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Ieri, sulla piattaforma del Mediocredito Centrale, il via libera alle domande. Le imprese meridionali (e solo loro), interessate a investire in ricerca e sviluppo, possono partecipare all’assegnazione delle facilitazioni previste per chi investe in ricerca e sviluppo con progetti di rilevanza strategica per il sistema produttivo.

La buona notizia è che complessivamente sono 600 i milioni a disposizione tra contributi a fondo perduto del ministero delle Imprese e del Made in Italy, risorse della Cassa Depositi e Prestiti e finanziamenti del sistema bancario.

Una somma superiore a quella che era stata indicata in un primo momento e che rafforza la speranza di un’ampia risposta delle imprese del Sud, confermando il cambio di paradigma anche in questo decisivo settore.

Nel dettaglio, infatti, l’iniziativa, attivata nell’ambito del Fondo per la Crescita Sostenibile (FCS), prevede la concessione da parte del ministero di contributi a fondo perduto per un importo fino a circa 145 milioni ai quali si aggiungono finanziamenti agevolati, fino a 328 milioni, concessi da CDP a valere sul Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca (FRI), di durata fino a 15 anni. Risorse che sono in affiancamento a prestiti erogati dal sistema bancario a condizioni di mercato per un importo complessivo di oltre 130 milioni.

Di qui la sensazione, alla luce del coinvolgimento attivo dell’intera catena politico-finanziaria, che il nuovo strumento per incentivare la ricerca e lo sviluppo di prodotti e servizi innovativi e di tecnologie all’avanguardia, con l’obiettivo di creare valore e ricchezza nelle regioni del Sud, possa attrarre il sistema delle imprese. È del resto l’obiettivo dell’Addendum alla Convenzione Fondo Crescita Sostenibile sottoscritta dal ministero, da Cassa Depositi e Prestiti e dall’Associazione Bancaria Italiana (ABI) che «disciplina la concessione dei finanziamenti agevolati dedicati alla realizzazione di progetti in ricerca industriale e sviluppo sperimentale di rilevanza strategica per il sistema produttivo» come si legge in una nota diffusa ieri. L’iniziativa mira a sostenere i piani di investimento in ricerca e sviluppo coerenti con le aree tematiche stabilite dalla Strategia nazionale di specializzazione intelligente. 

Le nuove tecnologie

Dovranno quindi riguardare la realizzazione di specifiche tecnologie: materiali avanzati e nanotecnologia; fotonica e micro/nano elettronica; sistemi avanzati di produzione; tecnologie delle scienze della vita; intelligenza artificiale; connessione e sicurezza digitale. Dallo sviluppo di queste idee alla realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi (ma anche al notevole miglioramento di questi ultimi) il passo potrà essere compiuto grazie appunto alle risorse messe in campo. Tutte, va ribadito, riservate esclusivamente alle imprese che operano nelle regioni del Mezzogiorno. Le domande per accedere alle agevolazioni, infatti, potranno essere presentate da aziende meridionali di qualsiasi dimensione che esercitano attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria e i Centri di ricerca. Sarà inoltre possibile presentare anche progetti in forma congiunta.

L’opportunità è ghiotta e conferma, come il ministro Adolfo Urso ha sottolineato di recente, che il futuro del Paese passa soprattutto dal Mezzogiorno, l’area del Paese che ha più possibilità di crescita e di sviluppo. Una prospettiva che sotto il profilo industriale non può prescindere dal contributo delle piccole e medie, l’ossatura più radicata del sistema produttivo meridionale sul territorio: la loro risposta sarà ancora una volta decisiva. 



 

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