I fondi europei finanzieranno un progetto di cattura della CO2 del termovalorizzatore di Ferrara. Dal 2028 verrà abbattuto il 90% delle emissioni grazie alla tecnologia Bluenzyme . I conti dei 9 mesi di Saipem: ricavi a 10,1 miliardi (+21%), utile netto di 206 milioni e nuovi ordini per 13,5 miliardi
L’Europa premia l’innovazione italiana: il progetto congiunto del Gruppo Hera e Saipem per la cattura della CO2 dal termovalorizzatore di Ferrara si è aggiudicato un finanziamento di quasi 24 milioni dall’Innovation Fund europeo, primeggiando nel bando per i progetti mid-scale.
Il progetto
Il progetto rappresenta la prima applicazione su scala industriale in Italia, e tra le prime in Europa, della tecnologia Carbon Capture and Storage (CCS) a un termovalorizzatore. La soluzione, denominata Bluenzyme e sviluppata da Saipem, si basa su un innovativo processo enzimatico per la cattura dell’anidride carbonica, pensato specificamente per i settori industriali «hard to abate», cioè quelli dove la decarbonizzazione risulta più complessa.
Come funziona
L’impianto di Ferrara diventerà così un modello di riferimento per la transizione ecologica nel settore dei rifiuti. Una volta operativo, previsto per il 2028, il sistema catturerà il 90% delle emissioni di una delle due linee del termovalorizzatore, traducendosi in 64mila tonnellate di CO₂ in meno all’anno, equivalenti alle emissioni di 37mila automobili. L’anidride carbonica catturata verrà poi trasportata e stoccata nei giacimenti esauriti dell‘alto Adriatico.
La sostenibilità energetica
«Questo riconoscimento conferma il carattere assolutamente innovativo dell’iniziativa», sottolinea Orazio Iacono, amministratore delegato del Gruppo Hera. «Come leader della filiera ambiente, tracciamo la strada dell’innovazione in questo ambito, con una tecnologia sicura e replicabile su altri impianti in Italia e all’estero. Associamo così le attività di economia circolare con i processi di decarbonizzazione, aumentando la resilienza dei nostri asset».
Il progetto si distingue anche per la sua completa sostenibilità energetica: l’impianto sarà infatti totalmente green, alimentato sia dall’energia prodotta dal termovalorizzatore stesso sia dal calore geotermico della rete di teleriscaldamento della multiutility. «L’elevato livello di innovazione della tecnologia Bluenzyme rafforza il ruolo della nostra azienda nell’accompagnare i clienti verso la carbon neutrality», evidenzia Alessandro Puliti, ceo di Saipem.
Il piano
L’iniziativa si inserisce nel più ampio piano di transizione climatica del Gruppo Hera, che prevede investimenti per oltre 4,4 miliardi nel periodo 2023-2027, di cui più del 30% destinati a progetti di decarbonizzazione.
Perché è stato selezionato
La selezione da parte dell’Unione europea premia tre aspetti chiave del progetto: l’alto livello di innovazione tecnologica, il significativo contributo alla decarbonizzazione e la potenziale replicabilità su altri impianti di termovalorizzazione e settori industriali, non solo in Italia ma in tutta Europa.
Il riconoscimento arriva in un momento particolarmente positivo per Saipem, che ha appena chiuso i primi nove mesi del 2024 con risultati in forte crescita: ricavi a 10,1 miliardi (+21%), utile netto di 206 milioni e nuovi ordini per 13,5 miliardi che portano il portafoglio complessivo a 33,2 miliardi, consolidando gli obiettivi del piano strategico 2024-2027.
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