Edizione da record per un’Umbria Jazz sempre più social e sempre più green
di Antonella Valoroso
Oltre 42.0000 biglietti venduti, con 12.000 tagliandi staccati per il solo concerto di Lennie Kravitz. L’edizione 2024 di Umbria Jazz batte il record stabilito nel 2019 e si avvia alla chiusura con un incasso lordo di 2.400.000 Euro. In dieci giorni il capoluogo umbro ha accolto 250 eventi distribuiti in dodici diverse location, con ottantasette band in cartellone e quasi seicento musicisti tra cui alcune star assolute del Jazz, come Charles Lloyd, che con il suo Sky Quartet ha fatto registrare il tutto esaurito al Teatro Morlacchi.
Il Presidente Gian Luca Laurenzi snocciola in conferenza stampa i numeri che raccontano il successo dell’edizione numero 51 di UJ, un festival sempre più social e sempre più green. Il media center di Umbria Jazz ha realizzato infatti 10 terabyte di materiale multimediale tra video e foto che hanno portato e continueranno a portare Perugia in giro per il mondo. La decisione di utilizzare per lo staff soltanto borracce per l’acqua ha prodotto invece un risparmio di oltre 650 kg di plastica, con una riduzione di circa 1.500 bottigliette al giorno, cui si è aggiunta la scelta virtuosa di auto di servizio esclusivamente elettriche.
«La ricchezza di Umbria Jazz -ha dichiarato Laurenzi- nasce dalla sinergia di tante componenti e dal contributo di tutti i nostri partner -da Radio Montecarlo alla Berklee Music School, che quest’anno ha accolto nelle sue clinics 221 giovani musicisti, dagli sponsor ai partner istituzionali- e naturalmente dal lavoro di tutto il personale impegnato per la riuscita della manifestazione. Non è stato facile superare i momenti critici degli anni 2020 e 2021, ma ce l’abbiamo fatta e oggi possiamo rivendicare non solo il successo della manifestazione ma anche la sua sostenibilità economica».
Anche Vittoria Ferdinandi, al suo primo festival da sindaca di Perugia, non nasconde l’entusiasmo per i risultati raggiunti: «In questi giorni avevo la suggestione che stesse accadendo qualcosa di straordinario e oggi ne abbiamo la conferma. Durante Umbria Jazz Perugia mette in scena le sue potenzialità e la sua capacità di aprirsi al mondo. L’amministrazione comunale ha l’onore di lavorare accanto a un’organizzazione eccezionale. Ringrazio tutto lo staff di UJ per la sua dedizione e Carlo Pagnotta per la meraviglia di concerti indimenticabili. Cammineremo al vostro fianco, investiremo sempre di più perché Perugia deve sognarsi grande coniugando sviluppo e sostenibilità ambientale, garantendo a tutti la possibilità di vivere in sicurezza il centro storico. A questo proposito desidero esprimere tutta la mia solidarietà ai ragazzi feriti in Via della Viola durante una jam session da un lancio di vetri e mi impegno a far sì che ci sia molto presto l’apertura di tavoli di discussione per bilanciare il diritto alla quiete con il diritto dei giovani ad avere i loro spazi di espressione».
La presidente Donatella Tesei rivendica l’impegno attivo e convinto dell’amministrazione regionale che ha consentito di superare i momenti di grande difficoltà già ricordati da Laurenzi: «Umbria Jazz è un format riconosciuto a livello internazionale che abbiamo il dovere e l’interesse di sostenere con tutti i mezzi, investendo direttamente e favorendo la partecipazione dei grandi sponsor. Questo è il primo anno dei prossimi cinquanta, e grazie alla lucida vivacità di Carlo Pagnotta potremo raggiungere traguardi sempre più importanti».
Proprio al fondatore di Umbria Jazz, come da tradizione, sono affidate le ultime considerazioni e, come sempre, lo sguardo di questo splendido novantenne «dritto come un pino», per dirla con le parole di Nick-the-Night-Fly, è tutto rivolto in avanti, con buona pace dei rosiconi che polemizzano sui social parlando di una manifestazione con troppo rock e poco jazz: «L’emozione più grande è stata per me vedere Charles Lloyd al Morlacchi, in quello che è stato il miglior concerto del Festival. Adesso dobbiamo lavorare per Terni, se ce lo consentono, e per Orvieto. Per quanto riguarda Perugia, invece, l’appuntamento è per il prossimo anno, dall’11 al 20 luglio, e aspettiamo notizie sul Pavone, sul Turreno e sul Lilli, perché la città ha bisogno di più spazi per il jazz e per la cultura, magari anche con l’aria condizionata, per evitare di fare la sauna al Morlacchi».
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