FERMO «La politica continua a parlare di sostegno alla moda, di settore chiave per il Paese e il made in Italy, di azioni necessarie, poi al dunque fa un passo indietro». È la reazione di Fabrizio Luciani, presidente di Confindustria Fermo, al fatto che il promesso e atteso “saldo e stralcio” per le imprese raggiunte dal Pvc (Processo verbale di constatazione), di fatto, non c’è più per mancanza di copertura finanziaria. Le imprese annunciano battaglie legali. Dovranno decidere entro il 31 ottobre se provvedere al pagamento di quanto richiesto dal fisco, attraverso il riversamento spontaneo del credito di imposta 2015-2019 generato dalle attività di ricerca e sviluppo, o fare ricorso e rivolgersi ai tribunali.
Il punto
Dopo la nostra intervista sulla situazione alla presidente di Confindustria Accessori Moda Annarita Pilotti, arriva il parere di Luciani. «Oggi le aziende si trovano con in mano una contestazione che prevede un pagamento, interessi inclusi, non affrontabile se non mettendo a rischio la stessa sopravvivenza dell’attività. E non è neppure pensabile che avviino tutte ricorsi per affrontare questo vulnus normativo» afferma il presidente di Confindustria Fermo. Che si interroga perché l’emendamento di prevedere un saldo e stralcio sia stato respinto mentre il credito d’imposta per la Zes Unica Mezzogiorno sarà prorogato al 2025 «a riprova di quanto pesino pochi chilometri, visto che riguarda l’Italia dall’Abruzzo in giù» osserva lo stesso Luciani che rilancia sottolineando come prevedere il saldo e stralcio sembra un intervento piccolo «all’interno di una finanziaria miliardaria ma che pesa nell’economia del settore e in particolare nel distretto. Si sono già rivolti al Governo, con una lettera a doppia firma la presidente Pilotti e il presidente di Sistema Moda Italia Sergio Tamborini» segnala Luciani. Lo stesso presidente degli industriali fermani fa presente che le aziende non hanno i fondi necessari per il riversamento spontaneo, anche a causa della crisi. «Rischiamo di perdere parte del sistema che fa grande l’Italia e di cui la politica, a parole, si riempie la bocca ai tavoli ma poi abbandona nelle azioni. Chiediamo alla Regione, al presidente Acquaroli e all’assessore Antonini che fa parte del tavolo della moda, di agire in fretta, chiedendo il rispetto di quanto concordato a Roma: moratoria, credito d’imposta per ricerca e sviluppo, ampliamento dell’area di crisi complessa».
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