diClaudio Tadicini
Gli indagati sono riusciti a decodificare il segnale criptato delle pay-tv (Sky, Mediaset Premium, Netflix e Dazn), rendendolo visibile a centinaia di clienti tramite il “pezzotto” e il pagamento di un corrispettivo
Un giro d’affari da oltre mezzo milione di euro col “pezzotto”, che consentiva la visione gratuita di eventi sportivi e serie tv. L’operazione, coordinata dalla procura di Lecce, è sfociata con la denuncia di quattro responsabili e col sequestro preventivo di beni mobili e immobili. Gli indagati rispondono della violazione del diritto di autore e di autoriciclaggio.
Le indagini sono state condotte dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria del Comando provinciale di Lecce che, grazie al contributo di esperti in analisi informatiche, sono riusciti a scoprire la frode che avveniva tramite il sistema di streaming illegale Iptv.
Come ricostruito dalle fiamme gialle, gli indagati sarebbero riusciti a decodificare il segnale criptato delle pay-tv (Sky, Mediaset Premium, Netflix e Dazn), rendendolo visibile a centinaia di clienti tramite il “pezzotto” e il pagamento di un corrispettivo pattuito – ovviamente inferiore al prezzo dell’abbonamento per ogni singola piattaforma – che veniva corrisposto attraverso ricariche su carte PostePay.
Gli accertamenti bancari e le perquisizioni eseguite a carico dei quattro indagati, come detto, hanno consentito di accertare il valore dei proventi illeciti dello streaming illegale in oltre 500.000 euro, che venivano poi reinvestiti nell’acquisto di beni immobili e mobili, per occultarne la provenienza illecita.
Nei confronti del principale indagato, inoltre, il gip del Tribunale di Lecce ha emesso un provvedimento di sequestro preventivo di cinque immobili e due autovetture, una delle quali d’epoca.
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