La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato da Loran John Perham contro l’ordinanza emessa il 3 maggio 2023 dalla Corte d’Assise d’Appello di Napoli. Confermata la decisione dei giudici di secondo grado che avevano applicato la continuazione tra due verdetti, irrevocabili, incassati da Perham. La prima sentenza, emessa il 22 marzo 2019 dalla Corte d’Assise d’Appello di Napoli e divenuta irrevocabile il 9 ottobre 2020, condannava Perham a diciotto anni e otto mesi di reclusione per reati di omicidio. La seconda sentenza, emessa il 15 giugno 2016 e divenuta irrevocabile il 20 dicembre 2017, lo condannava a sette anni e sei mesi di reclusione e una multa di 3.000 euro per vari reati, tra cui ricettazione e rapina, tutti con l’aggravante mafiosa. La Corte d’Assise d’Appello aveva rideterminato la pena complessiva di Perham in ventiquattro anni di reclusione. Il ricorso presentato dal difensore di Perham, l’avvocato Massimo Vetrano, contestava la violazione di legge e l’illogicità della motivazione della Corte d’Appello nel calcolo delle pene per i reati satellite, in particolare per il reato di rapina. La difesa sosteneva che l’aumento di pena stabilito per Perham non era congruo rispetto a quello del coimputato e chiedeva una revisione.
La Corte di Cassazione ha ritenuto infondato il ricorso, ribadendo che il giudice dell’esecuzione ha correttamente seguito i criteri di proporzione e motivazione stabiliti dalla giurisprudenza. In particolare, la pena di tre anni e quattro mesi di reclusione per il reato di rapina era giustificata dall’estrema gravità del fatto e dalla personalità criminale di Perham, sottolineando il suo contributo rilevante alla latitanza di Giuseppe Setola, noto esponente del clan dei Casalesi. La Corte ha rigettato il ricorso, confermando la pena complessiva di ventiquattro anni di reclusione per Loran John Perham e condannandolo al pagamento delle spese processuali.
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