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«Le accuse vicendevoli e i proclami lascino il posto a misure adeguate, scelte lungimiranti e azioni concrete». Il presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi, aprendo i lavori del Consiglio episcopale permanente d’autunno, non ha usato giri di parole dopo le polemiche e il rimpallo di responsabilità sull’alluvione che nei giorni scorsi ha flagellato l’Emilia Romagna e le Marche.

Il dramma della popolazione colpita da alluvione ed esondazioni

«Il nostro pensiero – ha detto Zuppi aprendo i lavori – va a quanti sono stati colpiti dall’alluvione e dalle esondazioni in Emilia Romagna e nelle Marche. Ci stringiamo alle comunità locali che, a distanza di poco tempo, si trovano a vivere un altro dramma. Nelle parole dei nostri Fratelli Vescovi abbiamo ascoltato il grido di sofferenza delle persone ferite da questa nuova emergenza. Preghiamo per quanti sono in angoscia, perché possano continuare a guardare con fiducia al domani, anche quando tutto sembra, ancora una volta, perduto». E, con i ringraziamenti, l’appello alle istituzioni: «Insieme al ringraziamento alle Forze dell’Ordine, ai Vigili del Fuoco, alla Protezione Civile e ai volontari impegnati nei soccorsi alla popolazione, chiediamo alle Istituzioni di intervenire, con tempestività ed efficacia, a sostegno delle famiglie e del territorio che ha mostrato, di nuovo, tutta la sua fragilità».

La parità scolastica trovi piena attuazione

«Si avvicini il giorno in cui la parità scolastica trovi la sua piena attuazione», è l’auspicio espresso dal cardinale Matteo Zuppi. «Nei giorni in cui le aule scolastiche tornano a riempirsi, – ha sottolineato Zuppi – il nostro pensiero va ai milioni di bambini, ragazzi e giovani, con i loro insegnanti e il personale amministrativo, pronti ad affrontare l’avventura più affascinante e impegnativa: quella della conoscenza, della formazione di sé, della convivenza fraterna. La Chiesa è vicina a quanti accolgono la sfida dell’educazione, per cui ogni energia e investimento non sono mai perduti, ma tornano moltiplicati a beneficio di tutta la società». L’investimento sulla scuola, ha ricordato, «è certamente tra i più importanti per una società che abbia a cuore le nuove generazioni e il suo stesso futuro. Desideriamo esprimere un grazie particolare e un forte incoraggiamento alle oltre 7.500 scuole cattoliche e alle centinaia di migliaia di famiglie che affrontano importanti sacrifici per iscrivervi i loro figli, con la speranza – l’auspicio – che si avvicini il giorno in cui la parità scolastica trovi la sua piena attuazione». In questo contesto educativo, osserva Zuppi, si inserisce anche il «contributo dell’insegnamento della religione cattolica di cui parleremo nel corso dei nostri lavori per sottolineare – a quasi quarant’anni dalla sua introduzione – il valore di questo spazio di libertà e di cultura religiosa posto a servizio dell’intera comunità civile e per aggiornarne e rilanciarne il contributo».

Sconcertati dalla violenza giovanile: l’urgenza educativa interpella tutti

Il presidente della Cei ha espresso sconcerto per gli ultimi fatti di violenza giovanile. «Non ci sfuggono – ha detto il cardinale Matteo Zuppi aprendo a Roma i lavori del Consiglio episcopale d’autunno – le sofferenze di un mondo di soli e dai legami fragili. Questo sollecita un clima di violenza, alimentato anche dalla guerra e da una sua pericolosa riabilitazione. Taluni episodi ci sconcertano, ci interrogano e ci chiedono di aiutare le nostre famiglie essendo la Chiesa una famiglia, attenta alle fragilità, una madre vicina alle tante sofferenze, evidenti o nascoste nelle pieghe dell’anima». Zuppi ha sottolineato che il mondo «sembra attualmente senza punti di riferimento stabili, prigioniero di una cultura che riduce tutto alla riuscita della propria vita e dei propri affari, a realizzarsi individualmente, nella logica della prestazione esigente e fragilissima. La conseguenza è una folla di uomini e donne in un’affannosa corsa per realizzare desideri e cogliere opportunità per un illusorio godimento, per “consumare” la vita, appagando le emozioni. Le nostre comunità sono e possono essere ancora di più rete di solidarietà che rende forti perché reale e non virtuale, attenta al prossimo e non piegata all’io».

No a sovranismi egoistici, Europa sia coesa e solidale

L’Europa «non ceda al nichilismo della persona e a sovranismi egoistici». Un’Europa, ha detto, «nel segno della “Fratelli tutti”, coesa e solidale al suo interno e aperta al mondo». Senza citarlo direttamente fa riferimento a Draghi e al suo rapporto. «In questi giorni – ricorda – si è parlato d’innovazione e d’investimenti per una economia europea moderna e sostenibile, con riferimenti anche al lavoro e alla demografia, lasciando intravedere un nuovo ’piano Marshall’, più ambizioso di quello del secondo Dopoguerra, rappresentando l’Ue come destinata altrimenti a una lenta agonia». «Nel frattempo,- ha osservato Zuppi – si sono definiti squadra e programma della nuova Commissione europea che, fra l’altro, prevede alcune nuove deleghe alla difesa, al Mediterraneo e alla questione abitativa. L’auspicio è che l’Europa resti fedele alla sua vocazione al dialogo e alla pace. La politica fa – anzi, deve fare – i suoi percorsi. Ma nella nostra prospettiva di credenti, i cittadini europei hanno bisogno oggi più che mai di riappropriarsi di quella storia e di quella cultura che ha fatto grandi le terre europee, ad iniziare dall’eredità della Bibbia e alla conseguente centralità della persona, al patrimonio religioso ebraico, all’umanesimo laico, ai tanti aspetti della cultura europea impregnati di senso religioso che costituiscono l’anima delle nostre società».

 

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