Valentino Fenni, presidente della sezione Calzature all’interno di Confindustria Fermo e vice presidente nazionale di Assocalzaturifici: qual è la sua impressione sul confronto tra Regione Marche e Mimit?
«Il Governo non ha capito che il problema non è solo marchigiano ma appartiene a tutti i distretti produttivi italiani legati alla moda. E per questo occorrono misure non ad hoc per le Marche ma per tutta Italia. Le Marche si muovono, si danno da fare. Abbiamo una filiera da proteggere forse più che altrove».
Quindi occorrono misure straordinarie tipo quelle attuate per superare la crisi generata dal Covid? Per esempio ristori per le aziende o un commissario straordinario per la moda?
«La situazione attuale è peggiore di quella del Covid. Quindi oltre ad individuare le misure, le aziende hanno bisogno di tempestività. La cura non è con medicinali a rilascio graduale, ma con farmaci efficaci e ad azione rapida. Mentre qui, dopo oltre un anno, ancora stiamo discutendo del credito di imposta».
Le richieste presentate dalle associazioni di categoria: quali sono state recepite dal ministero e cos’altro servirebbe per rilanciare il settore?
«Ieri, il risultato più significativo è forse l’apertura sulla richiesta del saldo e stralcio al 50% per il credito di imposta delle aziende che hanno ricevuto il processo verbale di costatazione dagli organi di controllo».
Per il resto?
«Non ci sono state aperture sulla moratoria di un anno per i mutui delle aziende della moda, la sospensione di alcuni pagamenti e l’allungamento dei rimborsi dei finanziamenti Sace e Simest che avevamo richiesto. Mentre anche per la cassa integrazione e liquidità alle imprese, la discussione è stata rimandata».
Lei aveva proposto anche il taglio dell’Iva sugli acquisti di prodotti made in Italy.
«Penso ad un sistema di sgravio per chi acquista prodotti italiani. Aiuterebbe il settore delle scarpe, ma anche la moda in generale. Una politica di incentivi – già usata per le automobili e anche per l’edilizia – che merita un settore come il nostro, che garantisce una importante fetta di Pil nazionale e dà lavoro in Italia a decine di migliaia di persone, parte delle quali sono a rischio licenziamento. Il presidente di Confindustria Emanuele Orsini ha proposto il taglio del cuneo fiscale. Se ne parla da tanto tempo».
Rifinanziano l’area di crisi complessa rimodulando la legge che in passato non aveva troppo funzionato visto che era stata utilizzata da poche aziende. La nuova misura vi convince?
«Forse sarebbe stato meglio destinare le risorse in altri ambiti. Penso che tutti i provvedimenti non possono essere una misura spot. Vanno strutturati. Si stanno rivedendo bonus e interventi, questo deve diventare una certezza per gli imprenditori».
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