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“C’è un milione di firme già raccolte che presenteremo il 26 settembre, per chiedere il referendum per abrogare la legge sull’autonomia”. Un risultato importante scandito con orgoglio da  Maurizio Landini, segretario generale della Cgil nazionale, nel suo intervento alla festa di Liberetà, organizzata dallo Spi Cgil di Perugia, alla polisportiva di Casenuove di Ponte della Pietra a Perugia. 

Una platea di oltre 400 persone ha partecipato al dibattito, coordinato da Fabrizio Fratini, segretario dello Spi Cgil di Perugia, nel quale sono intervenuti anche Simone Pampanelli, segretario della Cgil di Perugia, Mauro Volpi, costituzionalista, Lorenzo Mazzoli, segretario dello Spi Cgil nazionale e Costanza Spera, assessora del Comune di Perugia. Landini ha ricordato che l’obiettivo di un milione di firme è stato “raggiunto in due mesi” e anche la provincia di Perugia ha dato un grande contributo con oltre 7mila firme raccolte dalla sola Cgil. 

“Chiediamo la costruzione di un nuovo modello sociale che combatta le disuguaglianze e con i referendum, compresi quelli focalizzati sul mondo del lavoro, rimettiamo nelle mani dei cittadini il diritto di poter decidere e di cambiare leggi balorde che sono state fatte, a partire dall’autonomia differenziata – ha detto Landini – Le persone possono difendere la loro libertà attraverso il voto e la partecipazione. Lavoriamo per portare 25 milioni di italiani al voto”, ha concluso il segretario generale della Cgil.

LA NUOVA LEGGE: ECCO COSA CAMBIA, ECCO I BENEFICI PER LE REGIONI – Se il referendum si farà è importante far capire ai cittadini, non politicizzati o sindacalizzati, di cosa si tratta e lo scopo di legge a prima firma del ministro Roberto Calderoli e fortemente voluta da alcune Regioni più trainanti a livello economico e sociale del Paese. L’obietivvo è quella di dare una cornice unitaria per l’attuazione dell’art. 116 della Costituzione, come riformato dal governo Amato nel 2001, che prevede il trasferimento di funzioni e relative risorse alle regioni a statuto ordinario (RSO) che ne facciano richiesta.

Ecco quali materie possono essere attribuite alle regioni?

“Tutte quelle che sono previste dall’art. 116 della Costituzione – si evince dal dossier redatto dall’Osservatorio dell’Università Cattolica – e cioè tutte le venti materie che attualmente sono definite “concorrenti”, ossia sulle quali vi è una competenza condivisa fra lo Stato e le RSO, più tre materie (giustizia di pace, norme generali sull’istruzione, ambiente e beni culturali) che attualmente sono di competenza esclusiva dello Stato. La richiesta iniziale della regione Veneto, nel 2017, poi fortemente ridimensionata nell’accordo con il governo del 2018, era l’attribuzione di tutte le ventitré materie trasferibili. Le venti materie concorrenti sono le seguenti: rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni; commercio con l’estero; tutela e sicurezza del lavoro; istruzione, salvo l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione dell’istruzione e della formazione professionale; professioni; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi; tutela della salute; alimentazione; ordinamento sportivo; protezione civile; governo del territorio; porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e di navigazione; ordinamento della comunicazione; produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia; previdenza complementare e integrativa; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale”.

QUELLE DELEGHE CONTROVERSE

“Fra le più importanti, e controverse, citiamo: rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni; commercio con l’estero; istruzione; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi; alimentazione; protezione civile; porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e di navigazione; ordinamento della comunicazione; energia”: si evince dal dossier dell’Università della Cattolica. 

 

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