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La migrazione sanitaria in Sicilia continua a mostrare numeri preoccupanti e in costante crescita. La Regione dovrà pagare 289 milioni di euro per le cure fornite a cittadini siciliani in altre regioni, un aumento di 22 milioni rispetto all’anno precedente. Secondo Agenas, nel 2022, circa 40.000 siciliani si sono curati fuori dall’Isola, un numero che è sceso a 32.000 nel 2023, con le destinazioni principali che includono Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e Toscana.

L’assessora alla Salute, Giovanna Volo, sta cercando di arginare questo fenomeno, affrontando anche i ritardi nelle liste d’attesa. Agenas ha evidenziato che la Sicilia spesso paga per trattamenti di media e bassa complessità, che potrebbero essere eseguiti all’interno della regione. Circa il 70% dei ricoveri e interventi effettuati altrove appartiene a questa categoria.

Nel frattempo, il governo regionale guidato da Renato Schifani punta a un aggiornamento della rete ospedaliera per migliorare l’offerta sanitaria. Nicola D’Agostino, deputato di Forza Italia, ha difeso l’operato degli uffici regionali della Salute, affermando che i dati del 2023 sono paragonabili a quelli del 2019, e che, nonostante l’aumento della spesa sanitaria complessiva, l’incidenza percentuale della mobilità passiva è diminuita.

Barbara Cittadini, presidente di Aiop Sicilia e vicepresidente nazionale dell’associazione, ha sottolineato la necessità di un confronto per ridurre i costi della mobilità sanitaria. Secondo una recente analisi del Dipartimento di Pianificazione Strategica dell’Assessorato regionale alla Salute, sebbene il saldo negativo della mobilità sanitaria nel 2023 sia ancora rilevante, è inferiore rispetto al 2019, grazie anche al contributo delle strutture private accreditate.

La migrazione verso le regioni del Nord riguarda soprattutto interventi ortopedici, chirurgia bariatrica, trapianto di midollo osseo e cardiochirurgia. Sebbene vi siano strutture siciliane in grado di trattare queste patologie, molti pazienti continuano a rivolgersi altrove a causa dei tempi di attesa e dei costi più elevati per la regione.

Barbara Cittadini ha dichiarato: “L’Aiop è pronta a collaborare con le istituzioni per creare una sinergia tra le strutture pubbliche e private, in modo da permettere ai pazienti di curarsi nella loro regione, riducendo i disagi e i costi per la Sicilia. Le strutture private accreditate vantano professionisti di alto livello e possono rispondere a molte delle esigenze sanitarie dei siciliani, ma sono limitate da tetti di spesa”.

Ha inoltre aggiunto che diverse strutture accreditate eseguono con successo circa 1.400 interventi di chirurgia bariatrica all’anno, oltre a migliaia di interventi ortopedici, cardiologici, e trapianti, ma non riescono a soddisfare tutta la domanda a causa dei limiti di budget imposti. 



 

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