«Col presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e l’assessore allo sviluppo economico Alessandro Delli Noci vogliamo rafforzare la collaborazione tra il mondo della ricerca e dell’Università e le micro, piccole e medie imprese in collaborazione con le grandi imprese. Con questa visione, come Regione Puglia, abbiamo dato il via, dopo la fase di giusta consultazione e condivisione col partenariato economico-sociale, al nuovo avviso pubblico “Reti – Sostegno alla ricerca collaborativa”. L’avviso infatti ha la finalità di finanziare progetti della cosiddetta “ricerca collaborativa” tra Imprese e Organismi di ricerca, riconducibili alle linee di intervento della Ricerca Industriale e dello Sviluppo Sperimentale».
Lo rende noto Cosimo Borraccino, Consigliere del Presidente della Regione Puglia per l’attuazione del Piano Taranto.
«L’avviso pubblico – spiega Borraccino – promuove l’innovazione nelle PMI attraverso lo sviluppo di progettualità condivise con il sistema della ricerca e dell’Università e le grandi imprese.
Tenderà a ottimizzare le attività nei seguenti campi: della salute, dell’ambiente, dell’agroalimentare, dei servizi avanzati, della meccanica avanzata, dell’elettronica e dell’automazione.
Il bando risponde a tre macro direttrici:
1)la transizione verso un sistema produttivo in grado di associare l’efficienza e la competitività alla sostenibilità ambientale;
2)la sostenibilità delle città, coniugate con la crescita della qualità della vita e con la salvaguardia dell’ambiente e la tutela della biodiversità;
3)la salute, promuovendo stili di vita salutari e dell’invecchiamento attivo.
I soggetti beneficiari devono essere organizzati in rete, attraverso una delle seguenti forme giuridiche di raggruppamento:
a) Associazioni Temporanee di Scopo (A.T.S.);
b) Contratti di Rete;
c) Consorzio o Società consortile;
Il raggruppamento delle imprese, al momento della presentazione della domanda, devono possedere i seguenti requisiti che poi dovranno essere mantenuti e rispettati fino alla data di erogazione finale del contributo concesso e riconosciuto in via definitiva, pena l’esclusione della domanda o la revoca dell’agevolazione:
a) essere regolarmente iscritti nel Registro delle imprese presso la CCIAA;
b) aver redatto il rapporto ai sensi del cosiddetto Codice delle Pari Opportunità;
c) essere in regola con il rispetto delle norme in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro;
d) essere in regola con la normativa antimafia;
e) essere nel pieno e libero esercizio dei propri diritti;
f) non rientrare fra coloro che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato gli aiuti della Commissione Europea;
g) rispettare le disposizioni relative al cumulo delle agevolazioni di cui all’art. 20 dell’Avviso pubblico;
h) aver restituito agevolazioni erogate per le quali è stata disposta dall’Organismo competente la restituzione;
i) non trovarsi in condizioni tali da risultare un’impresa in difficoltà;
j) non essere destinatario di sanzioni interdittive, concernenti l’esclusione da agevolazione;
k) non essere impresa i cui legali rappresentanti siano stati condannati, con sentenza definitiva;
l) essere in possesso del bilancio dell’ultimo esercizio approvato; nel caso di soggetti non tenuti per disposizione normativa alla presentazione di bilancio, devono essere in possesso di Modello Unico, regolarmente inviato all’Agenzia delle Entrate;
m) possedere la capacità economico-finanziaria, secondo i parametri dell’articolo 8 del bando;
n) non trovarsi tra loro nelle condizioni di controllo e di collegamento, diretto o indiretto, di tipo societario;
o) soddisfare la “clausola sociale” in materia di contrasto al lavoro non regolare.
Sono ammissibili le seguenti voci di spese:
a) spese di personale addetto al coordinamento e alla gestione amministrativa del progetto (project management);
b) spese di personale (ricercatori, tecnici e altro personale ausiliario);
c) spese per strumentazione ed attrezzature, di nuovo acquisto;
d) spese per la “ricerca contrattuale” acquisita da terzi (Università, Centri e Laboratori
di ricerca pubblici, Centri e Laboratori di ricerca privati, quest’ultimi se iscritti all’Albo dei Laboratori del MUR);
e) spese relative allo sviluppo e registrazione di brevetti o altri diritti di proprietà intellettuale generati dal progetto;
f) spese per servizi di consulenza specialistica;
g) spese generali supplementari e altri costi di esercizio, compresi i costi dei materiali, delle forniture e di prodotti analoghi, direttamente imputabili al progetto.
Le attività ammesse a finanziamento dovranno concludersi, da parte delle imprese, entro 24 mesi dalla data di comunicazione di ammissione al beneficio.
Le imprese dovranno sostenere spese per un valore complessivo compreso tra un minimo del 70% e un massimo del 90% dei costi totali ammissibili del progetto mentre le università e gli organismi di ricerca dovranno sostenere, per il medesimo progetto, spese per un valore da un minimo del 10% e un massimo del 30% dei costi totali.
Mentre ogni impresa aderente al Raggruppamento non potrà sostenere più del 50% del totale delle spese valutate ammissibili.
Il bando è con procedura valutativa a sportello, con una dotazione finanziaria iniziale di 25milioni di euro.
Per le Imprese, l’intensità di aiuto, calcolata in base ai costi valutati ammissibili è il seguente:
A) per le per attività di ricerca industriale:
– 75% per le micro, piccole imprese;
– 70% per le medie imprese;
– 60% per le grandi imprese;
B) per l’attività di sviluppo sperimentale:
– 55% per le micro e piccole imprese;
– 45% per le medie imprese;
– 35% per le grandi imprese
Le percentuali di entrambi i canali di finanziamento possono essere incrementate di ulteriori 5 punti percentuali per ogni impresa del Raggruppamento candidato se il progetto soddisfa uno dei criterio di premialità descriviti alla pagina 20 e 21 del bando in oggetto.
Per ogni progetto, il contributo minimo sarà di 300mila euro mentre quello massimo sarà di 1milione di euro.
I soggetti candidati dovranno essere in possesso, pena la non ammissibilità della candidatura, della casella di “posta elettronica certificata (PEC)” intestata al capofila e la “firma digitale”, in corso di validità, del legale rappresentante del soggetto candidato.
Un altro aiuto concreto, dalla Regione Puglia, al nostro sistema di imprese, guardando contemporaneamente alla crescita occupazionale, nell’ottica del potenziamento del tessuto produttivo pugliese».
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