“Il governo Meloni ferma la decontribuzione Sud. Lo sgravio sul costo del lavoro che vale 3,3 miliardi all’anno e che si applica dal 2021 a 3 milioni di lavoratori dipendenti, beneficiando così migliaia di imprese meridionali, non vedrà una proroga dopo la sua scadenza il prossimo 30 giugno. La misura, introdotta dal governo Conte, è un’agevolazione fiscale finalizzata a salvaguardare l’occupazione nelle aree più svantaggiate del Paese, ovvero Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia che ha consentito assunzioni tra il 2021 e il 2023, di circa 3,7 milioni di lavoratrici e lavoratori.
La forte crisi globale che stiamo vivendo lasciava presagire la possibilità di poter utilizzare il beneficio anche successivamente al prossimo 30 giugno, pure in considerazione del fatto che l’ultima proroga è stata concessa ritenendo che le misure di sostegno nazionali potessero aiutare effettivamente le imprese colpite dalle gravi perturbazioni dell’economia.
Così non sarà e il Ministro Fitto si giustifica ritenendo erroneamente “Decontribuzione Sud” misura sovrapponibile ad altre misure già previste dal Governo come il “Bonus Zes” che in realtà copre una platea di beneficiari molto ristretta oltre che differenti tipologie di lavoratori nonché di datori di lavoro.
Ciò dimostra la necessità della proroga del provvedimento e come Movimento 5 Stelle difenderemo anche in Europa l’eredità del governo Conte a sostegno del lavoro e delle piccole e medie imprese nel Mezzogiorno” scrive in una nota Valentina Palmisano, neo eletta al Parlamento europeo con il Movimento 5 stelle.
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