Sono proseguite nei giorni scorsi le celebrazioni a ricordo del contributo dei cattolici alla lotta di liberazione nazionale, a ottant’anni dal 1944. Lunedì scorso, il vescovo Luigi Ernesto Palletti ha celebrato la messa a Lavaggiorosso, nel luogo dove il parroco don Emanuele Toso era stato fucilato dai repubblichini di Salò. Il giorno precedente, invece, erano stati ricordati, prima al passo di Centocroci, tra Liguria ed Emilia, e poi nella chiesa parrocchiale di Caranza, gli ottant’anni dalla fondazione della Divisione partigiana Centocroci. Benché non siano esistite formazioni partigiane di “ufficiale” connotazione cristiana, la Centocroci, comandata dal sottufficiale dei carabinieri Federico Salvestri “Richetto”, non faceva mistero del suo ispirarsi ai valori della dottrina sociale della Chiesa; anche per questo motivo la divisione dovette subire svariate traversie. Tutt’ora il nucleo degli eredi di quella formazione appartiene all’Associazione nazionale partigiani cristiani, ed è riconosciuto come tale. La Centocroci venne fondata in due successivi incontri, svoltisi l’11 febbraio 1944 all’osteria “dei Lunghi” di Caranza, e il 4 marzo successivo all’albergo “Alpino”, lungo la strada che conduce all’omonimo passo appenninico. Proprio al monumento sito sul passo, al confine tra le due regioni, Liguria ed Emilia-Romagna, è stata deposta una corona d’alloro, benedetta da don Mario Perinetti, cappellano dell’Associazione partigiani cristiani e parroco di Caranza. Oltre a rappresentanti dell’associazione del Tigullio e della Spezia, erano presenti sindaci e assessori di numerosi enti locali delle vallate circostanti: Varese Ligure, Maissana, Castiglione Chiavarese, Cazarza Ligure, Sestri Levante, Tornolo, Borgo Val di Taro, Albareto. A seguire la “colonna della libertà” si è spostata presso la chiesa di Caranza, dove si celebrava il patrono San Lorenzo. Don Perinetti ha celebrato la messa, ricordando il sacrificio di tante persone cadute nella lotta per la libertà. Al termine del rito, è stata data lettura della “preghiera del ribelle”, scritta dal beato Teresio Olivelli prima di morire, ucciso “in odio alla fede”, in un campo di sterminio nazista. Riconoscimenti sono stati consegnati dai responsabili dell’associazione del Tigullio a Riccardo Pagliettini, nipote di Riccardo Ameghino “Mainà”, caduto il 20 gennaio 1945 nella battaglia del Monte Gottero, ai sindaci ed agli assessori presenti. Un particolare ringraziamento è andato al giovane trombettiere Ellemire Figone, nipote del comandante dei sabotatori della Centocroci Vittorio Figone “Viturin”. Sono stati infine ricordati i fratelli Armando e Lorenzo Armanino, originari proprio di Caranza, che facevano parte della stessa squadra sabotatori.
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