IVision Tech impiega quindi uno strumento finanziario originale e si pone in controtendenza con l’attuale situazione del mercato dei minibond: il “Barometro Minibond” di Azimut Direct relativo al primo trimestre 2024 ha registrato emissioni complessive per 60,1 milioni da parte di 11 emittenti, con un taglio medio di 5,5 milioni, una cedola media del 6,86% e una durata media di 5,8 anni. Nello stesso periodo del 2023 le emissioni erano state 17 per un controvalore complessivo di 110,3 milioni, taglio medio di 6,9 milioni, cedola media del 7,11% e scadenza media 4,4 anni.
In realtà, il livello del debito del gruppo anche dopo le ultime acquisizioni non dovrebbe risultare particolarmente pesante (sommando al dato al 31/3/2024 l’esborso relativo a Teknoema Srl e un indebitamento della stessa in linea con il valore di fine 2024 si giungerebbe a 6,48 milioni contro un patrimonio netto di 6,61 milioni a fine 2023). Tuttavia va ricordato che, oltre alla promozione del brand Henry Jullien (iVision Tech ha anche partecipato con un proprio stand alla fiera Mido a febbraio 2024) saranno necessari ulteriori investimenti per il completamento del progetto iSee, che ovviamente il contributo non ricorrente di 680.000 euro per la reindustrializzazione dello stabilimento ex-Safilo non è eterno e che il costo del lavoro nel 2023 (pari a 4,1 milioni) ha beneficiato della Cig straordinaria con la causale del Contratto di Solidarietà, poi rinnovata fino al 23 giugno 2024 e quindi anche l’ebitda del primo trimestre 2024 ne ha beneficiato).
Poi ci sono i warrant, esercitabili nella prima metà di luglio 2024, 2025 e 2026 rispettivamente a 1,27, 1,39 e 1,53 euro per nuova azione (1 per ogni warrant). Tutti “in the money” dato che il titolo iVision Tech quota oltre 1,9 euro (a fronte di un prezzo di IPO di 1,15 euro).
Settore occhialeria in controtendenza rispetto al mercato del lusso
Pertanto, ora la “sfida” principale di iVision Tech si gioca, oltre che sull’integrazione delle società recentemente acquisite, sul miglioramento dei margini reddituali (dato che necessariamente l’incidenza degli oneri finanziari netti è destinata ad aumentare). La disponibilità di un marchio proprio, per di più di alta gamma, nonché di un polo di produzione di lenti in un Paese a relativamente basso costo del lavoro, vanno in questa direzione. Fortunatamente al momento il settore degli occhiali di fascia elevata presenta dinamiche differenti rispetto a quello del lusso nel suo complesso (che sta attraversando un momento di debolezza).
Nel primo trimestre 2024 infatti l’indagine Veneto Congiuntura realizzata da Unioncamere del Veneto ha visto, per il settore dell’occhialeria, una variazione congiunturale della produzione pari al +3,2%, un incremento degli ordini esteri pari al 17,5% e di quelli interni pari al 7,4%. E nonostante iVision Tech abbia sede in Friuli-Venezia Giulia, la dinamica non dovrebbe essere sostanzialmente differente.
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