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Il decreto bis sull’emergenza Campi flegrei è arrivato, il governo ha trovato le risorse ma il ministro della Protezione civile Nello Musumeci non ha risparmiato critiche a Comuni e Regione lanciando accuse brucianti su omessa vigilanza e carenza di azioni di contrasto dell’abusivismo le quali, se adottate assieme a una solida attività di prevenzione, avrebbero dovuto quanto meno evitare che la situazione di pericolo assumesse contorni così drammatici. 

I fondi 

Ma partiamo dalle risorse economiche: il decreto prevede un impegno di spesa di 442 milioni di euro fino al 2027: a tanto ammonta la copertura finanziaria trovata dopo un approfondito esame tra gli uffici del Mef e quelli della Coesione mediante l’interessamento diretto dei ministri Giorgetti e Fitto. Era stato questo, infatti, il motivo per il quale giovedì scorso si era deciso di rinviare di qualche giorno l’approvazione del provvedimento in Cdm. «Le coperture sono due – ha chiarito Fitto – 200 milioni dalla parte della quota imputata alla Regione Campania sulla base richiesta fatta dalla Regione stessa, ai quali aggiungiamo 200 milioni di finanziamento dai Fondi di sviluppo e coesione». Sono inoltre previsti altri 20 milioni di euro per i sostegni all’emergenza abitativa e all’edilizia privata (380 edifici) danneggiata dallo sciame sismico dello scorso 20 maggio: tali contributi non potranno andare oltre il 2025 «e, comunque, non spettano qualora l’esigenza abitativa sia stata temporaneamente soddisfatta a titolo gratuito da una pubblica amministrazione», precisa il decreto. «Al fine di accelerare la realizzazione degli investimenti nel territorio della Regione Campania, con delibera del Cipess da adottare entro trenta giorni viene assegnata alla Regione la somma complessiva di 388.557.000 di cui 97.139.250 euro per l’anno 2024 e 291.417.750 per il 2025. Le risorse – evidenzia il decreto – sono destinate al finanziamento dei completamenti degli interventi da realizzarsi nel territorio della regione Campania e non ancora ultimati al termine dei precedenti cicli di programmazione». Ulteriori 22 milioni, vincolati per le esigenze degli istituti scolastici, sono stati messi a disposizione dal Dipartimento Casa Italia di Palazzo Chigi. 

Il commissario 

Il decreto prevede inoltre la nomina di un commissario straordinario che sarà indicato dallo stesso Musumeci ed entro due settimane insediato dopo l’emanazione di un Dpcm: sarà in carica fino al 31 dicembre del 2027, avrà una struttura autonoma di funzionamento e armonizzerà il coordinamento degli interventi e delle risorse anche in relazione ai progetti Pnrr. «La gestione dell’emergenza non può essere affidata alla Regione o ai Comuni – ha detto il ministro della Protezione civile – Stiamo verificando l’attività che è stata svolta e che rimane da svolgere, dal Presidente della Regione pro tempore, nella qualità di commissario nominato per le infrastrutture a seguito del grave evento bradisismico all’inizio degli anni Ottanta», ha aggiunto Musumeci. Quanto alla scelta, nei giorni scorsi era serpeggiato il nome del prefetto di Napoli Michele di Bari ma il profilo enunciato dal ministro sembra mostrare skill più spiccatamente manageriali. Si tratterà di «una figura tecnica, meglio se ha già dimostrato competenza ha sottolineato nella capacità organizzativa e nella gestione di risorse umane. È una decisione assolutamente non rinviabile». Un contributo mensile da 400 a 900 euro inoltre – «suscettibile di integrazione» – è previsto per chi lascerà le abitazioni soggette al rischio bradisismo. Ma le misure non convincono del tutto i sindaci, a cominciare dal primo cittadino di Pozzuoli, Luigi Manzoni, per il quale «le risorse sono insufficienti: dei 442 milioni di euro previsti per l’edilizia pubblica – riflette – 200 vengono imputati alla quota Fsc già spettante alla Regione Campania, cioè si stanziano risorse sottraendole da fondi già destinati ai nostri territori. I 20 milioni per l’edilizia privata, poi, sono inadeguati». 

La polemica 

Musumeci però non ha rinunciato a stigmatizzare quelle che a suo giudizio sono responsabilità chiare da imputare alle classi dirigenti locali. «Il governo – è la tesi del ministro – sta dando più di quanto non abbia il dovere di dare sui Campi Flegrei. E questo perché emergono gravissime responsabilità, remote e meno remote, omissive e commissive, che coinvolgono tutti gli enti, a cominciare dalla Regione e dai Comuni interessati, Napoli, Pozzuoli e Bacoli». Responsabilità che vengono da lontano, secondo il ministro: «È stato autorizzato uno sviluppo urbanistico irragionevole caotico e disordinato, non si è mai tenuto conto degli incombenti pericoli in quell’area. Chi doveva vigilare non lo ha fatto». Ma, avverte Musumeci, «il governo non intende tirare fuori un solo quattrino per le case abusive o le seconde case. Lo ribadisco per evitare di alimentare facili attese». Secondo una recente analisi di Legambiente e del «Sole 24 Ore» nell’area, che accoglie 85mila persone e 16mila edifici, il 20 per cento delle strutture abitative è abusivo. Con il decreto dunque «scatta anche il divieto di realizzare nuove abitazioni per civili, esclusi stabilimenti, opifici e luoghi di lavoro». Lo stesso governo si riserva un ruolo di primo piano nella possibilità di ripianificare sotto il profilo urbanistico l’area dei Campi Flegrei, d’accordo con la Regione Campania, che ha una potestà specifica. «Ricordo – dice Musumeci – che lo sciame sismico non si è ancora arrestato, quindi chi decide di convivere con il rischio se ne deve assumere le responsabilità. Le esercitazioni in quell’area si sarebbero dovute fare almeno tre volte l’anno nei passati 80 anni». E invece «quello che stiamo facendo non si è fatto negli ultimi 40 anni e in alcuni casi il rimedio è stato peggiore del danno perché in passato un quartiere che era stato evacuato, poi è stato reintegrato». Poi, l’ennesimo avvertimento: i soldi pubblici «non ci sono per tutti e per sempre – ha rimarcato – soprattutto quando gli eventi calamitosi diventano sempre più frequenti e devastanti». 



 

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