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AVELLINO- “Centocinquanta candidati che si sono trasformati in 150 soldati coraggiosi ….un esercito della salvezza per salvare Avellino. Vi ringrazio per il vostro impegno, la vostra passione civile, la vostra freschezza e vi ringrazio a nome di tutti i cittadini avellinesi. Grazie e grazie, grazie”. Rino Genovese dedica proprio ai componenti delle sue liste il primo passaggio del comizio di chiusura della campagna elettorale del Patto Civico in Piazzetta Agnes. Dove ci sono tutti i candidati della coalizione che sostiene il giornalista RAI sceso in campo per le amministrative. E prima di iniziare il discorso Genovese ha voluto rompere gli schemi tradizionali dei discorsi elettorali, concedendosi un maxi selfie con tutta la piazza. La foto più bella l’ha voluta definire. Per una sera anche il giornalista ha voluto indossare l’elmetto, non risparmiando bordate ai suoi avversari, dopo aver rilanciato però il messaggio della vera e propria “rivoluzione sociale” che il Patto Civico metterà in campo: “Noi siamo a pochi metri dal corso Vittorio Emanuele, il corso principale di Avellino, la cartolina della nostra città che inizia dalla Villa Comunale e finisce a Piazza Libertà. Dietro questi palazzi c’è però un disastro sociale”. Un disastro sociale, che abbiamo raccontato con mille parole e cento foto. Quartieri dove anziani camminano da soli perche’ non c’è una panchina per sedersi. Bambini giocano pericolosamente in strada perché le strutture sportive sono abbandonate. Abbiamo visto la rassegnazione della gente che non è più capace di ribellarsi. Alcuni ci hanno detto in lacrime: quando sarete eletti non ci abbandonate. A questi cittadini abbiamo fatto una promessa: non vi abbandoneremo”. E ha descritto anche le responsabilità di questo disastro sociale: “Una città ferita da decenni di malgoverno, prima del centrosinistra e poi dell amministrazione Festa. Ma non facciamo più sconti a nessuno per il disastro economico e sociale. La rivoluzione sociale che sta partendo ad Avelliino e’ una rivoluzione etica, culturale, ambientale e sarete voi a vincere questa battaglia”. E qui il candidato del Patto Civico lancia il primo slogan e anche le prime bordate: “Il futuro di Avellino lo decidono gli avellinesi”.

Ed il primo riferimento sembra proprio destinato al leader del Campo Progressista Antonio Gengaro: «Mi sono dovuto confrontare con uno pseudo-politico in naftalina risvegliatosi dal sonno dopo decenni e con i suoi argomenti al cloroformio. Lui che, avendo camminato per decenni con la testa bassa a contare le mattonelle, non si è reso conto che intanto il mondo cambiava. Ho dovuto ascoltarlo ancora proporre gli esempi di ciò che è stato il fallimento delle politiche abitative nella nostra città, il contratto di quartiere. Quest’uomo fa finta di non ricordare che “grazie a lui” abbiamo avuto un piano regolatore che ha permesso di edificare in collina e nelle nostre aree verdi, è iniziato il panegirico di un tunnel costosissimo ancora non inaugurato e che si è trasformato in un banale sottopasso, ci siamo ritrovati la metropolitana leggera che sta devastando la viabilità della nostra città. È stato lui a portare nel cuore del capoluogo i centri commerciali e la grande distribuzione che ha distrutto i nostri negozi di vicinato. Uno che è andato fino a Roma a supplicare una candidatura perché non lo voleva né il suo partito né la sua città, e non lo vogliono neanche ora!

Poi tocca all’ex vicesindaco Laura Nargi: “E’ stata il vicesindaco di un sindaco che sta agli arresti domiciliari. E’ per inciso, ricordiamolo qualche volta, e’ indagata per associazione a delinquere. In questo momento mi dicono che in una struttura privata mi ha definito un fantasma. Sono alto un metro e novanta, vi sembro un fantasma? Questa persona si permette di dire che la nostra è una coalizione di trasformisti. Questa persona senza tentennamenti con il capello ben curato, dice che tutti quello che è accaduto non è colpa mia ma dei dirigenti, poi dice un’ altra cosa: io sono di centrosinistra, ne prendiamo atto. Al momento, che io sappia non ha preso le distanze dai messaggi, non so se si tratta di un fake o meno, per inciso non mi riferisco all’autenticita’ o meno ma solo al fatto che non abbia preso le distanze da un messaggio diventato virale in queste ore in città. Il messaggio del fratello del sindaco agli arresti che dice votate Nargi che è espressione del nostro gruppo politico. Non perde occasione per dire che noi siamo continuita’. Ma continuita’ di cosa: del disastro che abbiamo filmato?”. E non risparmia neanche Fratelli d’Italia, che : «pur di giustificare l’esistenza in vita di un simbolo di partito. Forse perché così si nasconde l’assenza stessa di quel partito o la vacuità programmatica e di proposte, dato che prima dei simboli si dovrebbe guardare alla visione di un progetto. I simboli dei miei partiti sono i vostri volti e nomi, le vostre idee – ha indicato rivolto alle prime file dove si sono assiepati i candidati delle liste in suo supporto – e ne vado fiero!». Infine ha rilanciato: “La nostra visione della città è semplicissima: vogliamo una città sostenibile. Non abbiamo fatto slogan, ogni nostro progetto è concretezza, abbiamo trovato anche i fondi e le fonti di finanziamento”.

 

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