Utilizza la funzionalità di ricerca interna #finsubito.

Agevolazioni - Finanziamenti - Ricerca immobili

Puoi trovare una risposta alle tue domande.

 

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito
#finsubito news video
#finsubitoagevolazioni
#finsubitoaste
01_post_Lazio
Agevolazioni
News aste
Post dalla rete
Zes agevolazioni
   


La disposizione dell’articolo 1196 Cc – che pone le spese del pagamento a carico del debitore – può essere derogata sia da un accordo tra debitore e creditore, sia da un accordo tra debitore ceduto e finanziatore cessionario del credito. Deriva da quanto precede, pertanto, che in tema di finanziamenti personali garantiti da cessione del quinto della pensione, è valido il patto concluso mediante sottoscrizione del modulo di accreditamento con il quale l’istituto finanziatore, accreditato ma non convenzionato, si obblighi, accettando il regolamento approvato dall’Inps, a sostenere gli oneri di gestione delle cessioni sostenuti dall’istituto di previdenza. Questo il principio enunciato dalla Sezione I della Cassazione con la sentenza 13 settembre 2021 n. 24640.

Un principio innovativo
Questione nuova sulla quale non risultano precedenti.
Per qualche riferimento, e, in particolare, nel senso che la previsione, da parte dell’articolo 5 del Dpr 5 gennaio 1980 n. 180, della cedibilitĂ , ai fini della estinzione di prestiti ottenuti alle condizioni stabilite dalla legge, “di quote di stipendio o salario fino al quinto dell’ammontare di tali emolumenti”, costituente una delle eccezioni alla regola generale, posta dall’articolo 1, del divieto di fare oggetto di sequestro, pignoramento o cessione gli emolumenti di ogni tipo erogati nell’ambito del pubblico impiego, si riferisce, come evidenziato dalla chiara e restrittiva lettera della norma, alle sole erogazioni periodiche, percepite con continuitĂ  dal dipendente in attivitĂ  di servizio, e quindi non trova applicazione con riferimento all’indennitĂ  di fine rapporto, Cassazione, sentenza 20 febbraio 1999, n. 1428, in Guida al diritto, 1999, fasc. 15, p. 39, con nota di Sacchettini E., La legge ammette il trasferimento limitato solo delle quote di stipendio e salario.

Il merito sul quinto dello stipendio
Per i giudici di merito, nel senso che la disciplina di cui al Drp n. 180 del 1950, relativa alla sequestrabilità e pignorabilità nei limiti di un quinto degli stipendi dei dipendenti dello stato e degli enti pubblici, può operare solo laddove concretamente risulti gravante a carico del debitore quale pubblico dipendente un reale limite alla disponibilità della retribuzione percepita che renda, di fatto, indisponibile quella parte di stipendio pignorata, ceduta, sequestrata oppure oggetto di delegazione o ritenuta o, ancora, assoggettata a prelievo diretto; tale circostanza non si verifica solitamente nel mutuo fondiario perché in esso non si riscontra alcun vincolo incidente sulla libertà della disponibilità della retribuzione, Tribunale di Castrovillari, 22 settembre 2013, in Corti calabresi, 2013, p. 886.

Riscossione di quote associative sindacali
In tema di riscossione di quote associative sindacali dei dipendenti pubblici e privati a mezzo di trattenuta ad opera del datore di lavoro, l’articolo 52 del Dpr 5 gennaio 1950 n. 180, come modificato dall’articolo 13-bis del decreto legge 14 marzo 2005 n. 35, convertito dalla legge 14 maggio 2005 n. 80, nel disciplinare tutte le cessioni di credito da parte dei lavoratori dipendenti, non prevede limitazioni al novero dei cessionari, in ciò differenziandosi da quanto stabilito dall’articolo 5, del medesimo Dpr, per le sole ipotesi di cessioni collegate all’erogazione di prestiti. Ne consegue che è legittima la suddetta trattenuta del datore di lavoro, attuativa della cessione del credito in favore delle associazioni sindacali, atteso, altresì, che una differente interpretazione sarebbe incoerente con la finalitĂ  legislativa antiusura posta a garanzia del lavoratore che, altrimenti, subirebbe un’irragionevole restrizione della sua autonomia e libertĂ  sindacale, Cassazione, sentenza 17 febbraio 2012,n. 2314, in Lavoro nella giurisprudenza, 2013, p. 295, con nota di Cosattini L.A., Contributi sindacali e cessione del credito, nonchĂ© in Riv. it. dir. lavoro, 2012, II, p. 927, con nota di Spinelli G., Il pagamento dei contributi sindacali mediante ritenuta sulle retribuzioni. Orientamenti “consolidati” e nuove prospettive.
Sempre in tema di riscossione di quote associative sindacali si è precisato, altresì:
– il divieto di cessioni parziali di credito di natura retributiva da parte del lavoratori subordinati pubblici e privati, di cui all’articolo 5 Dpr 5 gennaio 1950 n. 180 come novellato dalle legge n. 311 del 2004 e n. 80 del 2005, non ha carattere generale, essendo limitato alla sola estinzione di prestiti contratti con soggetti diversi dagli istituti di credito indicati agli articoli 15 e 53 del testo unico, sicchĂ© sono consentite le cessioni parziali di crediti retributivi al datore di lavoro ai fini di contribuzione sindacale, Cassazione, sentenza 7 marzo 2012, n. 3546, in Mass, giur. lav., 2012, p. 921, con nota di Tamburro C., Contributi sindacali mediante cessione del credito retributivo: il problematico contemperamento degli interessi;
– a seguito dell’estensione alle aziende private del Dpr n. 180 del 1950, operata dall’articolo 1, 137Âş comma, legge n. 311 del 2004, i compensi erogati da privati datori di lavoro ai propri dipendenti non possono essere piĂą ceduti, salve le eccezioni previste dal medesimo Dpr o da altre disposizioni di legge; a partire dal 1Âş gennaio 2005, quindi, la cessione dei crediti retributivi deve ritenersi lecita nell’ipotesi, individuata dagli articoli 5 e 52 del Dpr n. 180 del 1950, in cui la stessa sia funzionalmente orientata alla restituzione di un finanziamento erogato dagli istituti di cui all’articolo 15 stesso Dpr, non anche al pagamento delle quote associative sindacali, Tribunale di Torino, sentenza 18 novembre 2006, in Notiziario giurisprudenza del lavoro, 2006, p. 604.
In margine all’articolo 1, Dpr n. 180 del 1950, da ultimo, si è precisato, tra l’altro, che la costituzione volontaria di pegno su stipendi, salari, pensioni ed altri emolumenti di dipendenti pubblici (nella specie, quote di stipendio e Tfr), anche in ragione della sua causa concreta, ravvisabile ex latere creditoris nel vincolo sulla disponibilitĂ  degli emolumenti a garanzia del credito, è vietata ex articolo 1 del Dpr n. 180 del 1950 in forza dell’assimilazione funzionale di essa al pignoramento di crediti vietato, dalla citata norma, allo scopo di garantire la permanente destinazione dei detti emolumenti alla loro naturale funzione di fronteggiare i bisogni propri del dipendente e della sua famiglia, Cassazione, sentenza 29 gennaio 2021, n. 2151, in Foro it., 2021, I, c. 1708.

I limiti di pignorabilitĂ  degli stipendi
Sui limiti di pignorabilitĂ  degli stipendi dei pubblici dipendenti, si è affermato, tra l’altro:
– gli stipendi dei pubblici dipendenti sono pignorabili nei limiti del quinto, ma, allorchĂ© il pignoramento od il sequestro seguano ad una cessione, gli stessi, ai sensi del combinato disposto degli articoli 2, comma secondo, e 68 del Dpr 5 gennaio 1950 n. 180, incontrano l’ulteriore limite della metĂ  complessiva, nel senso che in tal caso rimane pignorabile o sequestrabile esclusivamente la differenza tra la metĂ  dello stipendio e la quota ceduta (e cioè, ove sia stata ceduta la quota massima di un quinto, la quota residua di tre decimi) e, poichĂ© tale differenza normalmente supera un quinto, rimangono fermi il limite di un quinto per ciascun pignoramento ed i limiti previsti per il loro concorso (che, naturalmente, non potrĂ  piĂą raggiungere la metĂ  dello stipendio, dovendosi sempre dedurre la quota ceduta), senza che possa ritenersi che l’articolo 68 sopracitato consente il cumulo solo per i pignoramenti per crediti alimentari, Cassazione, sentenza 22 aprile 1995, n. 4584, in Foro it., 1996, I, c. 3770, con nota di Acone M., Note in tema di oggetto del pignoramento dei crediti;
– in tema di limiti alla pignorabilitĂ  e sequestrabilitĂ  degli stipendi dei pubblici dipendenti, quali risultanti dalle parziali declaratorie – di cui alle sentenze della Corte Costituzionale n. 89 del 1987 e n. 878 del 1988 – di illegittimitĂ  costituzionale delle norme di previsione, qualora intervenga un pignoramento contenuto entro tali limiti (del quinto) successivamente ad una cessione di pari misura, regolarmente perfezionata e notificata, non è illegittima la coesistenza ed il cumulo delle due cause riduttive dello stipendio, non risultando superata quota complessiva della metĂ  dello stipendio medesimo, posta dall’articolo 68 del Dpr n. 180 del 1950 quale limite assoluto per il concorso di cause siffatte, Cassazione, sentenza 9 maggio 1994, n. 4488, in Giust. civ., 1994, I, p. 1792, nonchĂ© in Giur. it., 1995, I, 1, c. 1740.

La giurisdizione
Sul problema della giurisdizione, quanto alle controversie in tema di trattenute sulle pensioni di pubblici dipendenti si è precisato:
– la controversia relativa alla ripetibilitĂ , a mezzo trattenute da operare mensilmente sulla pensione di un pubblico dipendente, di importi indebitamente percepiti nel corso del rapporto di lavoro, non rientra nella giurisdizione della Corte dei conti, ma appartiene a quella del giudice del rapporto di pubblico impiego, da individuare – per situazioni soggettive relative a fatti materiali o atti successivi al 30 giugno 1998 – nel giudice ordinario, Cassazione, sez. un., sentenza 14 novembre 2018, n. 29284, resa in una fattispecie in cui il dipendente in quiescenza aveva contestato la ripetibilitĂ  di miglioramenti economici ricevuti sulla base di un titolo giudiziale esecutivo, poi riformato in appello;
– la controversia relativa alla determinazione dell’importo della trattenuta da operare mensilmente sulla pensione di un pubblico dipendente, per la restituzione di un prestito pluriennale concesso dall’Inpdap (oggi Inps), non rientra nella giurisdizione della Corte dei conti, appartenendo a quella del giudice del rapporto di lavoro, da individuare – per situazioni soggettive azionate dopo il 30 giugno 1998 – nel giudice ordinario, Cassazione, sez. un., ordinanza 17 aprile 2014, n. 8930.

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualitĂ *****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Informativa sui diritti di autore

La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni:  la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.

Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?

Clicca qui

 

 

 

Prestiti personali immediati

Mutui e prestiti aziendali

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui

La rete #dessonews è un aggregatore di news e replica gli articoli senza fini di lucro ma con finalità di critica, discussione od insegnamento,

come previsto dall’art. 70 legge sul diritto d’autore e art. 41 della costituzione Italiana. Al termine di ciascun articolo è indicata la provenienza dell’articolo.

Il presente sito contiene link ad altri siti Internet, che non sono sotto il controllo di #adessonews; la pubblicazione dei suddetti link sul presente sito non comporta l’approvazione o l’avallo da parte di #adessonews dei relativi siti e dei loro contenuti; né implica alcuna forma di garanzia da parte di quest’ultima.

L’utente, quindi, riconosce che #adessonews non è responsabile, a titolo meramente esemplificativo, della veridicitĂ , correttezza, completezza, del rispetto dei diritti di proprietĂ  intellettuale e/o industriale, della legalitĂ  e/o di alcun altro aspetto dei suddetti siti Internet, nĂ© risponde della loro eventuale contrarietĂ  all’ordine pubblico, al buon costume e/o comunque alla morale. #adessonews, pertanto, non si assume alcuna responsabilitĂ  per i link ad altri siti Internet e/o per i contenuti presenti sul sito e/o nei suddetti siti.

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui