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Scopriamo le novità per il lavoro autonomo nel 2023: con l’avvicinarsi dell’approvazione della legge di bilancio 2023 per alcune partite Iva il 2023 sarà più dolce (scopri le ultime notizie su mutui e prestiti. Leggi su Telegram tutte le news sulla finanza personale. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Sono diverse le normative fiscali che il Governo ha preparato per chi ha un’attività in proprio, in modo da garantire a tanti contribuenti una tassazione più agevolata. Cambia anche il mondo delle prestazioni occasionali.

Indice

Novità per il lavoro autonomo nel 2023: ampliata la flat tax

Tra le tante agevolazioni previste, è in arrivo l’introduzione della flat tax per i lavoratori autonomi, sia in regime forfettario sia in regime ordinario, anche se in modalità differenti. 

Inoltre, dal 2023, i contribuenti titolari di Partita Iva forfettaria andranno incontro a un’altra importante novità: la clausola antielusione per chi supera il limite di fatturato stabilito dalla legge. 

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Quanto costa la Partita Iva al mese?

Il costo totale delle pratiche per l’apertura della Partita Iva, l’iscrizione al registro delle imprese ed all’INPS ammonta a circa 150 euro.

Spese di gestione e parcella del commercialista: circa 300 euro annui. Contributi Inps: l’importo minimo dei contributi da pagare è di 250 euro mensili.

Novità per il lavoro autonomo nel 2023: differenza tra flat tax e tassazione agevolata

Novità per il lavoro autonomo nel 2023? La nuova legge di bilancio 2023 contiene una novità interessante per i lavoratori autonomi, soprattutto per le partite Iva in regime ordinario: la flat tax.

Infatti, il sistema di tassazione agevolato o flat tax viene esteso, dal 2023, anche alle partite IVA che hanno adottato il regime ordinario, nel corso di quest’ultimo anno fiscale.

La nuova tassazione prevista dal Governo Meloni farebbe respirare molti liberi professionisti strozzati dal fisco, incentivando i contribuenti a pagare le tasse (e contribuendo indirettamente alla lotta contro l’evasione fiscale).

Tuttavia, non bisogna confondere la tassa piatta con l’aliquota agevolata per il pagamento delle tasse, a cui hanno accesso le Partite Iva forfettarie

Queste ultime, infatti, pagano un’aliquota fissa al 15% sul fatturato, che corrisponde alla percentuale di tasse da versare nelle casse dello Stato. Nel 2023, questo regime di tassazione rimarrà lo stesso

Novità per il lavoro autonomo nel 2023: novità per i liberi professionisti 

Ricordiamo, invece, che i professionisti in regime ordinario devono pagare le tasse in base agli scaglioni IRPEF, con aliquote che variano dal 23 fino al 43%, in base al fatturato.

Inoltre, rispetto ai forfettari, i lavoratori autonomi in regime ordinario devono emettere l’IVA in fattura e hanno la possibilità di detrarre più spese e costi.

Come funziona, quindi, la flat tax per questo tipo di Partite Iva? Quali sono le novità per il lavoro autonomo nel 2023? Come cambierà il regime di tassazione per gli autonomi in regime ordinario?

Novità per il lavoro autonomo nel 2023: i cambiamenti per i professionisti in regime ordinario 

Come accennato, per le Partite Iva in regime ordinario, il calcolo dell’imposta sostitutiva avviene in modo differente, rispetto alle Partite Iva in regime forfettario. 

Lo stesso vale, in caso di applicazione della flat tax. Le tasse, in questo caso, vengono calcolate applicando un’aliquota fissa del 15%:

  • su una base imponibile non superiore a 40.000 euro;
  • pari alla differenza tra il reddito d’impresa e di lavoro autonomo percepito nel 2023 e il reddito di lavoro autonomo del valore più elevato, percepito nel triennio precedente. 

Detto in altre parole, la flat tax viene applicata solo sull’aliquota incrementale del reddito percepito negli ultimi tre anni. Per questo si chiama flat tax incrementale. 

I contribuenti in regime ordinario, non soggetti quindi a regime forfettario nel 2022, possono assoggettare l’aliquota del 15% ad una parte di incremento del reddito registrato nel 2023 rispetto al reddito più alto registrano negli ultimi 3 anni e per una cifra non superiore a 40.000 euro.

Inoltre, per questo reddito più alto è prevista una franchigia del 5% soggetta alla tassazione Irpef ordinaria. 

A questo punto: la flat tax conviene davvero? 

Novità per il lavoro autonomo nel 2023: i vantaggi della tassa piatta

Novità per il lavoro autonomo nel 2023? Grazie alla flat tax, i contribuenti andrebbero incontro ad un carico fiscale minore.

Ma prima di scegliere questa opzione è bene valutare la propria condizione reddituale e a quale scaglione Irpef si è soggetti. 

Senza alcun dubbio, la flat tax conviene maggiormente a quelle Partite Iva:

  • soggette all’aliquota marginale Irpef;
  • che percepiscono un reddito sicuro e costante, non soggetto a grandi variazioni da un anno all’altro. Detto in parole povere, ai liberi professionisti che percepiscono entrate fisse e hanno un business già avviato almeno da qualche anno.

Per valutare correttamente la propria posizione fiscale e scegliere se adottare la flat tax, è sempre meglio rivolgersi ad un consulente fiscale esperto, in grado di dare un giudizio obiettivo sulla propria attività. 

Novità per il lavoro autonomo nel 2023: come cambierà la flat tax? 

Fino ad ora abbiamo parlato di liberi professionisti in regime ordinario, accennando solamente alle Partite Iva forfettarie

Tuttavia, c’è un importante cambiamento in arrivo anche per chi adotta questo regime fiscale agevolato.

Infatti, nel 2023, dovrebbe cadere il limite di fatturato fissato negli anni precedenti a 65.000 euro per le partite IVA forfettarie.

Si potrà fatturare fino a 85.000 e mantenere l’aliquota al:

  • 5% nel caso in cui l’attività è aperta da 5 anni;
  • 15% nel caso in cui l’attività è avviata da più di 5 anni.

Novità per il lavoro autonomo nel 2023: la norma antielusione 

Novità per il lavoro autonomo nel 2023? Abbiamo lasciato per ultima la novità fiscale principale del prossimo anno: la norma antielusione in caso di sforamento di fatturato. Questa regola andrebbe a beneficio di molte attività indipendenti garantendo maggiore giustizia fiscale nei prossimi anni.

La norma prevede che, in caso di sforamento del fatturato al di sotto del limite di 100.000 euro, il contribuente possa restare nel regime forfettario fino all’anno fiscale successivo.

Questo significa che fino a 100.000 euro, il contribuente continuerà a pagare le tasse con aliquota agevolata (del 5% o 15%) fino a quando passerà al regime ordinario di tassazione nell’anno successivo.

Fino ad ora, se il lavoratore autonomo avesse percepito un reddito superiore a 65.000 euro, sarebbe dovuto passare al regime ordinario, l’anno successivo. Dal 2023, questo limite potrebbe crollare definitivamente.

Tuttavia, questa regola deve essere ancora confermata: restiamo in attesa dell’approvazione della Legge di Bilancio 2023, in arrivo nei prossimi giorni.

Per concludere, ricordiamo che, nel 2023 viene esteso l’obbligo definitivo di fatturazione elettronica anche per i forfettari, con delle attenuanti per certe categorie professionali (professioni sanitarie).

Novità per il lavoro autonomo nel 2023
Novità per il lavoro autonomo nel 2023: nell’immagine un tavolo di professionisti.

Novità per il lavoro autonomo nel 2023: Partite Iva “apri e chiudi”

Per quanto riguarda le Partite Iva apri e chiudi, mediante una modifica introdotta, il professionista non sarà chiamato a rispondere i solido per la penalità di 3.000 euro.

La legge di bilancio ha l’obiettivo di contrastare le partite Iva create per effettuare operazioni non lecite. E’ previsto l’obbligo di versare una fideiussione triennale di almeno 50.000 euro per chi, dopo essere stato colpito da un provvedimento di cessazione, vuole riaprire la partita Iva.

Mediante le modifiche apportate la sanzione aggiuntiva di 3.000 euro alla chiusura disposta dal Fisco sarà solo a carico del contribuente e non risponderà in solido anche il professionista che ha presentato la dichiarazione di inizio attività, come era originariamente previsto nel testo del Ddl di bilancio. 

Novità per il lavoro autonomo nel 2023: nuova prestazione occasionale 

La legge di bilancio 2023, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 303 del 29 dicembre, ha introdotto importanti novità per quanto riguarda il contratto di prestazione occasionale e il libretto famiglia.

Si tratta in particolare, dell’aumento del limite di compenso erogabile dall’utilizzatore a 10.000 euro annuali e il superamento del limite relativo al numero di lavoratori dipendenti.

Inoltre, per le imprese agricole viene introdotto un nuovo regime speciale in via sperimentale, per cui la prestazione occasionale può essere richiesta per un massimo di 45 giornate lavorative effettive.

Novità per il lavoro autonomo nel 2023? Quali sono, dunque, gli interventi alla disciplina del contratto di prestazione occasionale previsti dalla legge di bilancio 2023?

Per i lavoratori che svolgono prestazioni occasionali e stagionali nei settori dell’agricoltura e del turismo, la Manovra 2023 ha reintrodotto i buoni lavoro, cosiddetti voucher.

In particolare, le nuove disposizioni, prevedono dal 1° gennaio 2023:

  • l’aumento del limite di compenso che l’utilizzatore può erogare nei confronti dei prestatori di lavoro, che passa da 5.000 a 10.000 euro per anno civile;
  • possono attivare il contratto di prestazione occasionale anche gli utilizzatori che hanno fino a 10 (e non più 5) lavoratori subordinati a tempo indeterminato;
  • vengono superati i precedenti limiti che imponevano alle imprese del turismo di occupare solo particolari categorie di lavoratori.

Con i nuovi interventi, dunque, sale l’importo massimo dei voucher che il datore di lavoro può erogare in un anno e aumentano le dimensioni delle aziende che possono usufruire di prestazioni occasionali.

Resta fisso il limite relativo al compenso massimo che il lavoratore può percepire in un anno, cioè 5.000 euro.

Le novità si applicano anche alle prestazioni svolte nell’ambito di attività di discoteche, sale da ballo, night club e simili, che rientrano nel codice ATECO 93.29.1.

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