Il mercato dei mutui per la casa sta affrontando ancora una fase difficile. Se nella seconda metà del 2023 la domanda di prestiti per l’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie si è ridotta ulteriormente in tutte le aree del Paese, continuando a risentire del rialzo dei tassi di interesse, nel primo semestre dell’anno in corso le banche si attendono un ulteriore calo. A dirlo è la Banca d’Italia con la pubblicazione “Economie regionali”. E proprio in merito ai tassi di interesse si ricorda che, pur avendo la Bce deciso un primo taglio lo scorso 6 giugno, la riunione del 18 luglio ha lasciato fermi i livelli.
La domanda dei mutui per l’acquisto della casa
Il documento della Banca d’Italia, nello specifico, parla di una seconda metà del 2023 in cui la domanda di prestiti per l’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie si è ridotta ulteriormente in tutte le aree del Paese, continuando a risentire del rialzo dei tassi di interesse.
L’offerta dei mutui per l’acquisto della casa
Dal lato dell’offerta, secondo quanto spiegato, i criteri applicati ai mutui alle famiglie per l’acquisto di abitazioni si sono lievemente irrigiditi in tutte le macroaree. In particolare, gli intermediari hanno segnalato una maggiore cautela in termini di aumento dello scoring minimo richiesto per l’accesso al credito. Con la sua rilevazione, Bankitalia ha sottolineato che la maggiore selettività da parte delle banche è riconducibile all’accresciuta percezione del rischio e ai più elevati costi della provvista.
La situazione nel primo semestre 2024
E se la situazione non è apparsa rosea nel corso della seconda metà del 2023, lo stesso sembra verificarsi nei primi mesi del 2024. Nel dettaglio, la Banca d’Italia ha spiegato che nel primo semestre dell’anno in corso le banche si attendono un ulteriore calo della domanda di mutui e che i criteri di offerta applicati sui mutui dovrebbero restare invariati.
Gli altri dati della pubblicazione “Economie regionali” della Banca d’Italia
Nel sottolineare che nel secondo semestre del 2023 la domanda di mutui per l’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie è diminuita fortemente in tutte le aree del Paese e che i criteri di offerta sui mutui per l’acquisto di abitazioni si sono lievemente irrigiditi in tutte le ripartizioni geografiche, il documento di Bankitalia ha poi precisato che per i mutui alle famiglie destinati all’acquisto di abitazioni erogati nel 2023 il rapporto tra l’ammontare del finanziamento e il valore dell’immobile posto a garanzia al momento della concessione (loan-to-value at origination, LTV-O) è sceso al di sotto del 70 per cento (oltre 2 punti percentuali in meno rispetto all’anno precedente) e che la durata media dei nuovi mutui ha invece continuato ad aumentare, raggiungendo i 25 anni. A tal proposito, secondo quanto spiegato, l’incremento particolarmente marcato della durata nel biennio 2022-23 può in parte riflettere l’esigenza delle famiglie di contenere l’importo delle rate di rimborso, in un contesto caratterizzato dall’aumento dei tassi di interesse e dall’ulteriore crescita dei prezzi degli immobili residenziali.
Il documento di Bankitalia ha poi rilevato che nel 2023 è ulteriormente aumentata la quota dei finanziamenti erogati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni con una scadenza pari o superiore ai 30 anni (46,0 per cento, dal 42,1 del 2022), mentre è diminuita l’incidenza dei nuovi mutui con un LTV-O superiore all’80 per cento (17,4 per cento; 21,8 nel 2022).
Quasi un terzo delle nuove erogazioni prevedeva forme di flessibilità nei rimborsi, quali la possibilità di estendere la durata del periodo di ammortamento o di sospendere temporaneamente i pagamenti. L’incidenza di questa tipologia di finanziamenti è tornata ad aumentare rispetto all’anno precedente, ma continua a essere inferiore a quanto rilevato negli anni più recenti (tra il 2016 e il 2021 è stata in media prossima al 40 per cento). Circa il 34 per cento dei nuovi finanziamenti era assistito da polizze assicurative aggiuntive rispetto a quelle obbligatorie sull’immobile ipotecato, una quota in aumento di sette punti percentuali rispetto al 2022.
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