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Non è una disabilità intellettiva, perchè può essere migliorata. I bimbi che lo manifestano  hanno un quoziente intellettivo fra 70 e 85 presentano fragilità cognitive nelle funzioni esecutive, nella memoria e nell’attenzione. In Piemonte, 6 centri specializzati sperimentano il trattamento del disturbo

È sempre giusto attribuire ai bambini che non riescono ad analizzare un testo o a fare di calcolo una disabilità intellettiva? La risposta non è così semplice e immediata. In realtà, grazie a una valutazione neuropsichiatrica in età prescolare o scolare, agli stessi bimbi potrebbe venire diagnosticata una fragilità cognitiva, il Funzionamento intellettivo imite (FIL), o Funzionamento borderline cognitivo.

L’identikit di chi ne soffre

Sono, per lo più, bimbi con un Quoziente Intellettivo (QI) con un punteggio tra 70 e 85; presentano fragilità cognitive nelle funzioni esecutive (pianificazione, flessibilità, inibizione..), nella memoria e nell’attenzione; possono avere anche delle difficoltà nel raggiungere l’autonomia nella vita quotidiana, come, nell’organizzazione delle loro attività e dei giochi, nel comunicare e nella gestione delle proprie emozioni. I fattori che contribuiscono alla manifestazione di un quadro di Funzionamento Intellettivo Limite possono essere diversi, di tipo ambientale, sociale o genetico (prima e durante la gravidanza e legati al parto)




















































Le differenze rispetto alla disabilità intellettiva

Il Funzionamento Intellettivo Limite si contraddistingue dalla disabilità intellettiva perché è una condizione che può essere migliorata, lavorando sulle funzioni esecutive del cervello, pertanto non è uno stato «immutabile» come la disabilità. Può presentare una comorbidità con altri disturbi, i DSA (dislessia, disgrafia, discalculia), il DOP (disturbo oppositivo provocatorio), l’ADHD (disturbo dell’iperattività e dell’attenzione).
In particolare, il FIL si differenza dai disturbi dello spettro autistico per l’origine dei problemi. Infatti, nel primo caso le difficoltà riguardano gli aspetti cognitivi e intellettivi; nel secondo quelli legati alla comunicazione sociale, l’interazione e i comportamenti ripetitivi. Ad esempio, a scuola, i bambini con Funzionamento Intellettivo Limite hanno difficoltà soprattutto nell’organizzazione della vita quotidiana, come prepararsi lo zaino da soli o seguire la tabella oraria delle lezioni.

Problemi in età adulta

A causa della vulnerabilità psico-sociale a cui possono essere esposte durante l’arco di vita, nel 12-25% dei casi  le persone con Funzionamento Intellettivo Limite possono presentare problemi psicopatologici in età adulta, come, fobie, depressione, disturbi dell’umore, disturbi della personalità, disturbi del comportamento e, addirittura, possono cadere nell’abuso di sostanze.

I centri specializzati del Piemonte

In Piemonte sono stati realizzati sei centri HPL (High Performance Learning) per volontà della Consulta per le Persone in Difficoltà, ente che si occupa dell’inclusione di tutti i cittadini, comprese le persone con disabilità, o non autosufficienti, o con fragilità economiche, sociali e relazionali e all’Associazione Diritti Negati, organizzazione che tutela i diritti negati delle persone in difficoltà attraverso attività di sostegno e grazie a un contributo della Regione. Lo scopo principale è strutturare percorsi di potenziamento cognitivo rivolti alle bambine e ai bambini della scuola primaria con Funzionamento Intellettivo Limite.

Come si accede ai centri: i criteri

Di solito, le famiglie dei bambini FIL vengono indirizzate ai centri HPL attraverso una segnalazione diretta da parte del Servizio di neuropsichiatria Infantile delle ASL, delle scuole, degli insegnanti, degli assistenti sociali e educatori, o avviene per passa parola tra i famigliari. Per poter accedere, i piccoli pazienti devono avere una diagnosi di Funzionamento Intellettivo Limite o Bordeline con un Quoziente Intellettivo (QI) nella fascia 70 – 84; avere un’età compresa tra i 6 e i 10 anni; non soffrire di un disturbo oppositivo provocatorio certificato e non avere una diagnosi di disabilità (legge 104) riferita a problematiche di tipo cognitivo. 

Servizio gratuito

I servizi erogati dai centri HPL sono del tutto gratuiti grazie a un contributo della Regione Piemonte. Lo stesso progetto è in fase sperimentale; è la prima volta che vengono messi in rete realtà diverse, come soggetti del Terzo Settore, enti pubblici (ASL e scuole) e le famiglie, con lo scopo di creare attorno al bambino una comunità educante che condivida la diagnosi, il linguaggio, finalità e metodologie di intervento. Nelle altre regioni ci sono strutture che offrono delle attività di potenziamento ma molto diverse da quelle personalizzate e specifiche svolte dai Centri HPL del Piemonte.

Training personalizzati

I training sono personalizzati grazie all’utilizzo di software digitali, consistenti in programmi specifici del computer, ideati appositamente per stimolare e potenziare le funzioni esecutive base del cervello, e di strumenti artefatti, cioè giochi o attività creati direttamente dalle equipe dei Centri HPL in base alle esigenze dei bambini che frequentano gli stessi laboratori. L’impiego di questi specifici ausili è finalizzato al miglioramento delle «funzioni esecutive» (ad esempio la capacità di pianificazione), la memoria e l’attenzione, favorendo gli apprendimenti e le autonomie dei bambini e delle bambine con FIL.

Attività di potenziamento

Per ognuno di loro, dopo un primo inquadramento anamnestico e neuropsicologico, vengono strutturate alcune attività di potenziamento. Nell’iter ogni singolo bambino è seguito da un’equipe multidisciplinare, formata da una psicologa/o, due o più tutor che hanno seguito una formazione di tipo pedagogica o psicologica all’interno sul Funzionamento Intellettivo Limite dei centri HPL; sotto la supervisione, della coordinatrice pedagogica, la professoressa Barbara Urdanch, e della coordinatrice clinica, la dottoressa Elisabetta Geda.

Lo studio su 23 bambini: gli interventi sono efficaci

Durante l’anno scolastico 2022-2023 è stato effettuato uno studio scientifico sulle attività del Centro HPL nato per primo a Torino, su un campione di 23 bambini e bambine che hanno partecipato al progetto. La peculiarità della ricerca consiste nella raccolta dati multi-metodo e multi-informatore, che ha visto il diretto coinvolgimento dei bambini e delle bambine, delle famiglie e degli/delle insegnanti nel fornire il loro punto di vista sulla strutturazione e sull’efficacia del training. L’osservazione ha dimostrato l’efficacia dei percorsi di potenziamento cognitivo personalizzati, basati sulle funzioni esecutive, rilevando un miglioramento, sia nel profilo neuropsicologico (ossia delle funzioni esecutive, della memoria e dell’l’attenzione), sia negli apprendimenti degli stessi bambini.

Bambini a rischio di emarginazione

«Nonostante le conclusioni cliniche siano chiare, è necessario tenere ben in considerazione che i bambini con FIL hanno molte difficoltà a scuola e nella vita -sottolinea Barbara Urdanch – una fatica reale, soprattutto negli apprendimenti. Sono più esposti al rischio di essere vittime di bullismo, cyber bullismo, e più in generale, di emarginazione nel gruppo di pari. Il progetto HPL vuole essere una risposta concreta per cambiare i destini di questi bimbi. Il potenziamento delle funzioni esecutive consolida le basi per un migliore sviluppo degli apprendimenti e del rendimento scolastico, ma anche del comportamento adattivo che prevede diverse abilità, come la comunicazione verbale e non verbale, la capacità di risolvere problemi sociali, di regolare le proprie emozioni, di essere autonomi, adattarsi alle regole e alle norme sociali, essere responsabili».

5 ottobre 2024

 

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