di 500 alloggi di risulta sfitti perdendo un altro anno. Non si parla ancora di revisione dell’inflazione rispetto all’indicatore Icef e si propongono inutili bonus come quello per la natalità a chi può fare il terzo figlio: non riusciamo a capire il ritardo della Pat a questo riguardo.

Non risultano investimenti o cambi di passo e regia rispetto alla politica sanitaria. Sulla scuola, oltre a ribadire il fatto che siamo soddisfatti del rinnovo contrattuale, ci sono una serie di misure che riguardano organico e ruoli che si potrebbero risolvere, mentre c’è un precariato stabilizzato. Riguardo al precariato negli istituti di Formazione Professionale la UIL chieda sia inserito come requisito per accedere alle prove concorsuali, che almeno uno dei necessari 3 anni prestati sia stato svolto nelle istituzioni formative provinciali: si eviterebbe che docenti già di ruolo nelle scuole paritarie possano partecipare a prove previste da una norma voluta per la stabilizzazione del personale a tempo determinato.

Infine, la volontà della Giunta di concentrare risorse solo pubbliche, oltre quelle già definite in assestamento (inceneritore – funivia del Bondone), su opere sportive (stadio calcio e palazzetto sport) e strutture per l’attività olimpico sportive che, a nostro parere, dovrebbero essere finanziate o realizzate con doveroso parziale investimento dei privati o perlomeno in partenariato pubblico privato. Bisogna assolutamente uscire dalla logica della socializzazione dei costi e dalla privatizzazione dei profitti, purtroppo imperante in Trentino. Un ultimo spunto riguarda l’assenza di alcun riferimento ai temi della migrazione e dell’accoglienza.

Andrea Grosselli (Segretario generale CGIL) ha riconfermato alcune posizioni rappresentate dalle due sigle sindacali. La relazione di Cgil parte però dalla constatazione dell’assenza, nel bilancio, di un’analisi dei punti deboli della nostra autonomia. Primo su tutti, l’aumento dei poveri in Trentino, passati dal 5,1 al 6% negli ultimi tre anni. Ma ce ne sono altri che negano la retorica del “va tutto bene”: il 50% dei trentini non riescono a risparmiare, in un periodo in cui l’occupazione va a gonfie vele. La situazione sta peggiorando di anno in anno e il raffronto con l’Alto Adige è impietoso. Tra le regioni del Nord il Trentino rileva il dato peggiore. E’ da qui che si dovrebbe partire, ammettendo che i problemi ci sono e vanno affrontati. Il vero tema è la distribuzione delle risorse che rende questa società sempre più diseguale e il 40% delle famiglie detiene il 20% della ricchezza finanziaria. Proprio perché abbiamo una fase espansiva dell’economia è di questi che dovremmo preoccuparci. E’ questo problema che dovremmo porci perché cosa accadrebbe qualora ci trovassimo di fronte ad una situazione di recessione? C’è qualcosa che non va e che occorre affrontare. Il tema dell’inflazione non è stato minimamente affrontato e non si tiene conto che ad esempio oggi, rispetto al 2018, il gas costa il 64% in più. Similmente anche i prodotti alimentari costano il 30% in più, mentre è del 46% la crescita degli oneri finanziari. Questi sono carichi incomprimibili e che pesano quasi il doppio sulle famiglie povere rispetto a quelle ricche. A questo si aggiunge che abbiamo sempre meno occupazione qualificata e sempre più occupazione nei settori poveri. Uno squilibrio generale che non è accompagnato da politiche che cercano di invertire la rotta. I titoli di studio richiesti dalle nostre aziende sono sempre più professionali (la laurea solo nel 10% dei casi). Quello che contestiamo è che la Giunta sta dividendo i settori produttivi: il turismo non ha mai avuto numeri di questo tipo e la redditività delle loro imprese cresce: in questo momento espansivo in cui i loro bilanci vanno benissimo facciamo tre bandi qualità, l’ultimo per cambiare i sanitari agli albergatori. Non ha senso: se ti sta andando tutto bene perché devo aiutarti? Noi rappresentiamo tutti i lavoratori, mentre la strategia provinciale è divisiva perché pone enfasi su alcuni rispetto ad altri settori. La produttività del lavoro negli ultimi anni, si sa, ristagna. In base al rapporto Draghi la differenza la fanno le specializzazioni produttive, l’informatica, l’elettronica, i servizi evoluti alle imprese. Ecco perché è sbagliato e si fa un danno a dividere i settori e a non occupasi e a non investire di più in settori evoluti. Lo dobbiamo fare anche per diventare più attrattivi per i nostri giovani, banalmente copiando quanto si fa in Alto Adige, dove si cresce. Questa manovra fa acqua da tutte le parti, per come è presentata. Noi crediamo che la manovra sia sbagliata e che nel futuro si vedranno le conseguenze. Speriamo che l’idea di riprendere la discussione sul tavolo dei salari (prossimo incontro il 6 dicembre) si apra nel segno della concretezza, ha aggiunto.

Da queste premesse Grosselli ha illustrato alcune proposte emendative, ne citiamo solo alcune, per le altre rimandiamo al documento. Si chiede di fare in Trentino un copia-incolla di quanto fatto dalla Giunta di centro destra altoatesina che su iniziativa di Kompatscher ha applicato un meccanismo di sgravi fiscali Irap che ha chiesto di definire alle parti sociali. Altra richiesta: sostituire i tirocini estivi con l’apprendistato stagionale: si può fare così come si fa in Alto Adige o in Emilia Romagna. Ancora: in considerazione della crisi demografica in atto e dei fabbisogni occupazionali del territorio, si chiede l’istituzione dell’organismo per l’analisi dei fabbisogni occupazionali previsto dalla legge provinciale sul lavoro. A sostegno della conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro si propone di rivedere il sistema di finanziamento dei servizi conciliativi con voucher di servizio, oltre al sostegno del congedo di maternità e del congedo parentale nel settore privato. Sulla falsariga di quanto avviene a Bolzano si propone di adottare uno strumento di sostegno al reddito tramite una specifica convenzione con Inps rivolta ai pensionati titolari di assegni minimi, previa valutazione della condizione economico-patrimoniale del nucleo famigliare.

Francesco Valduga (Campobase) è tornato brevemente su quello che ha definito “equivoco”, ovvero il mancato incontro dei Capigruppo con i rappresentanti sindacali che avrebbe presupposto l’interruzione di una seduta di Consiglio provinciale straordinaria dedicata alle Minoranze linguistiche. Accanto a questa inopportunità, ha aggiunto, sarebbe stato irrituale superare la Commissione anticipando il sacrosanto confronto che c’è stato oggi. Peccato che la prudenza concorra ad alimentare una narrazione che ha definito “imbarazzante per l’impegno e la fatica che si sta cercando di mettere nel proprio lavoro”. Tornando al tema della Commissione, ha detto che gli sembra che i sindacati presentino posizioni diverse, partendo da una Cisl sostanzialmente soddisfatta e disponibile, passando per una Uil con atteggiamento intermedio e una Cgil fortemente critica. Sono d’accordo con la necessità descritta da Grosselli di analizzare il contesto nel suo complesso e di dover partire da lì. A me sembra che la critica principale a questa manovra è che, nonostante siamo di fronte ad un governo in continuità, anziché sperimentare e innovare si tampona con interventi a spot, nel senso dell’annuncio che correla l’intervento alla ricerca del consenso.

Roberto Paccher (Lega) ha difeso la scelta dei Capigruppo di ieri: durante i lavori non si può sistematicamente sospendere l’attività, ha detto.

Il Presidente del Consiglio Claudio Soini, presente in Commissione, ha ammesso il disagio nell’essere stato chiamato in causa in questa vicenda. Mi sono state addossate colpe che non ho, ha detto, perché ho semplicemente rimesso ai Capigruppo la richiesta di incontro e i gruppi si sono espressi nella maniera che sapete. Detto questo, ribadisco comunque la mia personale valutazione sull’inopportunità dell’incontro in quella sede per lo svolgimento contestuale della seduta annuale con le Minoranze linguistiche. Tra l’altro, ha aggiunto, credo che ci siano le sedi deputate per affrontare quei temi e che sia stata data anche la disponibilità dei consiglieri a fare gli approfondimenti richiesti.

Il Trentino non è un isola a sé stante e risente di quello che accade anche nel complesso, ha osservato il presidente Carlo Daldoss. Questa manovra ha una sua coerenza e un suo equilibrio e l’agricoltura e il turismo non mi sembrano tanto privilegiati. I cicli economici ci sono sempre stati e sempre ci saranno, ha aggiunto.

I lavori di audizione della Prima Commissione si concluderanno lunedì mattina con l’ascolto del Consiglio delle autonomie. Nei giorni successivi seguirà la discussione dell’articolato e il voto sui disegni di legge. Nella giornata di domani si riuniranno le Commissioni legislative per esprimere ciascuna il parere sugli articoli di competenza.




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