Il governo Meloni ha ribadito più volte che nel 2025 confermerà l’attuale sistema dell’Irpef a tre aliquote e la decontribuzione per i redditi fino a 35mila euro.
Tuttavia, la recente procedura di infrazione avviata da Bruxelles a causa di un deficit eccessivo e le nuove regole del Patto di stabilità riformato complicano il cammino verso la prossima legge di Bilancio più di quanto previsto.
Dove trovare i soldi per il taglio del cuneo fiscale Nel Documento di economia e finanza, si prevede che i 4,3 miliardi di entrate in meno, dovuti all’adozione dell’Irpef a tre aliquote quest’anno, possano essere compensati per 3,8 miliardi nel 2025 tramite il fondo per l’attuazione della delega fiscale. (QuiFinanza)
Se ne è parlato anche su altri media
Se si guarda solo all’Irpef, negli ultimi dieci anni il carico invece si è un po’ ridotto, ma “spesso a scapito dell’equità del prelievo e della sua capacità redistributiva“. E l’effetto negativo del cosiddetto drenaggio fiscale, cioè l’incremento del prelievo per effetto dell’inflazione, più che compensa quello positivo determinato dalle modifiche normative: a parità di potere di acquisto, nel 2024 i lavoratori dipendenti senza carichi familiari pagano aliquote medie generalmente superiori a quelle che pagavano nel 2014. (Il Fatto Quotidiano)
Introduzione (Sky Tg24 )
Irpef e taglio del cuneo fiscale: cosa succede e cosa cambia dopo la procedura di infrazione aperta dalla Commissione europea contro l’Italia? In termini pratici, l’apertura di una procedura di infrazione significa che il governo di Giorgia Meloni dovrà ridurre il rapporto tra deficit e Pil dello 0,5% l’anno. (Today.it)
La caccia ai denari per la prossima manovra è iniziata. (Sky Tg24 )
Lo sforzo che l’Italia dovrà fare per mettere il debito pubblico su un sentiero discendente come richiesto dalle regole del nuovo Patto europeo, è importante. Quello che accadrà a partire da domani, da quando la Commissione europea trasmetterà all’Italia la “traiettoria” che la spesa pubblica dovrà seguire nei prossimi sette anni, è stato spiegato con un’analisi dettagliata dall’Upb, l’Ufficio Parlamentare di Bilancio presieduto da Lilia Cavallari e che ieri ha presentato la sua relazione annuale nel decennale della sua istituzione. (ilgazzettino.it)
Per riconfermare le misure finanziate solo per quest’anno anche nel 2025 il governo avrà bisogno di 20 miliardi di euro. Con in più il peso di una correzione dei conti da 10-12 miliardi, pari allo 0,5-0,6% del Pil, che la commissione Europea chiederà di effettuare dopo l’apertura della procedura per deficit eccessivo, con l’indicazione della traiettoria attesa per venerdì. (LAPRESSE)
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