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I cantieri ancora non si vedono ma presto arriveranno e cambieranno il volto di Ostia. Sul litorale romano infatti pendono interventi urbanistici, legati a fondi europei e ad investimenti privati, che contribuiranno a ridisegnare le funzioni di storici edifici, il profilo della costa, le aree presenti nell’entroterra. Sfide che l’assessore all’urbanistica Maurizio Veloccia ben conosce e che, con l’amministrazione capitolina, è chiamato a governare.

Assessore partiamo dal Lungomare. Sappiamo che l’intenzione è di realizzare una profonda trasformazione, con pedonalizzazioni, un “parco delle dune” ed un migliore accesso alla spiaggia. Ma i tempi quali sono?

I tempi sono serrati e sono legati alla programmazione dei fondi europei strutturali Fesr del 2021- 2027. Sono fondi europei che passano per la regione con cui, abbiamo intavolato un’ottima collaborazione, in particolare con la vicepresidente del Lazio Roberta Angelilli. Tempi e regole sono molto chiari: entro 18 mesi dalla stipula della convenzione, che avverrà il prossimo ottobre, devono infatti essere sottoscritti i contratti d’appalto.

In questi giorni si chiude il bando sulla progettazione

Sì, ci siamo mossi in anticipo con Risorse per Roma, perché dalla progettazione poi dipendono la gara ed il contratto. Dal momento che viene firmato quest’ultimo, parte un percorso che vedrà il rifacimento del lungomare in stralci funzionali, in modo da non intralciare la viabilità e le attività esistenti con lo sviluppo dei lavori. Il tutto dovrà completarsi entro il 2027, con la possibilità di arrivare, con i collaudi, al 2029. Dovranno essere bravi i progettisti a stabilire le fasi di cantiere, per rendere meno impattanti i lavori.

Non ci sono solo i finanziamenti per il Lungomare. Si era parlato, ad esempio, anche di fondi legati al PNRR per sistemare l’ex Colonia Vittorio Emanuele II…

Si però ad oggi abbiamo solo i fondi della prima fase: la regione ha approvato solo i 24 milioni che servono a riqualificare il Lungomare. Stiamo avviando un confronto sulla seconda fase, per vedere che tipo d’interventi fare. Un confronto che già è avvenuto all’interno della nostra giunta e che vedrà il coinvolgimento del territorio. Gli interventi su cui stiamo ragionando riguardando l’ex Colonia ma non solo, visto che c’è anche l’intenzione di lavorare al rilancio della pineta di Castel Fusano

Quindi i tempi sono più lunghi per questi interventi. Ma qual è l’orizzonte temporale?

Il meccanismo di questi finanziamenti lega la realizzazione di quelli previsti in una prima fase, in questo caso gli interventi sul Lungomare, a quelli da mettere in campo in una seconda fase. Come giunta, come anticipavo, abbiamo delle proposte ma vanno condivise, in maniera più larga, per arrivare a definire quelle che saranno le funzioni e le vocazioni delle opere oggetto d’intervento. Tornando al meccanismo di prima, per sbloccare la seconda fase devono esser contrattualizzati i lavori della prima fase. Se viene centrato questo obiettivo, viene rilasciato il finanziamento della seconda fase.

In sostanza dipende tutto dai lavori sul Lungomare?

È così, dipende dall’avanzamento dei lavori di riqualificazione del Lungomare. Operazione, quest’ultima, che è finanziata con 24 milioni di euro.

Altra partita importante che si gioca ad Ostia è quella legata al PUA, il piano di utilizzo degli arenili. È atteso da tanti anni, ma a che punto è l’iter?

Siamo nella fase della Valutazione ambientale strategica. La regione ha inviato al comune delle richieste di integrazioni documentali, necessarie per chiudere la Vas. Contestualmente l’amministrazione cittadina, con il dipartimento patrimonio, sta valutando la legittimità di tutte le consistenze, dei manufatti presenti, per capire anche come fare le future gare per le varie concessioni. Stiamo facendo i rilievi per vedere se ci sono degli abusi o meno.

A proposito di concessioni, ci sono le macerie del Kursaal ancora in acqua. Ma chi deve occuparsi della loro rimozione?

È un tema, quello del futuro del Kursaal, che va affrontato. Vedere uno stabilimento del genere in quelle condizioni è doloroso. Purtroppo queste situazioni, non parlo solo del Kursaal, sono figlie di anni d’abbandono da parte delle istituzioni ed in qualche caso dei concessionari stessi: un rapporto che spesso si è fermato ad una sterile contrapposizione. Stiamo cercando di accendere i riflettori confrontandoci con i concessionari e le associazioni di categoria. Il Lungomare potrebbe essere il primo passo per affrontare poi, in modo virtuoso, il tema delle concessioni e della vocazione di Ostia che deve recuperare appeal turistico, perché non sia un luogo da visitare, d’estate, solo nel fine settimana. Va ripensata la vocazione di Ostia, coinvolgendo anche i giovani e gli studenti. Ed al riguardo sottolineo che l’università del mare sa andando bene ed anche gli ostelli sono sempre pieni.

Ragionando sugli sviluppi di Ostia, bisogna fare i conti anche con vecchi progetti e con investitori privati. Penso al Borgo dei Pescatori. Secondo gli ambientalisti va mantenuta verde, quell’area dietro il polo natatorio. Cosa si può fare?

C’è stato un confronto pubblico previsto dal nostro regolamento. Su questo progetto vorrei far notare che c’è un equivoco di fondo, alimentato forse anche ad arte: non stiamo decidendo se quell’area possa o meno essere trasformata. Questa scelta è stata fatta con l’approvazione del PRG nel 2008. Oggi siamo nella fase di un confronto con il territorio per migliorare eventualmente il programma urbanistico che è scaturito dal Piano Regolatore e la cui formazione è durata circa 15 anni. Far finta o non sapere quale è il perimetro della partecipazione in questa fase rischia di spostare un processo virtuoso di confronto in sterili rivendicazioni sul passato che oggi non hanno senso. Chi vuole aiutarci a rendere questo intervento il migliore possibile per il territorio è benvenuto, chi sostiene che bisognerebbe non farlo ha una posizione legittima ma doveva far valere le sue ragioni quando il PRG è stato discusso ed approvato.  E pensare dopo 15 anni di progetti di trasferire queste cubature altrove è del tutto irrealistico. la vera sfida è come migliorare quel progetto, portando infrastrutture, scuole, servizi sportivi per il territorio.

Allora spostiamoci di qualche chilometro dal litorale. Nel municipio X, voi avete previsto un intervento ad Ostia Antica nell’ambito del programma della città dei 15 minuti. Ci parla di questo progetto all’ombra del Castello e del parco archeologico?

È uno dei 15 ambiti in cui stiamo provando a immaginare un ridisegno. Una città della prossimità che possa provare a costruire un’idea diversa di urbanistica. Con interventi che variano nel tempo. Ostia Antica è stata scelta dal municipio perché è un gioiello che la maggior parte degli stranieri ignora. Sarebbe stato uno straordinario Centro storico in qualsiasi capitale d’Europa, ma a Roma è quasi ignorata.  Cerchiamo di valorizzare questo luogo, attraverso delle zone a traffico ridotto, zone 30, attraverso parcheggi di scambio che favoriscano l’accesso agli scavi. C’è una centralità locale prevista dal piano regolatore mai approvata e noi stiamo anche approvandola, riuscendo ad ottenere degli incentivi urbanistici ad esempio per sistemare delle aree verdi, anche intorno al castello Giulio II.

Anche in questo caso, quali sono i tempi?

Stiamo andando avanti con la progettazione esecutiva e quindi per il 2025 apriamo i cantieri. Vorrei aggiungere che questo intervento di Ostia Antica, rappresenta un progetto di  agopuntura urbana che realizziamo con l’ambizione di modificare la mentalità dei cittadini e delle amministrazioni locali. Perché o si cambia mentalità rinunciando a qualcosa in termini ad esempio di parcheggi per migliorare lo spazio pubblico, creare nuove aree verdi, (xxx)o questa città non ha futuro, anche sul piano ambientale. Vogliamo provare a far cambiare l’idea della città, un pochino come fece Rutelli con le 100 piazze. Ad Ostia Antica andremo a creare un grande parco verde, intorno al castello di Giulio II. Realizzeremo nuovi spazi di sosta, razionalizzeremo i posti auto esistenti, con l’obiettivo di rendere ‘semipedonale’ l’area intorno al centro storico. Lo facciamo sapendo che ci potranno essere resistenze che spesso incontriam[FP1] o, tanto da parte degli amministratori quanto da quella degli abitanti, quando andiamo a togliere dei parcheggi. Ma anche a questo servono questi progetti perché ripeto o si ha il coraggio di cambiare questa città come stanno facendo tutte le grandi capitali europee, sul piano urbanistico come su quello ambientale, o non avremo futuro.

 

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