Come può il cittadino tutelare i propri interessi, i diritti soggettivi e gli interessi legittimi nei confronti dello Stato e della Pubblica Amministrazione?
Un nostro giovane lettore, attraverso la rubrica di assistenza legale gratuita che abbiamo inaugurato alla pagina “Chiedilo all’avvocato”, ci domanda testualmente:«Posso denunciare lo Stato italiano se non rispetta i miei diritti?».
Si tratta di una questione che, per come è posta, non può trovare una risposta specifica e netta. Possiamo però genericamente dire che lo Stato italiano, attraverso le sue amministrazioni e i suoi enti, è responsabile tutte le volte in cui viola una norma di legge che attribuisce un diritto soggettivo a un cittadino. Dunque, non di “denuncia” si deve parlare ma di “azione civile” volta al riconoscimento del diritto e/o al risarcimento del danno.
Bisogna innanzitutto valutare, caso per caso, se e quando lo Stato è responsabile. Esistono infatti alcune norme programmatiche all’interno del nostro ordinamento, e soprattutto nella Costituzione, che fissano solo obiettivi generali, ma non doveri specifici: si pensi al diritto al lavoro, alla salute, all’assistenza per i più poveri. Se una persona non trova lavoro, non può far causa allo Stato italiano. Se non ha i soldi per comprare casa può tutt’al più inserirsi nelle liste per l’edilizia popolare, ma non può chiedere che lo Stato gli paghi un appartamento, nonostante l’abitazione sia un diritto riconosciuto dalla Carta Europea dei Diritti dell’uomo.
Se invece il lettore si riferisce alla violazione di una norma di legge che impone uno specifico comportamento alla Pubblica Amministrazione, è possibile agire in giudizio. Attenzione però perché “lo Stato”, come soggetto autonomo e distinto dai cittadini, non esiste. Tuttavia esistono le sue amministrazioni e gli enti pubblici attraverso cui esso adempie alle proprie funzioni. Ad esempio, attraverso l’Inps lo Stato garantisce la pensione ai lavoratori. Tramite l’Inail riconosce l’assicurazione e una rendita a chi si fa male sul luogo di lavoro. Mediante l’Agenzia delle Entrate cura l’accertamento e il recupero delle imposte, garantendo anche ai contribuenti i bonus e i vari benefici fiscali. Attraverso i diversi Ministeri realizza i propri scopi come l’istruzione, la salute, la sicurezza stradale, ecc.
Dunque, tutte le volte in cui una di queste amministrazioni non adempie ai propri specifici doveri, il cittadino può fare causa – se non allo Stato – all’amministrazione stessa per vedersi riconosciuti i propri diritti.
Oltre peraltro alle amministrazioni centrali ci sono quelle locali (Comuni, Province e Regioni), anch’esse responsabili nei confronti dei cittadini per l’adempimento delle proprie attribuzioni.
Non possiamo concludere se non facciamo una breve menzione agli interessi legittimi: si tratta di posizioni giuridiche che non sempre garantiscono una tutela giudiziaria.
La differenza tra diritto soggettivo e interesse legittimo è netta. Il primo è una posizione giuridica più forte, che permette al cittadino di agire autonomamente e di ottenere una tutela piena ed immediata del suo interesse ricorrendo, immediatamente e senza condizioni, al giudice.
Ad esempio, il diritto di proprietà è un diritto soggettivo. Se qualcuno occupa abusivamente il terreno altrui, il proprietario può agire per ottenere il suo allontanamento, anche con la forza.
L’interesse legittimo invece è una posizione giuridica che attribuisce al suo titolare la facoltà di tutelare il proprio interesse al corretto svolgimento dell’attività della Pubblica Amministrazione. Pertanto, l’interesse del cittadino è tutelato solo laddove coincida con l’interesse pubblico. Ad esempio, può chiedere la revisione del proprio elaborato in un concorso pubblico chi ritiene di non essere stato valutato correttamente, ma questi non avrà la certezza di essere poi ammesso in graduatoria. E ciò perché l’interesse legittimo non consiste nella tutela della propria posizione, ma di quella della nazione intera (nell’esempio precedente, la PA deve garantire che il vincitore sia il migliore, per il bene della collettività).
Dunque, l’interesse legittimo è una posizione giuridica più debole che nasce nel rapporto con la PA.
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