La governance negli investimenti ESG #finsubitoagevolazioni

Per quanto riguarda la governance, si può dire che si fa riferimento a come viene gestita un’azienda. Infatti, spesso e volentieri il termine governance viene tradotto come governo societario, cioè l’insieme delle regole e delle procedure con cui viene condotta una società. Tra i fattori riferibili alla corporate governance, uno dei più importanti è il rapporto con e il trattamento verso i propri dipendenti. A differenza però di quanto avviene con gli aspetti sociali, dove si è visto che il trattamento dei dipendenti è declinato sotto forma di condizioni di lavoro, come la sicurezza sul posto di lavoro e la salvaguardia della salute dei lavoratori, in questo caso riguarda come vengono retribuiti i lavoratori rispetto ai manager della azienda. Negli anni, infatti, si è visto aumentare il divario tra quanto è pagato un semplice dipendente, un impiegato, e i manager delle aziende. Dal 1970 ad oggi, dunque in circa cinquant’anni, si è passati da un rapporto di 25 volte ad uno pari a 400 volte. Significa che negli anni ’70 in media un manager viene pagato 25 volte in più rispetto ad un impiegato, mentre ora la retribuzione di un manager arriva 400 volte in più quella del dipendente. è ovvio che questa disparità di trattamento crea delle iniquità all’interno della azienda, perché non vengono valorizzati in maniera sufficiente il lavoro e l’impegno del dipendente a discapito invece di quelli del manager.

Questa differenza di trattamento è quindi un fattore che viene percepito in maniera negativa non solo da chi lavora in quella società, ma anche esternamente, perché questa situazione può generare situazioni che si riflettono sulla società stessa. Il primo impatto è quello di generare sfiducia e mancanza di motivazione da parte dei dipendenti. Questo significa che il dipendente lavorerà meno in termini quantitativi e qualitativi: la produttività scenderà e anche la qualità, due aspetti cruciali per una società che vuole continuare a crescere. Un altro aspetto molto importante all’interno dei fattori di corporate governance è come vengono parametrati i compensi dei manager. Spesso e volentieri, infatti, i parametri su cui vengono valutati i manager portano a creare una situazione negativa per la società per cui i manager lavorano. Questo avviene perché spesso gli interessi personali del manager non sono allineati a quelli della società. Un fenomeno causato a volte dalle stesse società, perché determinano quanto andranno a guadagnare i loro manager in base al raggiungimento di determinati obiettivi di breve termine, come, per esempio, l’andamento del prezzo dell’azione della società in borsa su un arco temporale molto breve (a volte anche solo un trimestre). Che cosa succede in una situazione di questo genere? Il manager è ovviamente interessato alla propria retribuzione e quindi potrebbe prendere delle decisioni in termini di spesa, di investimenti che hanno un effetto positivo nell’immediato sulla società – per tornare all’esempio precedente su prezzi in borsa delle azioni società – ma facendo ciò ignorano e tralasciano invece tutte quelle decisioni che gioverebbero alla società nel lungo periodo e quindi alla sopravvivenza stessa della società. Gli studi e le analisi empiriche hanno infatti dimostrato come sono spesso stati limitati gli investimenti in ricerca e sviluppo oppure il finanziamento dei progetti a lungo che non danno risultati nell’immediato, ma che diventano profittevoli nel lungo termine a vantaggio invece del finanziamento di progetti già in essere che possono dare immediatamente dei maggiori ricavi. Tuttavia, tutto ciò preclude possibilità di crescita futura la mancanza. Effettuare pochi investimenti in ricerca e sviluppo piuttosto che nella formazione del personale, così come non incentivarlo con i giusti benefit oppure non legare i compensi agli obiettivi di lungo periodo porta ad effetti negativi per la società. Quest’ultima potrebbe trovarsi con progetti obsoleti, essere arretrata tecnologicamente o non avere colto quelle che sono le nuove tendenze del mercato. Inoltre, non incentivando nella maniera più corretta i propri dipendenti, potrebbe trovarsi a dover fronteggiare le dimissioni dei dipendenti più preparati, perché trovano un migliore posto di lavoro. I fattori di governance non si limitano però al trattamento finanziario ed economico dei propri manager. Si prendono in considerazione anche l’indipendenza dei membri del consiglio di amministrazione e dei vari comitati chiamati, per esempio, a valutare la remunerazione dei di manager piuttosto che il comitato sulla corporate governance o quella sulla gestione dei rischi aziendali.

Ma che cosa sono questi comitati? Non sono altro che un insieme di persone che devono supervisionare come la società si comporta con la remunerazione dei manager piuttosto su come gestisce i rischi aziendali… Il loro compito è molto importante all’interno di un’azienda ed è per questo che quelle che sono riconosciute come e buone pratiche aziendali vorrebbero che i membri di questi comitati fossero il più indipendenti possibile e non fossero, per esempio, persone dipendenti della stessa società oppure persone che pur non essendo dipendenti hanno comunque degli interessi nei confronti dell’azienda. Il motivo è evidente: essendo dipendenti o avendo degli interessi nei confronti dell’azienda si creerebbe un conflitto di interessi e quindi il loro operato potrebbe essere influenzato da interessi personali piuttosto che essere mosso da motivazioni puramente professionali e dalla volontà di migliorare le pratiche societarie. Un altro aspetto molto importante è come effettivamente la società gestisce i suoi rischi. Ogni società per il semplice fatto di svolgere un’attività è esposta a rischi, che possono essere di ampiezza più o meno importante. La valutazione di come una società tiene conto di questi rischi, ne ha fatto una mappatura e intrapreso le azioni necessarie per mitigarlo oppure essere pronta nel caso in cui si materializzasse, incide fortemente sul giudizio della stessa. Una corretta valutazione, identificazione e mitigazione dei rischi rende la società più sicura, perché al riparo dai possibili danni, perdite, anche monetarie e finanziarie, che possono impattare sui suoi conti. Un altro aspetto su cui spesso si dibatte e che viene considerato all’interno della qualità della corporate governance di una società per valutare è il suo comportamento in termini fiscali. Il dibattito sul pagamento delle tasse e su quelle che possono essere pratiche non per forza di evasione, ma anche solo di elusione fiscale piuttosto che il ricorso all’utilizzo di legislazioni fiscali favorevoli offerti da diversi paesi è spesso considerato un indicatore di come viene gestita una società. Come visto tutti questi fattori sono legati alla gestione di una società ma hanno anche un riflesso sui conti della stessa società.

Tuttavia, hanno anche una connotazione valoriale. Un corretto rapporto tra i compensi di un manager e di un impiegato, che ovviamente non devono essere uguali perché bisogna tenere conto anche dei maggiori rischi e delle maggiori responsabilità che ogni posizione aziendale richiede, è anche un indice di un corretto trattamento delle persone e di una maggiore equità e quindi crea anche un risvolto sociale oltre ad avere un impatto positivo sul morale e sulla produttività delle persone. La questione della gestione delle tasse ha una rilevanza, per esempio, molto più ampia e non si limita solamente alla valutazione se una società rispetta le leggi di uno stato che può comportare il pagamento di una multa in caso in violazione. Un’eventuale multa ovviamente peserebbe sui conti e quindi avrebbe un impatto negativo a livello finanziario, ma attenzione: le ripercussioni non si limiterebbero a questo. La questione del pagamento delle tasse ha un valore più ampio a livello sociale ma anche civico e operazioni come lo spostamento di sedi societarie in paradisi fiscali – cioè paesi che non fanno pagare tasse piuttosto che paesi che ne fanno pagare meno rispetto al paese di origine – comporta una serie di ulteriori problemi, come un mancato gettito fiscale da parte del paese da cui la società si sposta e crea problemi ai conti pubblici e quindi a tutti i cittadini di quel paese con le conseguenze di dover o aumentare le tasse oppure dobbiamo tagliare il servizi essenziali.