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Kiev, 8 ott. (Adnkronos/Washington Post) – Volodymyr Zelensky e l’Ucraina al bivio. Kiev, da oltre 950 giorni in guerra con la Russia, ha a disposizione una delle ultime chance per sperare in una svolta, uscire dal limbo e ottenere un sostegno concreto per l’attuazione del suo ‘Piano per la Vittoria’. Nella base tedesca di Ramstein, venerdì 11 ottobre, va in scena un summit cruciale: Zelensky avrà una nuova chance per presentare il suo Piano davanti agli alleati e convincerli della necessità di un ulteriore salto di qualità nell’assistenza a Kiev.

L’Ucraina resta fortemente dipendente dagli Usa dal punto di vista degli armamenti militari, ma questo sostegno – a meno di un mese dalle elezioni per la Casa Bianca – resta incerto, mentre l’attenzione sulla guerra va via via scemando, sostituita dalla nuova escalation in Medio Oriente.

La visita di Zelensky a Washington non ha avuto gli effetti sperati per il governo ucraino. Il presidente Joe Biden – che rinvia la partenza per la Germania a causa dell’emergenza legata all’uragano Milton – non ha cambiato idea sul divieto di usare i missili a lungo raggio forniti dagli Stati Uniti per colpire in territorio russo.

Zelensky, inoltre, si è trovato intrappolato in un fuoco politico incrociato ed è stato criticato o snobbato da esponenti repubblicani. L’incontro con il candidato del Gop alla Casa Bianca, Donald Trump – il primo dall’inizio della guerra – c’è stato, ma si è svolto in tutta fretta e dopo che inizialmente il tycoon aveva espresso l’intenzione di non incontrare il presidente ucraino.

“Nessuno ha intenzione di abbandonare l’Ucraina, ma l’Ucraina non è sicuramente tra le prime tre questioni principali per gli Stati Uniti in questo momento”, ha affermato Mykola Davydiuk, un esperto politico di Kiev. Ecco perché l’incontro dell’Ukraine Defense Contact Group a Ramstein, al quale parteciperà anche la premier Giorgia Meloni, assume un’importanza fondamentale per Zelensky in quanto, secondo un diplomatico occidentale, potrebbe permettere all’Ucraina di raccogliere nuove forme di aiuti. A cominciare dal rafforzamento delle sue difese aeree, un tasto su sui il leader ucraino continua a battere.

“È importante che i grandi Paesi che dispongono delle armi necessarie siano davvero grandi nel proteggere la vita, non tenendo queste armi da qualche parte nei magazzini o nei depositi”, ha dichiarato Zelensky su Telegram.

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Il presidente, in un altro post, ha specificato che “non si tratta solo di ciò che abbiamo già realizzato o di ciò che stiamo producendo attualmente, ma anche di proposte per i nostri partner: investire nella produzione ucraina, principalmente nella realizzazione di droni e sistemi di guerra elettronica. Anche questo fa parte del nostro pacchetto per il prossimo incontro ‘Ramstein’ “.

Secondo Zelensky, la determinazione degli alleati e il rafforzamento dell’Ucraina sono ciò che può fermare l’aggressione russa. Nella base tedesca, tuttavia, i Paesi della Nato – secondo sempre il diplomatico occidentale – potrebbero anche fare nuovi passi avanti riguardo le garanzie sulla futura adesione dell’Ucraina all’Alleanza, anche se probabilmente ancora al di sotto del livello richiesto dall’ex Repubblica sovietica. L’iter per portare Kiev nella Nato è stato al centro di ipotesi negli ultimi giorni: il Financial Times ha prospettato uno scenario, escluso a stretto giro da Zelensky, in cui l’avvicinamento dell’Ucraina alla Nato si accompagni alla cessione di territori alla Russia.

Al momento, il timore principale per i funzionari ucraini è che le imminenti elezioni presidenziali Usa, e una nuova Amministrazione indipendentemente dal loro esito, possano mettere in dubbio la futura assistenza alla sicurezza dell’Ucraina.

Il team di Zelensky ha cercato di convincere Biden a sostenere il ‘Piano per la Vittoria’, anche per garantirsi il sostegno di Washington al di là di chi sarà il nuovo inquilino della Casa Bianca. Ma ora è improbabile che il presidente intraprenda qualsiasi azione che possa risultare impopolare e mettere a repentaglio la campagna di Kamala Harris.

Intanto Anton Grushetskyi, direttore del Kyiv International Institute of Sociology, sostiene che sebbene Zelensky e il suo governo continuino ripetutamente a escludere di cedere porzioni di territorio alla Russia, che ora occupa più del 20% del Paese, tra la popolazione continui a rafforzarsi l’idea fare compromessi temporanei sull’integrità territoriale in cambio dell’adesione alla Nato o di garanzie di sicurezza da parte degli alleati.

Il sentimento pubblico in Ucraina, infatti, è cambiato nell’ultimo anno. I cittadini lontani dal fronte hanno dovuto fare i conti con blackout continui a causa del bombardamento della rete elettrica da parte di Mosca. La Russia ha ripreso l’iniziativa lungo il fronte, mentre l’esercito ucraino si sta affrettando a rimpinguare i suoi reparti con una campagna di mobilitazione.

La sorprendente incursione nella regione russa di Kursk durante l’estate ha dato una spinta a livello morale ed è suonata come una dichiarazione agli alleati che l’Ucraina è ancora in grado di ottenere guadagni sul campo di battaglia. Ma quell’offensiva si è in gran parte fermata, mentre le forze di Kiev continuano a perdere terreno nell’est. Con la guerra che sembra sempre più in una situazione di stallo, anche il sostegno dei partner occidentali dell’Ucraina è stato più moderato. “Nel 2023 c’erano grandi speranze, ma nel 2024 ci sono molte delusioni e non è chiaro cosa accadrà in futuro: questo è un dato di fatto”, ha affermato il deputato all’opposizione, Oleksiy Goncharenko.



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