Siamo in piena corsa al riarmo. La spesa per le
armi, la spesa militare mondiale è aumentata in maniera vertiginosa nel 2023, c’è
stato un incremento per il nono anno consecutivo. E sta aumentando anche
quest’anno, come ci racconta il direttore del Sipri, l’istituto di ricerca per
la pace di Stoccolma.
La spesa corre, vola, soprattutto in Europa. Viene spinta
dalla guerra tra Russia e Ucraina e dalle forniture di armi che gli Stati Uniti
e i paesi europei mandano a Kiev. La spesa militare mondiale è superiore perfino
a quanto si spendeva verso la fine della guerra fredda.
L’ex presidente americano Donald Trump, che vuole
ricandidarsi alle elezioni, ha affermato che quando era presidente ha detto ai
leader della Nato che avrebbe “incoraggiato” la Russia a “fare quello che
diavolo voleva” ai paesi che non pagavano il dovuto, il famoso 2% del Pil fissato
come obiettivo nel 2014. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg,
ha replicato che quest’anno altri otto paesi Nato spenderanno almeno il 2% del
Pil, tra questi la Germania
per la prima volta, e saranno 19 su 31 i paesi Nato con almeno il 2% di Pil di
spesa militare. Quasi una giustificazione, un pigolio dopo le ruvide critiche
di Trump.
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La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
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