diCarlo d’Elia
Bagarre in Consiglio comunale per il testamento di una 87enne. Le case valgono complessivamente 300 mila euro. Una lista civica di sinistra chiede di sostenere anche i nuclei stranieri. La replica: «No, rispettare le volontà»
«Ho deciso di donare due immobili al Comune per aiutare i cittadini lodigiani, italiani, che sono in difficoltà economiche». Questo è un passaggio del testamento sottoscritto dalla signora Marisa (il nome è di fantasia), scomparsa all’età di 87 anni, che, poco prima di morire, ha deciso di lasciare al Comune di Lodi due suoi appartamenti nel quartiere Fanfani, in via San Bassiano e via Benedetto Croce, per dare una mano concretamente agli ultimi. Un patrimonio importante, che dovrà essere prima venduto dall’ente, e che dalle prime stime potrebbe valere intorno ai 300mila euro. Una vicenda emersa durante la commissione Affari generali che si è tenuta a Palazzo Broletto a metà luglio e che solo oggi ha iniziato a fare discutere a livello politico.
A far scattare le polemiche è stata la volontà degli esponenti della lista civica di sinistra, Lodi comune solidale, di voler destinare l’eredità per sostenere tutte le famiglie, non solo quelle italiane. «Perché una famiglia straniera che vive a Lodi da anni e che ha la cittadinanza non dovrebbe entrare tra i possibili beneficiari dei sussidi?», si chiede Silvana Cesani, esponente di Lodi comune solidale, ex assessore alle Politiche sociali del Comune, e che ha deciso di impegnarsi per poter mettere a disposizione di tutti il contributo economico. Una posizione ben chiara che ha trovato il parere contrario di Gianmario Invernizzi, capogruppo della lista Casanova sindaco, ex e discusso esponente di Fratelli d’Italia, celebre negli ultimi mesi per le sue parole in Aula in cui chiedeva «campi di rieducazione per gli stranieri».
«Siamo davanti alla solita forzatura da parte della sinistra — dice Invernizzi —. La povertà è anche dei cittadini italiani, non solo degli stranieri. Chiediamo di rispettare le volontà della signora che ha effettuato la donazione». Resta anche da capire come gestire le migliaia di euro che verranno incassate dal Comune. Sulla questione, infatti, si rischia un passaggio in Consiglio comunale, con una discussione che trova sicuramente contrari i consiglieri di maggioranza. «Bisognerà sicuramente fare una valutazione sulla base dell’Isee, solo così si potranno preparare le graduatorie tra chi ha diritto e chi no — sottolinea l’esponente della destra lodigiana Invernizzi —. Inoltre dovrà essere creato un fondo ad hoc per poter gestire i soldi che saranno messi a disposizione delle famiglie italiane e bisognose che vivono in città. Un passaggio in Consiglio comunale per discutere la vicenda? Sarebbe una sciocchezza, ritengo il sindaco Andrea Furegato troppo intelligente per una mossa del genere».
Intanto, la vicenda si prepara a spostarsi sul piano legale: Lodi comune solidale è a lavoro con gli avvocati che si sono occupati del «Caso mense» nel 2018, la vicenda scoppiata a livello nazionale sulle modifiche Regolamento per le prestazioni sociali agevolate agli stranieri, ritenuto poi «discriminatorio» dai giudici, per cercare di analizzare il lascito testamentario e capire come agire.
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