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di Daniele Bovi

La famiglia socialista dopo la diaspora e diverse turbolenze si presenterà sotto un solo simbolo alle regionali d’autunno. Ad annunciarlo sono gli esponenti di Psi, Socialismo XXI e Socialisti per l’Umbria. Stavolta, a differenza di quanto successo alle amministrative perugine di questa primavera, non ci saranno dubbi sullo schieramento da sostenere: l’obiettivo è quello di «lavorare unitamente alle altre forze di ispirazione riformista presenti nella coalizione di centrosinistra-Patto Avanti per una forte lista a sostegno della candidatura a presidente della Regione di Stefania Proietti».

La reunion I socialisti dunque schiereranno il loro simbolo e i loro candidati «espressione dei vari territori», tra i quali con ambizioni di elezione ci sarà anche l’ex sindaco di Città di Castello Luciano Bacchetta, storico esponente del mondo socialista. Dell’interlocuzione con le altre forze della coalizione se ne occuperà una delegazione composta Gerardo Labellarte (responsabile Istituzioni locali della segreteria nazionale del Psi, con il ruolo di coordinatore), Federico Novelli (segretario regionale del Psi), Cesare Carini dei Socialisti per l’Umbria e Pasquale Billi. Nelle prossime settimane ci sarà un appuntamento pubblico e l’insediamento del gruppo che si occuperà del programma.

L’assetto Oltre alla lista rappresentativa del mondo socialista a sostenere Proietti in una corsa che – elemento fondamentale – a differenza delle comunali non prevede il doppio turno – ci saranno anche le formazioni di Pd, M5S, Verdi-Sinistra e una della presidente. In campo poi ci sono anche altre formazioni come Azione, Italia viva, i diversi soggetti che a Perugia hanno sostenuto la candidatura a sindaco di Massimo Monni, Pace terra e dignità e l’associazione UmbriaLeft che, nelle scorse ore, ha lanciato un appello per la costruzione di una lista «civica, progressista e di sinistra plurale» a sostegno di Proietti. In particolare in questi ultimi casi bisognerà capire quali e quanti simboli saranno schierati, anche tenendo conto di un voto che è sì amministrativo ma anche politico, dove i simboli dei partiti nazionali hanno un peso maggiore rispetto agli altri.

UmbriaLeft Nel frattempo l’associazione UmbriaLeft per bocca di Stefano Vinti boccia i cinque anni di governo della destra e parla di una Proietti che ha dato «capacità di buon governo ad Assisi e alla presidenza della Provincia di Perugia». UmbriaLeft sottolinea poi l’importanza di «cambiare radicalmente il modello di sviluppo regionale, sempre più fondato sul lavoro povero, sul lavoro nero e su bassi salari. Il lavoro – è detto in una nota -, il diritto al lavoro, resta questione centrale, da affermare per garantire i diritti sociali e i diritti civili nella nostra regione. Quindi, pace, lavoro e beni comuni, cioè beni della comunità umbra, che devono essere valorizzati ed estesi, resi efficienti ed efficaci, a iniziare dal sistema sanitario regionale pubblico, portato allo sfascio da una politica della destra tesa a sostituirlo con un sistema privato e con le assicurazioni. La sanità in Umbria è oggi un’emergenza politica e culturale».

La data Tra qualche giorno poi andrà necessariamente sciolto il nodo relativo alla data del voto. Il 30 dovrebbe tenersi un vertice tra Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani per parlare di regionali – compresa la data – e dopo questo appuntamento probabilmente se ne saprà di più. L’Emilia Romagna ha deciso di andare alle urne il 17 e 18 novembre, in Umbria a Palazzo Donini si pensa invece all’inizio di dicembre mentre la Liguria non può andare oltre il 27 ottobre. Insomma, il decreto del governo per fissare un election day alla fine potrebbe non arrivare: proprio lunedì fonti del Viminale hanno ribadito alle agenzie che l’autonomia delle Regioni sul punto «rimane ferma» e che l’unica possibilità per un election day consiste in un anticipo del voto da parte di Umbria ed Emilia. Alla fine dunque le tre Regioni potrebbero procedere in ordine sparso.

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