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di Francesco Pontelli

I tagli rimangono sempre lineari mentre il debito pubblico cresce sempre verticale.

I Fondi europei del PNRR destinati all’Italia sono circa 191 miliardi di cui 123 a debito e quasi 69 a fondo perduto.

La destinazione iniziale era quella di privilegiare gli investimenti in grado di aumentare la competitività del sistema Italia oltre ad altri prettamente ideologici.

Invece, tutti gli enti locali hanno utilizzato questa dotazione finanziaria europea, si ribadisce oltre 2/3 a debito, come uno degli innumerevoli finanziamenti a pioggia ed utilizzati per la realizzazione di piscine, campi da golf, piste ciclabili tram, solo per offrire un esempio, Il cui effetto relativo al raggiungimento di una maggiore competitività del sistema paese risulta assolutamente nullo.

L’unico obiettivo, invece, il cui raggiungimento sarebbe stato in grado di ripagare il debito stesso più gli interessi.

La capacità di attrarre questi finanziamenti straordinari per opere assolutamente non fondamentali, tuttavia, si sta rivelando non solo inutile in relazione all’obiettivo anche a causa dei ritardi della macchina burocratica, ma persino controproducente.

Il governo in carica, infatti, ha annunciato come uno dei criteri adottato per un ulteriore taglio dei Fondi destinati agli enti locali, che sarà ancora una volta lineare, è stato individuato nell’utilizzo o meno dei fondi del PNRR.

In altre parole, una parte della spesa corrente che veniva finanziata dallo Stato attraverso i trasferimenti statali agli enti locali, verrà tagliata sulla base dei debiti che, sempre in nome dello Stato, gli enti pubblici hanno creato per finanziare delle “opere di respiro locale”.

In buona sostanza, la crescita del debito pubblico determinata dall’utilizzo dei fondi europei, risulta essa stessa fonte di riduzione dei trasferimenti “storici” destinati agli enti stessi, i quali il debito hanno contribuito a crearlo.

In un sistema, quindi, nel quale la crescita della pressione fiscale risulta “Perpetua” e con lei anche la dotazione finanziaria dello Stato,la realizzazione di opere, si ripete,

di “respiro locale” a debito, determinerà la riduzione della dotazione finanziaria statale destinata agli enti locali finalizzata ai servizi essenziali. 

La spesa pubblica corrente, quindi, non solo viene ridotta in ragione di un debito pubblico “straordinario” verso la Unione europea dei fondi PNRR, il quale inevitabilmente continua a crescere ed a compromettere lo stesso futuro dello sviluppo economico del paese ma determina una riduzione dei servizi stessi. 

La stessa origine dei tagli orizzontali alla spesa pubblica corrisponde sempre più ad un aumento del debito come una riduzione delle potenzialità degli enti locali nella erogazione dei servizi alla cittadinanza i quali rappresentano chi veramente pagherà questa manovra finanziaria. 

Ulteriore dimostrazione della assoluta mancanza di visione in un rapporto di crescita tra spesa pubblica, debito pubblico e crescita economica. 

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