Il contribuente potrà presentare l’istanza, entro 60 giorni dalla notificazione della cartella, tramite pec o allo sportello dell’Agenzia delle Entrate.
Cartelle esattoriali contenenti debiti prescritti o già saldati. Sono alcuni dei casi in cui il contribuente può richiedere l’annullamento del debito facendo ricorso alla sospensione legale della riscossione. Ricevuta la cartella esattoriale è sempre buona norma verificare che la richiesta di pagamento sia legittima e, se così non fosse, presentare istanza di sospensione.
È possibile presentare istanza nei casi in cui il pagamento:
- sia stato effettuato prima della formazione del ruolo;
- vi sia provvedimento di sgravio emesso dall’ente creditore;
- in caso di prescrizione o decadenza intervenute prima della data in cui il ruolo è stato reso esecutivo;
- sospensione amministrativa (dell’ente creditore) o giudiziale;
- sentenza che abbia annullato in tutto o in parte la pretesa dell’ente creditore.
Sospensione cartelle esattoriali: istanza da presentare entro 60 giorni
Il contribuente potrà presentare l’istanza, entro 60 giorni dalla notificazione della cartella, tramite pec o allo sportello dell’Agenzia delle Entrate. In entrambi i casi la domanda dovrà contenere il modulo SL1 – Sospensione legale della riscossione, appositamente compilato, e tutta la documentazione a supporto della motivazione a base della domanda di sospensione. Ricevuta l’istanza, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione la trasmette all’ente creditore e, in attesa della risposta, sospende le procedure di riscossione.
L’ente creditore avrà 220 giorni di tempo per comunicare l’esito dell’istanza. Trascorso inutilmente tale termine, la legge prevede che il debito venga annullato. Nel caso in cui i documenti allegati alla domanda non siano idonei a dimostrare che il pagamento non è dovuto, l’ente creditore comunica il rigetto della richiesta e l’Agenzia delle Entrate-Riscossione riprenderà le attività di riscossione.
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La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
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