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BARI – Il progetto c’è già. Non appena il ministro Fitto sbloccherà i Fondi Sociali di Coesione (per la Puglia valgono 4,5 miliardi di euro), inizierà la riqualificazione di San Girolamo. Sarà una rivoluzione per il quartiere barese datato 1955. «Alla Regione Puglia abbiamo chiesto un finanziamento di oltre 20 milioni per il rifacimento delle vecchie palazzine e il completamento di quelle rimaste incompiute dopo il fallimento dell’azienda che la stava realizzando».

A spiegarci cosa succederà ai 306 appartamenti di edilizia popolare è l’amministratore unico di Arca Puglia Centrale, Pietro De Nicolo: «Abbiamo affidato al Dipartimento di Architettura dell’Università Roma Tre, che è specializzato in edilizia residenziale pubblica, lo studio per la riprogettazione di San Girolamo e proprio in questi giorni stiamo definendo gli ultimi dettagli. L’altro giorno, ad esempio, sono stati eliminati i muretti stradali. Belli sulla carta ma rischiosi nella pratica: potrebbero dare agio a piazze di spaccio».

Un progetto da oltre 20 milioni di euro. In cosa consisterà?

«Abbiamo affidato la progettazione dell’incompiuta e chiesto 20 mln alla Regione per lavori che serviranno sia al rifacimento degli edifici sia ad eliminare tutte le barriere architettoniche: quelle palazzine degli anni ‘50 sono tutte senza ascensori ma anche senza balconi. Un vecchio piano prevedeva l’abbattimento e la costruzione di nuovi immobili popolari, ma con il nuovo progetto si farà una grande opera di riqualificazione, premesso che la prima ipotesi non è economicamente sostenibile. Viceversa, lo è la rigenerazione dei 306 appartamenti che gestiamo».

Nello specifico cosa si prevede?

«Una volta finita l’incompiuta avremo 106 nuovi appartamenti, dove trasferiremo 96 famiglie dalle palazzine di fronte, inclusi i residenti della palazzina prospiciente l’incompiuta, che poi sarà abbattuta. Avanzeranno 10 case che daremo al Comune per le nuove assegnazioni. A questo punto le vecchie palazzine saranno riqualificate e faremo housing sociale con affitto calmierato per giovani coppie e famiglie monoreddito per creare una mixitè ovvero non solo case popolari, ma anche inquilini che pur non avendo i requisiti per accedervi, possono spendere poco per gli affitti avendo redditi bassi».

Ha già il progetto tra le mani. Come sarà ridisegnato il quartiere?

«Tanto verde e giardini, panchine e fontane, playground per i ragazzi, uno skatepark, giostrine per i bambini con accessibilità garantita ai disabili, pista ciclabile e parcheggi numerati per gli inquilini così che abbiano posti riservati sotto casa, per loro ci saranno oltre 200 posti auto. Ma si rifarà anche l’urbanizzazione primaria: strade, fognature, illuminazione, asfalto. Ci siamo affidati al prof. Adolfo Baratta, un luminare in materia di riqualificazione dell’edilizia popolare e vicepresidente nazionale dell’alta commissione Pinqua, il programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare».

Nei Fondi di coesione sono previsti 200 milioni di euro per le Arca pugliesi. Speriamo arrivino presto…

«Noi intanto ci siamo portati avanti, ci faremo trovare pronti. Non appena il Ministro li firmerà, potremo partire con le gare perché i progetti li abbiamo già. Non abbiamo perso tempo sulla progettazione perché a fine anno la Regione ha fatto un bando per gli enti pubblici pugliesi per un Fondo di Rotazione che ci ha consentito di ricevere 300mila euro per le progettazioni. Con quei soldi abbiamo fatto gli studi e, dal giorno dopo la firma, potremo bandire la gara e affidare i lavori. Appena arriveranno i 20 mln potremo anche restituire alla Regione quei 300mila euro serviti a riprogettare sia San Girolamo sia l’incompiuta di Mungivacca. In totale Arca Puglia ha progetti per oltre 100 milioni (non solo a Bari) e ha già ottenuto un mutuo con Cassa Depositi e Prestiti da 10 milioni da restituire in 30 anni con rate molto contenute, per abbattere tutte le barriere architettoniche presenti nei nostri palazzi».

Una volta riqualificato, San Girolamo sarà un modello di edilizia popolare.

«Ogni anno spendiamo 900mila euro in quello che sta diventando il quartiere meglio manutenuto di Bari. Solo un paio di mesi fa abbiamo consegnato la riqualificazione degli edifici a destra del mare e abbiamo demolito una serie di costruzioni abusive. Mi piacerebbe realizzare anche un altro progetto: introdurre l’Housing first con Regione e Comune di Bari ovvero dare alloggio a chi non ha casa, ma non è un senzatetto per scelta. Parlo di persone sfrattate, genitori separati, chi dorme in macchina, nuclei in difficoltà economiche e sociali. Si tratta di case di comunità in cui si condividono spazi comuni ma che hanno aree riservate, eventualmente destinate ad ospitare i figli».



 

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