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Se ti sei mai chiesto se è possibile contestare l’estratto di ruolo delle cartelle esattoriali, sei nel posto giusto. Con le recenti modifiche normative introdotte con il decreto legislativo n. 110/2024, il panorama della riscossione dei debiti è cambiato radicalmente. In questo articolo, esploreremo in dettaglio le nuove regole, come impugnare le cartelle di pagamento e quali sono le novità che possono offrirti una chance in più per difenderti. Scopri con noi tutte le informazioni che potrebbero fare la differenza!

Riforma della riscossione : cosa cambia dal 2025

La nuova legge di riforma della riscossione, entrata in vigore l’8 agosto 2024, segna un cambiamento significativo nel sistema di recupero dei crediti. L’Agenzia delle Entrate – Riscossione diventa più efficiente e precisa, con una gestione del recupero dei crediti che sarà ora pianificata annualmente. Questo significa che le cartelle di pagamento saranno trattate con tempistiche più rigorose, dalla loro iscrizione a ruolo fino alla gestione delle azioni di recupero coattivo.

Una delle principali innovazioni è la necessità di notificare le cartelle di pagamento entro il nono mese successivo all’affidamento. Questo cambiamento mira a ridurre i ritardi e aumentare l’efficacia nella riscossione. Le cartelle di pagamento diventano così più tempestive e meno inclini a errori.

Contestare l’estratto di ruolo : nuove opportunità

Fino ad oggi, l’estratto di ruolo era quasi impossibile da contestare in sede giurisdizionale, ma le nuove disposizioni hanno introdotto importanti novità. Ora, se una cartella esattoriale non è stata notificata correttamente o se il contribuente dimostra un danno rilevante dovuto all’iscrizione a ruolo, sarà possibile impugnarla più facilmente.

Le circostanze che permettono una contestazione includono: errori nella notifica, perdite di benefici nei rapporti con la pubblica amministrazione, e problematiche legate alla cessione d’azienda. Ad esempio, se un debito è stato iscritto a ruolo in modo errato o senza la necessaria notifica, il contribuente può ora presentare ricorso. Anche le procedure di fallimento e crisi d’impresa ora prevedono la possibilità di contestare le cartelle.

Per ulteriori dettagli sulla riforma e le modalità di contestazione delle cartelle esattoriali, si rimanda al decreto legislativo n. 110/2024, pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Questa riforma segna un passo importante verso una riscossione più equa e precisa, offrendo nuovi strumenti di difesa ai contribuenti contro le cartelle esattoriali. In particolare, la riforma permette la contestazione delle cartelle esattoriali per effetto di quanto previsto dal codice dei contratti pubblici (D.Lgs. n. 36/2023); per la riscossione di somme dovute da soggetti pubblici, anche a seguito delle verifiche di cui all’articolo 48-bis del D.P.R. n. 602/1973; per la perdita di un beneficio nei rapporti con una pubblica amministrazione; nell’ambito delle procedure previste dal codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza; in relazione ad operazioni di finanziamento da parte di soggetti autorizzati; e nell’ambito della cessione dell’azienda, tenuto conto di quanto previsto dall’articolo 14 del D.Lgs. n. 472/1997.

 

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