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In questo approfondimento vi diremo quanto spetta di pensione minima con 19 anni di contributi (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Pensione con 19 anni di contributi: è possibile?

Prima di andare a vedere quanto si prende di pensione minima con 19 anni di contributi, è opportuno chiarire che con questa anzianità contributiva, seppure inferiore ai 20 anni necessari per accedere alla pensione di vecchiaia, è possibile ambire a un trattamento previdenziale.

Certo, le possibilità sono poche e non accessibili a tutti. Parliamo delle deroghe della legge Amato e della pensione di vecchiaia contributiva.

Le deroghe della legge Amato consentono l’uscita dal mondo del lavoro a 67 anni, con soli 15 anni di contributi, ma soltanto se questi sono stati versati prima del 1992. Potrebbe andare in pensione chi ha iniziato a lavorare nel 1973, a 17 anni di età, smettendo nel 1992, con 19 anni di contributi versati, senza mai riprendere fino all’età per la pensione. Difficile, ma non impossibile.

La seconda deroga consente l’uscita con 15 anni di contributi a chi ha ottenuto l’autorizzazione al versamento dei contributi volontari entro la fine del 1992, anche se non ha mai proceduto a versarne.

Altrimenti è necessario puntare sulla pensione di vecchiaia contributiva, al compimento del 71° di età, ma l’intera anzianità contributiva va a partire dal 1° gennaio 1996. Anche un solo mese di contributi maturato prima del 1996 farebbe venire meno il diritto alla pensione.

L’ultima soluzione è il computo presso la gestione separata con la pensione di vecchiaia contributiva. Sono richiesti il versamento di contributi in due o più gestioni o casse diverse e un’anzianità contributiva pari o superiore a 15 anni, di cui almeno 5 anni maturati a partire dal 1° gennaio 1996 e un’anzianità contributiva inferiore a 18 anni fino al 1995.

Se non si è in condizione di accedere alla pensione con 19 anni di contributi, è sempre possibile riscattare uno o più anni di contributi o versarne uno volontariamente, ottenendo l’autorizzazione dell’INPS (entrambi gli istituti richiedono un esborso economico piuttosto importante). In questo modo si potranno raggiungere i 20 anni di contributi richiesti per la pensione di vecchiaia.

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Pensione minima: cosa sapere?

Dopo aver visto quando è possibile andare in pensione con 19 anni di contributi, vediamo insieme quanto si prende di pensione minima con quest’anzianità contributiva.

L’integrazione al trattamento minimo, nota anche come pensione minima, è un importo aggiuntivo supplementare sulla pensione, erogato a chi – in determinate condizioni reddituali – percepisce assegni di importo inferiore alla soglia indicata dalla legge e rivalutata ogni anno.

L’integrazione spetta ai titolari di pensioni previdenziali (di vecchiaia, anzianità o anticipate), ma non a chi percepisce trattamenti di tipo assistenziale, come prestazioni agli invalidi civili o ai titolari di Pensione o Assegno Sociale.

Dunque, per avere diritto alla pensione minima è importante percepire una pensione che abbia un importo inferiore alla soglia minima indicata dalla legge (per il 2024 è fissata a 598,61 euro al mese) e possedere un reddito personale o da coniugato inferiore ai limiti previsti.

limiti di reddito per il trattamento minimo per lavoratori dipendenti sono i seguenti:

  • 7.781,93 euro – reddito personale per l’integrazione al minimo per intero;
  • tra 7.781,93 euro e 15.563,86 euro – reddito personale per l’integrazione al minimo in misura ridotta;
  • oltre 15.563,86 euro – non si ha diritto all’integrazione al minimo.

Per le pensioni con decorrenza compresa nell’anno 1994, i limiti sono i seguenti:

  • 31.127,72 euro – reddito coniugale per l’integrazione al minimo per intero;
  • tra 31.127,72 euro e 38.909,65 euro – reddito coniugare per l’integrazione al minimo in misura ridotta;
  • oltre i 38.909,65 euro – non si ha diritto all’integrazione al minimo.

Per le pensioni con decorrenza successiva all’anno 1994, i limiti reddituali sono i seguenti:

  • 23.345,79 euro – per l’integrazione al minimo in misura intera;
  • tra 23.345,79 euro e 31.127,72 euro – per l’integrazione al minimo in misura ridotta;
  • oltre i 31.127,72 euro – non si ha diritto all’integrazione al minimo.

Quanto spetta di pensione minima con 19 anni di contributi?

Il numero di anni di contributi a disposizione non è importante: che siano stati versati 20 anni di contributi o 40 anni di contributi, non cambia. L’importante è avere una pensione di importo più basso del limite consentito.

La situazione cambia qualora la pensione “conquistata” sia stata calcolata con le regole del sistema contributivo. Infatti, i contributivi puri, ovvero coloro che non hanno contribuzione precedente al 1° gennaio 1996, non percepiscono alcuna integrazione al trattamento minimo.

E potrebbe essere il caso di coloro che sono andati in pensione con 19 anni di contributi, tutti versati dal 1° gennaio 1996 in poi, che al compimento del 71° anno di età hanno potuto richiedere la pensione di vecchiaia contributiva.

Questi pensionati non avranno diritto all’integrazione al trattamento minimo, anche se rispettano i requisiti richiesti, in particolar modo quello reddituale: significa che a fronte di pensioni di importi anche inferiori ai 300-400 euro al mese, il titolare non potrà beneficiare della pensione minima.

Pensione con 19 anni di contributi: esempi di importo

Per sapere quanto si prende di pensione con 19 anni di contributi, prendiamo come esempio un lavoratore dipendente di 71 anni, che ha versato 19 anni di contributi a partire dal 1996, con una retribuzione lorda annua di 27.000 euro.

Per calcolare l’importo dell’assegno utilizzeremo il sistema contributivo, individuando il montante contributivo, ovvero l’insieme delle quote di retribuzione accantonate nei 19 anni di lavoro (ogni anno si accantona il 33%).

Il 33% di 27.000 euro è 8.910 euro, moltiplicato per 19 anni di contributi ci dà come risultato: 169.290 euro, ovvero l’importo del montante contributivo.

Su questo valore si applica il coefficiente di trasformazione, che trasforma il montante contributivo in pensione: a 71 anni, il coefficiente è del 6,655%. Il 6,655% di 169.290 euro è 11.266 euro, l’importo lordo di un anno di pensione, circa 870 euro lordi al mese.

Con una retribuzione lorda annua di 25.000 euro spetta una pensione annua di 10.432 euro lordi, circa 800 euro lordi al mese.

Con una retribuzione lorda annua di 23.000 euro spetta una pensione annua di 9.600 euro lordi, circa 740 euro lordi al mese.

Pensione minima con 19 anni di contributi
Pensione minima con 19 anni di contributi: in foto il numero 19.

Faq sulla pensione minima

C’è ancora possibilità di portare le pensioni minime a 1.000 euro al mese?

Ad oggi, non ci sono grosse possibilità di vedere un aumento di quasi 400 euro al mese sulle pensioni minime. Manco a dirlo, a frenare la riforma dei trattamenti riservati a coloro che percepiscono assegni di importo inferiore alla soglia minima rivalutata anno per anno, è l’imponente spesa da affrontareQuanto costa portare la pensione minima a 1000 euro? Almeno 30 miliardi di euro. Una cifra che, al momento, le casse dello Stato non possono fronteggiare.

Quali documenti sono necessari per ottenere l’integrazione al minimo per la pensione?

Per ottenere l’integrazione al minimo, che spetta a chi soddisfa determinati requisiti reddituali, è necessario presentare il Modello RED aggiornato all’anno in corso. Il Modello RED è una dichiarazione dei redditi che i pensionati devono obbligatoriamente presentare per l’ottenimento di particolari prestazioni collegate alla propria situazione reddituale o a quella del proprio nucleo familiare.

Chi deve presentare il Modello RED per l’integrazione al minimo della pensione?

Il Modello RED va presentato da coloro che percepiscono solo la pensione, ma rispetto all’anno precedente hanno una situazione reddituale diversa, o coloro che sono esonerati dall’obbligo di presentazione del 730, ma percepiscono comunque rendite alternative come rendite da immobili o da capitali, o ancora da coloro che percepiscono redditi dichiarati in altri modi, come i redditi da lavoro autonomo e occasionale, i redditi da lavoro co.co.co e i gettoni di presenza.

Chi percepisce la pensione minima ha diritto alla detrazione per spese sanitarie?

Chi è titolare del trattamento minimo INPS in misura piena non avrà diritto alla detrazione, poiché il reddito annuo rientra nella fascia “no tax area”, ovvero la soglia di reddito entro la quale non si è tenuti a pagare l’IRPEF. Per il 2024, la no tax area è fissata a 8.500 euro: vi rientrano sicuramente i pensionati al minimo, considerato che il limite di reddito annuo da rispettare per avere diritto all’integrazione in misura piena è di 7.781 euro.

Siccome non c’è IRPEF da pagare, non ci saranno neppure detrazioni da applicare. Ma se si percepisce l’integrazione al minimo in misura ridotta (reddito compreso tra 7.781,93 euro e 15.563,86 euro), superando la soglia della no tax area (più di 8.500 euro annui), sarà consentito detrarre le spese mediche pur avendo diritto alla pensione minima.

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