«Gli avanzi sono una fonte inesauribile di creatività e noi gli diamo nuova vita: è così che, riciclando completamente gli scarti di altre lavorazioni, riusciamo a trasformali in oggetti belli e funzionali».
A spiegare la filosofia di Chroma, azienda di Ceppaloni che realizza complementi d’arredo innovativi grazie ad un processo produttivo unico nel suo genere in Italia, è il fondatore a amministratore Ferdinando Possemato, che racconta: «Io sono un ricercatore, lavoravo per imprese nel campo della chimica, 17 anni fa ho aperto questa azienda per fare ricerca su materiali compositi per il settore dell’arredamento. Mai avrei pensato di realizzare, così come facciamo oggi, oggetti prodotti interamente con materiali ritenuti di scarto da altri settori produttivi, poi riciclati e fusi, in modo da trasformarli in qualcosa di completamente nuovo». Dal 2007, per alcuni anni, Chroma ha operato come laboratorio di ricerca.
«Girando per proporre alle imprese i nostri materiali, ci siamo accorti che alcune di queste realtà industriali, anche importanti, producevano molti materiali di scarto di lavorazione, e avevano un problema di smaltimento o riuso. È così che abbiamo scoperto che un approccio rispettoso verso questi materiali di scarto faceva parte del nostro Dna e abbiamo cominciato a recuperare una serie di scarti, dalla pietra, ai legni, alle ceramiche fino ai metalli e ai vetri. Oggi non troviamo ancora un limite applicativo: riusciamo a ibridizzare i materiali all’ennesima potenza. Anche a fine vita del nostro prodotto sottolinea – possiamo riciclarlo di nuovo, immettendolo ancora nel ciclo di lavorazione».
Lo start
L’occasione della svolta è arrivata nel 2012 quando, racconta, «un’azienda di extralusso, la Baldi di Firenze, ci commmissionò un progetto ricerca per recuperare loro scarti di lavorazione. Si trattava di ametiste, pietre preziose, malachite, lapislazzuli e pezzi di cristallo e ottone. Il risultato estetico fu sorprendente e decidemmo di continuare su quella strada. Per loro interpretammo questo concetto del riciclo con materiali di lusso, mentre noi pensammo di utilizzare materiali poveri, possibilmente recuperati da fabbriche del nostro territorio».Materiali che altrimenti finirebbero in discarica, frantumati e distrutti con trattamenti che comportano una notevole produzione di CO2. «Inoltre, grazie a “Mersus”, un innovativo processo per immersione a freddo di nostra invenzione, riusciamo ad ibridizzare qualsiasi materiale creandone uno completamente nuovo, senza l’utilizzo di forni» sottolinea. Oggi Chroma realizza, innanzitutto, singole creazioni «per aziende, architetti e anche designer di livello mondiale» che si rivolgono all’impresa beneventana commissionandole oggetti in base a loro disegni, quindi secondo un criterio di totale personalizzazione. Un’altra linea di produzione, invece, è quella che Chroma porta avanti attraverso la collaborazione con i direttori artistici di grandi aziende dell’arredamento «che vengono da noi per commissionarci un’intera collezione» afferma Possemato. Che poi aggiunge: «Produciamo tavoli, piani, rivestimenti, piatti doccia, lavabi. Insomma, tutta la serie di prodotti, in particolare per il settore arredo, che è possibile realizzare con la tecnica a stampo. Di recente, ci siamo avvicinati anche al mondo della moda, creando arredi per i negozi di grandi griffe sia nazionali che estere».
Caserta
Un vero e proprio showroom a cielo aperto è diventata la Reggia di Caserta. «Grazie al direttore della Reggia racconta Possemato – è stato possibile realizzare tutta una serie di oggetti molto caratterizzanti all’interno del percorso museale: panchine, tavoli, rivestimenti, ma anche i bagni dell’ala nuova. Creazioni che hanno, come comun denominatore, il materiale che recuperiamo dagli scarti trovati all’interno della stessa Reggia: ne hanno davvero tonnellate in giacenza. Parliamo di marmi, alberi, tegole dei tetti: noi li preleviamo, li portiamo in fabbrica e li facciamo diventare nuovi elementi, che poi vengono riportati nella Reggia dove, in pratica, Chroma riassume il suo concetto di percorso legato alla sostenibilità».
Industria
Possemato ci tiene a sottolineare, però, che Chroma non è un’azienda artigianale: «Il nostro non è un puro esercizio estetico dice – perché abbiamo fatto diventare il riuso e il riciclo una vera e propria realtà industriale con 7 dipendenti e 7 macchine a controllo numerico che gestiscono in maniera automatizzata l’intero ciclo produttivo. Inoltre, da un paio di anni ho un socio di Varese, Alessandro Cortinovis, che si sta occupando dell’espansione commerciale in Lombardia. E dall’anno prossimo, pur continuando a produrre per terzi, lanceremo anche una collezione tutta nostra con l’obiettivo conclude – di crescere ancora».
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