Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara in un’intervista a Il Messaggero ha espresso forte critica verso la contrazione degli studi classici e delle radici culturali italiane avvenuta negli ultimi anni nelle scuole.
“Bisogna tornare a studiare maggiormente la storia greca, la cultura latina con i suoi valori di humanitas, il contributo del cristianesimo e la stagione umanistica del Rinascimento” ha affermato Valditara, rimarcando l’importanza di non “sacrificare nulla del nostro tragitto verso la modernità”.
Il Ministro ha individuato nel movimento del ’68 l’inizio di un “sradicamento” culturale, con la confusione tra principio d’autorità e autoritarismo che ha portato a negare la responsabilità individuale in favore di un’iperfetazione dei diritti a scapito dei doveri. “È iniziato un puntare sul desiderio, confondendo diritti e desideri” ha spiegato.
Valditara ha però respinto l’accusa di esagerare con la meritocrazia, ribadendo che per lui il merito non è un concetto elitario ma costituzionale: “Dare il meglio di ciò che ciascuno può offrire con il proprio impegno”. Il compito della scuola è individuare e valorizzare i talenti di ogni persona.
Riguardo le occupazioni nelle scuole, fenomeno di protesta diffuso, il Ministro si è detto preoccupato soprattutto per i danni arrecati agli edifici, ribadendo il principio “chi rompe paga”. Da quando a febbraio ha posto il tema del far pagare i danni, le successive occupazioni non hanno causato devastazioni: “Se un giovane devasta la sua scuola vuol dire che non ne ha capito i valori”.
Infine, Valditara ha affrontato il tema dell’intelligenza artificiale usata dagli studenti per i compiti, definendola uno strumento da maneggiare con saggezza sotto la guida dei docenti, senza permettere di aggirare le prove individuali. Il Ministro ha inoltre sottolineato l’importanza dei libri, invitando i genitori ad abituare i figli alla lettura piuttosto che all’uso eccessivo di cellulari e tablet.
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