Il board di Europa Nostra in visita alla Sinagoga di Siena, uno tra i 7 monumenti e siti del patrimonio culturale più a rischio d’Europa per il 2024, ha anche incontrato a Palazzo Pubblico il sindaco Nicoletta Fabio. La visita è finalizzata ad implementare il programma “7 Most Endangered” di Europa Nostra con la cooperazione dell’Istituto della Banca Europea per gli investimenti.
Europa Nostra è la voce europea della società civile impegnata a favore del patrimonio culturale e naturale. Ieri, i suoi rappresentanti hanno visitato la Sinagoga di Firenze, questa mattina il trasferimento a Siena con i rappresentanti della Comunità Ebraica di Firenze e Siena, l’incontro con il sindaco Nicoletta Fabio e le autorità locali. A seguire la visita al cantiere di restauro della Sinagoga di Siena, reso necessario per riaprire la sala di preghiera, chiusa in seguito al terremoto del febbraio 2023 per danni strutturali. In questo contesto è stato discusso l’impiego di un contributo a sostegno della Sinagoga di Siena.
Uno degli obiettivi principali di Europa Nostra è quello di mettere al centro dell’azione e delle politiche pubbliche locali e nazionali, il patrimonio culturale come colonna portante dell’identità europea, in grado di contribuire al rafforzamento della coscienza pubblica e del senso di cittadinanza.
La Sinagoga settecentesca di Siena è ancora oggi un luogo di culto e cuore di un piccola comunità ebraica. Con il suo lascito di storia plurisecolare essa rappresenta anche un “presidio culturale”, spazio di dialogo ed educazione che accoglie, grazie alla collaborazione con Opera Laboratori che gestisce le visite al Museo Ebraico e al Tempio, ogni anno visitatori, turisti, ma anche tanti studenti di ogni ordine e grado. E’ stata selezionata da Europa Nostra per il suo valore storico, artistico e culturale, come patrimonio da salvaguardare e continuare a valorizzare nel tempo. Nel mese di febbraio del 2023 un terremoto ha causato gravi danni strutturali alla volta settecentesca della sala di preghiera della Sinagoga, che è stata resa inagibile. La chiusura ha penalizzato la gestione delle visite didattiche e la possibilità di una più ampia fruizione da parte del pubblico di uno dei gioielli del patrimonio ebraico italiano e europeo. Dopo il terremoto è stata avviata dalla Comunità Ebraica una campagna di raccolta fondi per affrontare i costi stimati in oltre 370mila euro.
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