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Attenti agli scricchiolii dall’economia della Lombardia, l’eco può sentirsi in tutta Italia. I mercati sembrano averlo già capito #finsubito prestito immediato




Ultim’ora new 20 novembre ore 20


Una due giorni della Banca d’Italia a Milano ha acceso i fari sulla Lombardia: dopo la lezione in Bocconi del governatore Fabio Panetta, all’inizio emozionato e poi molto brillante nel botta e risposta con gli studenti (che dimostrano una competenza sorprendente, il rettore Francesco Billari era visibilmente felice) che martedì 19 ha indicato come la stretta monetaria della Bce non sia più necessaria, mercoledì 20 è stato il turno in piazza Cordusio, dove il Servizio Studi milanese di Bankitalia ha fornito dati dell’aggiornamento congiunturale della Lombardia, che non sono soddisfacenti: la regione rallenta, e non poco.

La frenata dell’economia lombarda

Il primo semestre 2024 dovrebbe chiudersi con aumento del pil dello 0,4%, in linea con il dato nazionale. La produzione industriale cala dell’1,2%. È proseguito il calo delle esportazioni (0,3%) soprattutto verso i Paesi dell’area dell’euro e gli Stati Uniti. E sono state le imprese grandi, con oltre 200 addetti, quelle che hanno un rapporto export su fatturato particolarmente alto, a subire maggiormente il rallentamento del ciclo economico internazionale. Il segnale non è da sottovalutare: non è ancora di allarme ma certamente di preoccupazione.

Pmi più colpite: piccolo non è bello

Il direttore della sede di Milano Giorgio Gobbi rileva come la quota di valore aggiunto sul fatturato delle piccole imprese è in continuo calo dall’ultima crisi finanziaria del 2008. Come abbiamo scritto più volte «piccolo non è più bello».

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In particolare calo è il settore moda/tessile-abbigliamento, che evidenzia anche una perdita di quote di mercato. Sul fronte degli investimenti il calo è significativo, -6%, e non si attendono inversioni di rotta nel 2025.

La crescita dei servizi e del turismo. Boom di visitatori a Milano

La crescita viene dal settore dei servizi, soprattutto in quei comparti che hanno beneficiato dell’aumento dei flussi turistici. Il trend di crescita di arrivi e presenze in Lombardia – e Milano la fa da padrone – è costante da prima dell’Expo, ma nel primo semestre 2024 la crescita della spesa dei turisti stranieri è stata del 19,2%.

L’aumento delle ore di Cassa integrazione (Cig)

L’occupazione cresce ma iniziano a manifestarsi dei segnali negativi: le ore lavorate scendono. Il numero di ore autorizzate di Cassa Integrazione (Cig) è cresciuto nel semestre del 21,6%.

I prestiti alle imprese, che fanno sempre buoni profitti, sono in calo (-1,5%), a fronte di un leggero aumento del tasso di deterioramento salito all’1,8%, rispetto all’1,3% nel 2023. Viceversa i prestiti alle famiglie sono in aumento (0,8%) ed è contenuto anche l’incremento dei mutui (+0,6%) per l’acquisto di abitazioni, riflettendo la debolezza delle compravendite (con i prezzi, però, in risalita, complice la discesa dei tassi da parte della Banca Centrale Europea, che abbassa di fatto il costo delle singole rate).

I timori delle famiglie. Che spendono meno

Cosa fanno quindi le famiglie, ai primi segnali di rallentamento congiunturale? Riducono i consumi, che infatti ristagnano (+0,3% in termini reali rispetto all’anno passato). Aumentano i risparmi secondo il pensiero comune del “non si sa mai”.

Le tensioni geopolitiche non portano ad un aumento della propensione al rischio, ma la consistenza dei risparmi è sempre florida – stato povero, famiglie ricche -, con uno spostamento deciso dai depositi – non remunerati per lo più – ai titoli di Stato e fondi di investimento. Le azioni aumentano il peso solo grazie all’effetto prezzi.

Se la Lombardia anticipa l’Italia il pil ne risentirà

I dati sono congiunturali ma i segnali appaiono di struttura. Se i consumi non crescono e le esportazioni vedono una diminuzione delle quote di mercato e dei flussi, e con il manifatturiero che arranca, il timore è che questo rallentamento regionale – essendo la Lombardia la locomotiva d’Italia – non potrà non ripercuotersi in qualche misura sui dati dell’intera economia del Paese.

Insomma, se è vero che la Lombardia si muove sempre in anticipo, non è da escludere che le stime sul pil dell’Italia per il 2025 possano venire ridotte al ribasso, nel solco di quanto i mercati in questi giorni stanno già scontando sul rallentamento dell’intera Europa. (riproduzione riservata)

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