apporto del risparmio privato e senza la professionalità degli intermediari.
Nell’area dell’euro – ha ricordato – si genera un risparmio che supera l’ammontare degli investimenti e che viene in parte impiegato all’estero. Al fine di trattenere il risparmio domestico e attrarre risorse internazionali, è necessario un mercato dei capitali europeo integrato, efficiente, liquido, all’avanguardia tecnologica, in grado di allocare il risparmio nelle mani degli imprenditori più capaci.
Un mercato dei capitali unico – ha sottolineato Panetta – accrescerebbe i flussi di investimento tra paesi e offrirebbe a famiglie, imprese e intermediari migliori opportunità di diversificazione dei rischi, attenuando l’impatto delle fluttuazioni cicliche.
I mercati dei capitali europei rimangono però poco sviluppati e frammentati, – ha riconosciuto il Governatore – nonostante gli sforzi di integrazione compiuti con la legislazione dell’Unione. Nell’area dell’euro il valore in rapporto al PIL delle obbligazioni emesse dalle imprese è un terzo di quello degli Stati Uniti; inoltre, sebbene il capitale di rischio rappresenti in entrambe le aree la principale fonte di
finanziamento, le azioni sono prevalentemente non quotate, mentre negli Stati Uniti sono in gran parte negoziate in borsa, consentendo alle imprese di attingere a un ampio bacino di investitori. In Europa vi sono 59 mercati azionari regolamentati, riconducibili a oltre 30 gruppi proprietari; tra le infrastrutture borsistiche si contano 27 depositari centrali e 10 controparti centrali. Negli Stati Uniti operano 24
mercati azionari, in gran parte facenti capo a 4 gruppi, un depositario centrale e una controparte centrale.
Credo siano evidenti gli svantaggi che il nostro assetto frammentato genera in termini sia di funzionalità e liquidità, sia di barriere all’ingresso per risparmiatori e imprese. – ha affermato Panetta – Per progredire verso un unico mercato dei capitali europeo vanno risolti due problemi fondamentali. Il primo è la mancanza di un titolo pubblico europeo privo di rischio. Il secondo ostacolo alla creazione di un mercato dei capitali europeo è l’incompletezza dell’Unione bancaria.
Il settore creditizio rimane frammentato lungo linee nazionali: manca un fondo europeo di garanzia dei depositi, il sistema di gestione delle crisi bancarie è incompleto e rimangono ostacoli al trasferimento di capitale e liquidità dei gruppi bancari tra paesi
(Teleborsa) 31-05-2024 11:21
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