Valorizzare con la forza di un know-how internazionale l’imprenditoria di un territorio dove c’è una cultura d’impresa che ha messo in pratica i criteri Esg molto prima che fossero cool, che pensa prima a «lavorare, creare, donare» che a raccontarlo, in cui le imprese spesso portano il nome di chi per loro ci mette la faccia. È quello che Intesa Sanpaolo fa in provincia di Cuneo – dove conta circa 200 mila clienti, di cui 12 mila imprese -, da quando ha raccolto, con un processo impegnativo, l’eredità della Cassa di Risparmio di Cuneo e di Ubi Banca, come ha raccontato ieri al pubblico del Teatro Sociale di Alba Andrea Perusin, direttore regionale Piemonte Sud e Liguria di Intesa Sanpaolo, intervistato dal responsabile della redazione di Cuneo de La Stampa, Massimo Mathis.
Se Perusin dal suo insediamento nel ruolo nell’aprile del 2021 ormai ha fatto suo il «modello Cuneo», riconosce come sia la sua diversità a determinarne il successo. «Questo è un territorio che investe sempre e comunque: nel primo semestre del 2024 l’export in Italia è calato dell’1,1%, in Piemonte del 4,6%, mentre in provincia di Cuneo è cresciuto del 5,2%, addirittura con un’accelerazione nel secondo trimestre e pure in un settore in crisi come l’automotive». Una crescita che Perusin spiega proprio con un sistema valoriale che fa la differenza anche per una banca: «Qui ci confrontiamo direttamente con chi decide». Tante storie uniche e straordinarie – alle quali a volte serve un compleanno importante per trovare voce -, che Intesa Sanpaolo accompagna nelle sfide di oggi e domani, dal passaggio generazionale alle lusinghe dei fondi d’investimento, che Perusin non demonizza: «È ovvio che noi facciamo il tifo per l’economia della provincia, perché cresciamo nella misura in cui cresce la provincia, ma se i fondi d’investimento guardano qui è perché c’è valore, e possono essere anche acceleratori per le imprese del territorio». Aggiunge: «Il nostro compito è di accompagnarle con l’attività di advisory, un nostro fiore all’occhiello».
Inevitabile un focus sull’agribusiness, al quale Intesa Sanpaolo guarda con grande attenzione perché è «il settore italiano con più grande margine di crescita e più ampio spazio di acquisizione di quote di mercato». Ecco perché dal 2021 ad oggi la Direzione Agribusiness, rete nazionale interamente dedicata al comparto agroalimentare costituita da 1100 professionisti, sostiene 84 mila imprese negli ambiti della transizione energetica, dell’internazionalizzazione e della digitalizzazione, tre declinazioni del concetto di sostenibilità. «Oggi se le imprese vogliono stare sul mercato, non possono sottrarsi all’impegno su questi fronti: Intesa Sanpaolo le supporta attraverso consulenze, erogazioni – quasi un miliardo di euro alle piccole e medie imprese nel primo semestre del 2024 – e con l’intermediazione di fondi, privati e pubblici». Perusin non ha dubbi: «In un contesto come questo, abituato a lavorare nell’incertezza, c’è una combinazione di fattori potenziali che può portare a un’esplosione della competitività».
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