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Rottamazione quinquies nel 2025? #finsubito prestito immediato


Il disegno della Legge di Bilancio 2025 monopolizza il dibattito politico in questa settimana di audizioni ma importanti novità potrebbero arrivare anche dal decreto Fiscale collegato alla Manovra, con i lavori per la conversione in legge che entrano nel vivo. Tra i possibili interventi si valuta anche una nuova definizione agevolata delle cartelle nel 2025

Si fa strada l’ipotesi di una nuova rottamazione delle cartelle nel 2025.

A prevedere la novità è uno degli oltre 300 emendamenti proposti al testo di conversione in legge del Decreto Fiscale collegato alla Manovra 2025.

Disegno di Legge di Bilancio che in settimana è stato oggetto delle numerose audizioni presso le Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato, dalle quali è emersa più di qualche perplessità sulle misure previste.

Settimana di novità per i dipendenti pubblici che dallo scorso 7 novembre possono inviare le richieste per il bonus Natale 2024 e hanno ottenuto il rinnovo del contratto collettivo.

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Rottamazione quinquies nel 2025?

Proseguono spediti i lavori parlamentari sul disegno della Legge di Bilancio 2025 ma molte novità per il prossimo anno potrebbero arrivare anche dal Decreto Fiscale collegato.

Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del DL n. 145/2024, infatti, sono entrati nel vivo i lavori per la conversione in legge: alla scadenza per la presentazione sono più di 300 gli emendamenti proposti.

Tra questi, oltre all’emendamento che prorogherebbe il pagamento del secondo acconto delle imposte sui redditi fissato al 30 novembre, anche uno che apre alla possibilità di una nuova rottamazione delle cartelle, una versione quinquies della definizione agevolata delle cartelle esattoriali che permette di versare il debito maturato al netto di sanzioni e interessi.

Rottamazione quinquies che includerebbe nel raggio della pace fiscale anche i carichi affidati dal 1° luglio 2022 al 31 dicembre 2023, cioè quelli rimasti esclusi dalla precedente rottamazione.

Ma non solo. In discussione c’è anche l’opzione di una riapertura dei termini per includere nuovamente i contribuenti che non hanno pagato le rate della definizione agevolata attualmente in corso, e sono quindi decaduti dall’agevolazione.

Va comunque sottolineato che la discussione sugli emendamenti è appena cominciata. Per la conferma sulle possibili novità si attende il termine per la conversione in legge, fissato al 18 dicembre.

Rottamazione, pace fiscale ma non solo. Quanto si paga di IRPEF? I dubbi nelle audizioni sul DDL Bilancio 2025

In settimana, come anticipato, si sono svolte le audizioni preliminari sul disegno della Legge di Bilancio 2025 e sono arrivati segnali di allarme sulla trasparenza del sistema tributario.

A sollevare la questione sono stati in particolare la Banca d’Italia e l’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB), le quali hanno evidenziato come tra le novità introdotte, confermate o modificate in materia di IRPEF sapere effettivamente quanto si paga diventa un’operazione sempre più complessa. Non proprio la semplificazione auspicata dalla riforma fiscale.

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Come evidenziato dai tecnici dell’UPB:

“La complessa interazione tra le diverse componenti del calcolo rende infatti oggettivamente difficile per il contribuente avere una chiara percezione dell’importo da ricevere o versare.”

A complicare il quadro delineato dalla conferma dell’IRPEF a tre aliquote è la nuova versione del taglio del cuneo fiscale e contributivo che dal 2025 agirà anche sulla componente fiscale determinando:

  • un bonus per lavoratori e lavoratrici con redditi fino a 20.000 euro calcolato con tre diverse percentuali;
  • una detrazione aggiuntiva per lavoro dipendente pari a 1.000 euro per i redditi tra 20.000 e 32.000 euro che, oltre questa cifra, decresce fino ad azzerarsi a 40.000 euro.

A questa si aggiunge anche il nuovo calcolo delle detrazioni per alcune spese sostenute dai contribuenti con redditi superiori a 75.000 euro, per i quali si introduce un tetto massimo agli importi su cui si calcola l’agevolazione che va da 4.000 a 14.000 euro in base al numero di figli o figlie presenti nel nucleo familiare.

“Le misure volte a ridurre l’onere fiscale per i lavoratori dipendenti a basso reddito, le modifiche e le aggiunte all’insieme dei trasferimenti a favore delle famiglie e gli interventi in materia di oneri detraibili non rendono tuttavia il sistema di tassazione personale dei redditi e di trasferimenti sociali più semplice e trasparente.”

Quadro che fuori dall’ambito tributario si complica anche sul fronte delle misure per le famiglie, con l’esclusione delle somme ottenute a titoli di assegno unico dal calcolo dell’ISEE per accedere al bonus asilo nido e al nuovo bonus bebè da 1.000 euro.

Bonus Natale 100 euro al via per i dipendenti pubblici

In settimana è partito ufficialmente il nuovo bonus Natale 2024 anche per i dipendenti pubblici: il 7 novembre è arrivato il via libera alla presentazione delle domande.

Gli statali che possiedono i requisiti richiesti dalla normativa per ottenere l’agevolazione possono inviare la richiesta direttamente online dal portale NoiPA, accedendo all’area riservata tramite credenziali SPID, CIE o CNS.

Chi può richiedere il bonus Natale 2024?
I requisiti previsti dalla normativa:

  • avere un reddito complessivo non superiore ai 28.000 euro;
  • avere capienza fiscale, ovvero un’imposta lorda sui redditi di lavoro dipendente di importo superiore a quello della detrazione per lavoro dipendente;
  • far parte di un nucleo familiare:
    • composto, oltre che da figli o figlie a carico, da due coniugi in cui l’uno è fiscalmente a carico dell’altro;
    • monogenitoriale, vale a dire con un figlio o una figlia a carico e l’altro genitore assente.

Il servizio è disponibile, come detto, dal 7 novembre. Gli interessati hanno tempo fino al prossimo 22 novembre per richiedere il bonus e ricevere insieme alla tredicesima l’indennità che può arrivare fino a 100 euro.

Ad ogni modo, chi dovesse saltare la scadenza, se ha i requisiti richiesti, potrà ottenere l’indennità tramite la dichiarazione dei redditi 2024 da presentare nel 2025.

Per i circa 200.000 dipendenti di ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici come INPS e INAIL, in settimana è arrivata anche la firma sul rinnovo del CCNL Funzioni Centrali 2022/2024.

La retribuzione mensile aumenterà da un minimo di 121,40 euro per gli operatori a un massimo di 193,90 euro per le elevate professionalità. Nel mezzo funzionari (155,10 euro) e assistenti (127,70 euro).

Tra le novità anche la sperimentazione della settimana corta, con 4 giorni lavorativi ma a parità di ore lavorate, alcuni miglioramenti alla regolamentazione del lavoro a distanza e l’erogazione dei buoni pasto anche ai lavoratori e alle lavoratrici che prestano l’attività in smart working.



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