diDaniela Corneo
Il progetto definitivo per la messa in sicurezza del monumento è al vaglio del ministero a Roma, poi un mese di tempo ai tecnici per l’esecutivo. Bruni: «Ci sono stati terremoti vicino di recente ma la risposta della Torre è stata elastica»
Il progetto definitivo per la messa in sicurezza della Garisenda è al vaglio del ministero a Roma. È stato consegnato poche settimane fa e adesso i tecnici attendono il via libera per poter procedere poi con il progetto esecutivo. «Il progetto è molto corposo e complesso — spiega Raffaela Bruni, a capo del pool di esperti chiamati per monitorare e consolidare la torre malata —, ci aspettiamo che il ministero ci metta almeno un mese per studiarlo e dare poi il via libera».
«Tutto procede come da prassi»
Insomma, per ora tutto procede come da prassi, tenendo conto, spiega la stessa Bruni, che «questo progetto in questo momento è un unicum in tutto il mondo, non ci sono altri interventi di questo tipo». Non appena il ministero metterà la sua firma sul progetto definitivo, che era stato già presentato nel suo impianto generale e preliminare già qualche mese fa, «poi i tecnici avranno solo un mese di tempo — spiega Bruni — per redigere la progettazione esecutiva e, una volta ricevuto l’ok, far partire il cantiere. Ma non dovrebbero aver problemi con i tempi, perché ormai mancano solo degli aspetti di dettaglio».
In pratica la squadra di esperti è già molto avanti, le idee su come verrà realizzato il cantiere per la messa in sicurezza della torre sono chiare da alcuni mesi, ormai. Si tratta solo di partire. «Una volta arrivato l’ok del ministero anche sul progetto esecutivo — continua Bruni —, quindi si andrà verso il 2025, nell’anno nuovo si andranno a prendere i tralicci di Pisa». Che nel frattempo saranno già stati portati (forse già dal mese prossimo) a Cesena nella sede della Soilmec (gruppo Trevi) che li progettò e realizzò nel 1998 per poter raddrizzare in sicurezza la torre di Pisa.
I tralicci di Pisa trasferiti prima a Cesena
«L’azienda controllerà tutte le funi, le bullonature, li rivernicerà e poi li adeguerà alle necessità della Garisenda per cui dovranno essere alzati di 8 metri come da progetto», spiega Bruni. Intanto continua il monitoraggio della Garisenda da parte degli esperti ed è previsto, annuncia la stessa Bruni, «un monitoraggio mirato per vedere l’effetto delle nostre azioni, ovvero per verificare che i lavori che inizieremo a fare sulla torre non abbiano un impatto negativo sulla stessa».
Una sorta di «meta monitoraggio» per avere passo passo la certezza che ogni azione per il consolidamento della torre alla fine non comprometta la stabilità del monumento. Consolidamento che, aveva spiegato qualche settimana fa Palazzo d’Accursio, prevede iniezioni di miscela di calce idraulica, strada già esplorata in passato e che ha trovato conferma negli ulteriori approfondimenti e nelle indagini condotte nei mesi scorsi dal pool di super esperti chiamati dal Comune.
La torre ha resistito alle scosse
«E dove la torre — spiega Bruni — verrà “abbracciata” dai tralicci, si farà una verifica specifica sulla struttura dei mattoni». Ma come sta oggi la Garisenda? «I monitoraggi non hanno mai rilevato in questi mesi degli scostamenti rispetto alla situazione precedente», spiega Bruni. Che aggiunge, a riprova della situazione di stabilità attuale, pur essendo la torre gravemente ammalorata nel basamento di selenite: «Ultimamente c’è stato un terremoto a Castel del Rio e non è successo niente — spiega l’ex dirigente dei Lavori pubblici del Comune — e ce n’è stato uno anche nel Modenese di magnitudo poco sopra il 3: la Garisenda l’ha sentito, ma la risposta è stata totalmente elastica».
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